Ofelia Mazzoni
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Ofelia Mazzoni (1883 – 1935), scrittrice, poetessa e attrice teatrale italiana.
Citazioni di Ofelia Mazzoni
[modifica]- Autunno, crepitio di morte foglie... | speranza in veste di malinconia, | t'affisa la sorella Poesia | e nel tuo pianto sua gravezza scioglie.[1]
- Eseguire un brano di musica, significa destare le note scritte dando ad ognuna la sua particolar vita; ricostruire, sensibile a tutti, il sogno di armonia che il compositore fermò in una traccia di segni convenzionali, muti all'occhio del profano.
Compito non meno eletto e delicato, di pari responsabilità, di analogo procedimento, è quello del leggitore, giacché la scrittura è una notazione imperfetta della parola, la quale non può vivere se non parlata.[2]
- La scrittura si sforza di rappresentare – con segni convenzionali – la parola, la quale prima che scritta (si sa) esiste parlata. Per ritrovarla, quindi, nella sua interezza di significato, quasi in noi ridestando l'istinto geniale dal quale essa nacque, bisogna dirla, bisogna rappresentarla con la voce, che è il mezzo della sua esplicazione perfetta, in quanto ne balzò la prima volta vivente.[3]
Con la Duse
[modifica]- [Eleonora Duse] La maschera comica si confaceva quanto la tragica al suo viso bene scalpellato, dai muscoli fattisi elastici e sodi nell'esercizio dell'arte, dalla fronte virile, dagli occhi vasti e balenanti, dai denti forti, ben piantati, luminosi, intatti, com'è raro vedere nella maturanza dell'età. (pp. 61-62)
- [Eleonora Duse] Non mai la udii evocare successi e glorie, soltanto le lotte lottate e, anche nel periodo dell'eccellenza, le delusioni e i fischi accettati con umile sopportazione dal pubblico – riconosciuto sovrano – che non sempre apprezzò le innovazioni del suo repertorio. (p. 67)
- [Eleonora Duse] Chi la conobbe da vicino credo si troverà concorde meco nel ricordarla con sulle labbra queste frequenti parole di saggezza; saggezza acquistata dalla tempestosa esperienza e consolidata, specie negli ultimi tempi, dalle nobili letture.
Oggettiva comprensiva e indulgente quasi sempre, cercava giustificazioni anche per le cose e per le persone che disapprovava e che l'allontanavano turbata.
Non esitava a dolersi – se il caso era – di un giudizio avventato, un'impressione erronea, precipitosa, ricevuta in un momento avverso. (pp. 120-121)
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Ofelia Mazzoni, Con la Duse, Casa editrice Alpes, Milano, 1927.
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