Nzinga di Ndongo e Matamba

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La regina Nzinga ritratta in una litografia ottocentesca

Nzinga di Ndongo e Matamba, o Anna I de Sousa Nzingha Mbande o Njinga Mbandi (1583 – 1663), regina regnante di Ndongo e Matamba.

  • Per questi e altri tradimenti mi sono rifugiata nei matos [boschi], lontano dai miei territori.[1]

Citazioni su Nzinga di Ndongo e Matamba[modifica]

Laure Junot d'Abrantès[modifica]

  • Ella era di mente a meraviglia pronta, e i missionari che le furono più da vicino dicono essere notevole il modo con cui Zinga aveva applicato ai costumi africani quanto aveva osservato di meglio nei costumi d'Europa. – I suoi popoli la veneravano, e in essa scorgevano un non so che di divino.
  • Sempre combattente, sempre vittoriosa, questa donna, per certo crudele e vendicativa, ma grande per coraggio eroico, provò al mondo che in un paese remoto e selvaggio viveva un'anima la quale preferiva la morte alla schiavitù. Ella da prima si lasciò al certo troppo trasportare dalla sete di vendetta; ma conviene riflettere alla nazione che governava e ai tempi in cui vivea. Zinga, ardente e vendicativa al par di tutte le Negre, doveva per necessità spingere le sue passioni all'eccesso in un paese in cui chi ha la corona in testa e lo scettro in mano può tutto che vuole.
  • Zinga, regina di Matamba[2], [...], ebbe parte attivissima nelle dispute micidiali che insanguinarono l'Africa a quei tempi. Crudele e vendicativa come l'uomo più selvaggio di sua nazione, sebbene foss'ella donna, e superiore al suo secolo, Zinga fu da principio, ma apparentemente, lo strumento dei missionari cattolici, essendo che codesta donna singolare gli assoggettò alla sua volontà, e gli astrinse ben anco a curvarsi sotto il gioco d'una regina così tremenda.

Note[modifica]

  1. Da una lettera al governatore generale dell'Angola, 1655. Citato in AA.VV., Il libro della black history, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2022, p. 143. ISBN 9788858041147
  2. Stato dell'Africa precoloniale nei territori dell'attuale Angola.

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