Natalino Sapegno
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Natalino Sapegno (1901 – 1990), critico letterario italiano.
Citazioni di Natalino Sapegno
[modifica]- [La Cronica di Dino Compagni] è l'opera più viva e più bella di tutta la storiografia medievale.[1]
- [su Giustino Fortunato] Dev'essere anzitutto un signore: a quel modo che possono esserci dei signori anche da noi, in Italia. Gentiluomo di provincia, e padron di terre con cura di anime. La chiarezza istruttiva ed ornata dei suoi discorsi, anche di materia finanziaria o in altro modo tecnico, mi piace. Come il suo stile largo, riposato e fiorito, e le sue citazioni oraziane. [...] Spirito di predicatore, e quasi d'apostolo, c'è infatti in questo «pessimista»: in questo «provveditore d'inquietudini», come lo chiamarono per dileggio.[2]
- L'interesse dei lettori moderni si rivolge con maggior simpatia ad altre voci più calde ed intense: per es. alle appassionate liriche che, da un selvaggio castello della sua Basilicata, dove la tenevan quasi prigioniera i feroci fratelli, che l'uccisero a ventisei anni, mandava fuori Isabella di Morra (1520-46), rime piene di gemiti e di grida di ribellione, di ansia di gloria e di desiderio d'amore, alienissime dalla retorica, se pur modulate anch'esse secondo un chiaro stampo letterario.[3]
Nota a Il mare verticale
in Giorgio Saviane, Il mare verticale, introduzione di Carlo Salinari, TEN, 1994. ISBN 88-7983-397-9
- La cosa che subito, e più di tutto, colpisce il lettore di [Giorgio Saviane] Il mare verticale è la larghezza e la novità dell'impianto; larghezza e novità reali, e non apparenti e superficiali (come accade spesso nei cosiddetti romanzi o antiromanzi che oggi si sfornano con tanta facilità ed abbondanza).
- Affermare che sia riuscito pienamente e in ogni punto a far coincidere il personaggio, il linguaggio, il ritmo narrativo con l'ideazione generale, sarebbe forse dir troppo. Basta riconoscere che non di rado l'adeguazione avviene, e che il metodo prescelto per attuarla è, o almeno a me sembra, nell'insieme indovinato. (p. 16)
- Alcuni episodi, molti (un po' meno nell'ultima parte), mi sembrano eccellenti. (p. 16)
Citazioni su Natalino Sapegno
[modifica]- Il tuo Jacopone mi piace assai assai, ed io ho grande ammirazione per il tuo ingegno, che è così chiaro, limpido, quadrato e saldamente fondato. Un mio amico, a cui ho fatto leggere il volume e ha per te viva simpatia e ammirazione, ti definisce "ingegno aristocratico". Ed è vero: tu hai dell'aristocratico la qualità, la finezza, il senso della misura, la trasparenza e la signorilità; senza i difetti ma anzi con una vigorosa capacità di inquadramento e una forza di pensiero – tanto più mirabili in quanto appunto sanno essere così composte, equilibrate, signorili. E tu mi piaci tanto più, perché vedo in te non il semplice critico di poesia, non solo il raffinato lettore ma l'uomo di pensiero che impedisce al fine lettore di tramutarsi in puro letterato – come invece accade in troppi altri casi... (Federico Chabod)
- Sapegno era uno di quei maestri che polverizzavano l'allievo, lo facevano vergognare delle sue lacune con la forza d'una gentilezza nemica però delle scorciatoie dell'indulgenza, con il distacco d'un sorriso che non ammetteva confidenze fuori luogo. (Antonio Debenedetti)
Note
[modifica]- ↑ Da Compendio di storia della letteratura italiana, Firenze, 1963. Citato in Antologia della critica, p. 16, Letteratura Italiana, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1965.
- ↑ Citato in Walter Binni, Letteratura e critica: studi in onore di Natalino Sapegno, Volume 5, Bulzoni, 1979, p. 101-102.
- ↑ Da Disegno storico della letteratura italiana, La Nuova Italia, 1973, p. 259.
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