Olivetti Lettera 32
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Citazioni sulla Lettera 32.
- Franco Fortini, che rimpiango con affetto, rispose generosamente con dei versi (un sonetto, di cui riporto la parte finale in esergo[1]) alla poesia a lui dedicata: Lettera 32. Nel biglietto accompagnatorio (8 novembre 1993) è scritto fra l'altro: «... è davvero (e si sente) improvvisato, senza neanche una correzione, sul Macintosh. Ti accludo una foto di allora, in officina. Tu hai la 32, che nacque 22. Ruth e io vivevamo in una stanzetta minuscola, davanti alla fabbrica, svegliati al mattino dalla sirena».
Fortini lavorò all'Olivetti dal '48 al '54 [...], inventando per la fabbrica di Ivrea i nomi per alcuni prodotti, tra cui quello della piccola macchina per scrivere Lettera 32. (Gianni D'Elia) - «Lo sai? – a battezzarmi così è stato | il poeta (allora inventore a contratto | Olivetti) Fortini – uomo d'umore e riscatto | sí acuto ed offeso... Neonato | seriale pianeta: Lettera 32 com'è detto | pure a chiare sillabe sue | sul metallo del cielo mio leso | scrostato in tanti anni di getto | con la mano al verdino che acceso | me battendo te stesso all'inverno | già diventavi anche se ore e ore | riscrivendo forse migliore || dal giorno che ossesso al paterno | tavolo e studio mi hai preso?...» (Gianni D'Elia)
Note
[modifica]- ↑ Citato in Congedo dalla vecchia Olivetti, Einaudi, Torino, 1996, p. 5: Fra la «Lettera» e me, quanto da me | ai giovani! L'anno era il Quarantotto: | gli operai, le officine di quel Diciotto || fatale Aprile, a Ivrea. Mi chiedo se | puoi capirmi. Che importa? Abbiamo scritto | su quei ferri: e il dovere ora è un diritto. (Franco Fortini)
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