Péter Márki-Zay

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Márki-Zay nel 2018

Péter Márki-Zay (1972 – vivente), politico, economista, ingegnere e storico ungherese.

Citazioni di Péter Márki-Zay[modifica]

Da Ungheria, la battaglia dell'opposizione all'impero di Orbán

Intervista di Gábor Tanács, It.euronews.com, 13 ottobre 2021

  • Crediamo che il più grande problema, negli ultimi 30 anni, è che l'Ungheria sia diventata un Paese senza prospettive. In un'elezione, qui, la vera domanda il più delle volte è chi ruberà e quanto.
  • Ciò di cui abbiamo bisogno è un leader onesto e integro, non solo per questo Paese, ma anche per l'Unione europea: un leader che non tradirà l'Ue e la Nato per amore di Putin
  • Siamo estremamente orgogliosi quando un leader corrotto cade in qualsiasi Paese d'Europa. Ma bisogna considerare che nessuno di questi esempi è nato in un regime autoritario come quello di Orbán, dove la libertà di stampa è stata praticamente eliminata, dove il potere giudiziario è completamente subordinato ai fini politici e dove, per esempio, una legge elettorale può essere riscritta in un giorno. E, continuando, un Paese dove un solo partito ha approvato la normativa elettorale e la costituzione, quel solo partito ha rappresentanti nella Corte costituzionale o nel Consiglio dei media. Quello che stiamo vedendo è così autoritario, così costruito su campagne propagandistiche di odio: sarà davvero difficile vincere, qui.

Da L'anti-Orbán

Intervista di Monica Perosino, La Stampa, 19 ottobre 2021

  • [«L'Ungheria oggi è una dittatura?»] È una dittatura corrotta. Corrotta come non si era mai visto in mille anni di Storia.
  • I cambiamenti fatti da Fidesz [alla Costituzione] sono serviti a creare un sistema "legale" che gli permetta di conservare il potere anche nel caso perdano le elezioni.
  • Sono un cristiano conservatore prima ancora di Orban, lo sono sempre stato, è lui che è stato comunista.
  • Orban viola i più basilari diritti umani, da cristiano ne sono inorridito, nega l'ingresso a profughi e rifugiati e fa passare invece i peggiori criminali.

Da «Viktor Orban è una minaccia per l’Ungheria e l’Europa. Lo sconfiggerò per ricostruire il Paese»

Intervista di Federica Bianchi, Espresso.repubblica.it, 16 novembre 2021

  • Orban unisce attraverso campagne d'odio contro le persone mentre noi crediamo nell'amore e nella pace come strumenti di unione e di costruzione. Ci stiamo ribellando contro odio e corruzione.
  • I nazisti non sono stati combattuti con le leggi naziste. Non importa con che maggioranza vinceremo. L'importante è vincere perché allora dovremo riformare l'intera struttura politica che è stata stravolta da Orban per preservare il suo potere.
  • L'Ungheria è l'unico Paese ad avere acquistato 400mila dosi del vaccino cinese Sinopharm e di averlo somministrato alle persone più anziane quando nemmeno i cinesi l'hanno fatto con i propri cittadini. La realtà è che gli oligarchi di Orban hanno guadagnato milioni con questa operazione, mettendo a repentaglio la salute dei concittadini.
  • L'Ungheria è il secondo Paese più povero d'Europa nonostante vent'anni fa avrebbe potuto diventare ricco come l'Europa occidentale. Invece il 74 per cento della popolazione vive al disotto della soglia di povertà. Stesso discorso vale per il Covid: siamo uno dei Paesi europei con il più alto numero di morti e una quantità di respiratori di gran lunga superiore alle nostre capacità di assorbimento su cui la classe dirigente ha ampiamente lucrato. Questo è dove conduce lo stato illiberale. Corruzione e povertà.

Da Chi sei, Péter Márki-Zay? Una conversazione con il principale oppositore di Orbán

Intervista di Thomas Laffitte, Legrandcontinent.eu, 13 dicembre 2021

  • È vero che ho una laurea in ingegneria elettronica. Ma tendo a dire che la mia lingua madre è l’economia, e che l’ingegneria è una delle lingue straniere che padroneggio.
  • Dopo il 2002, Orbán ha visto le cose in modo diverso. Ha concluso che non era abbastanza populista, non abbastanza spietato, che avrebbe dovuto usare le stesse tattiche dei socialisti. Così ha assunto un nuovo consigliere, un ebreo americano di nome Arthur Finkelstein. Finkelstein era un ebreo gay. Ha condotto campagne elettorali omofobiche e antisemite per dittatori corrotti. Per dirvi quanto fosse spietato.
  • Orbán diceva che se l’opposizione avesse vinto le elezioni, migliaia, anche milioni di migranti sarebbero entrati in Ungheria, e avrebbero violentato tutte le donne, ci avrebbero rubato il lavoro, ecc. Purtroppo ha funzionato, molte persone votano per Fidesz perché hanno paura dei migranti.
  • Sono sempre stato a favore della comunità rom e della sua integrazione. Penso che Orbán voglia compensare, vuole essere loro amico. Credo che capisca che con un milione di rom in questo paese, è troppo rischioso perdere il loro voto! Orbán è così, è un opportunista. Se può vincere con una campagna d’odio contro i rom, li odierà. Se può vincere con una campagna pro-rom, li amerà.
  • Secondo me, il figlio di Orbán è probabilmente omosessuale. Ma d’altra parte, ho solo detto che aveva espresso una sensibilità omosessuale in diverse occasioni. E l’ho detto nel mezzo della campagna anti-LGBT di Fidesz, sono indignato dal comportamento di Viktor Orbán. Stavo attaccando Orbán, non suo figlio. Rispettiamo e proteggiamo tutti gli omosessuali, il che include il figlio di Orbán, se lo è.
  • Fidesz era un partito liberale negli anni ’90, quindi è normale che ci siano molti gay, e anche giovani, molti di loro sono gay. Ma è la stessa cosa con Soros. Orbán ha iniziato la campagna di odio contro Soros, ma è stato pagato da Soros negli anni ’80 e ’90.
  • Evidentemente Orbán è cambiato molto nel corso della sua carriera politica, passando dal comunismo al fascismo, ha coperto praticamente tutto lo spettro fino alla sua svolta a destra. L’unica cosa con cui è coerente è la corruzione. Sono solito dire che l’unica ideologia che ha è la corruzione.
  • Penso di aver fatto molto per la comunità gay. E quelli che mi criticano… sapete, andare alla manifestazione del Gay Pride non impedirà a Orbán di portare avanti campagne di odio contro i gay. D’altra parte, menzionare il fatto che ci sono gay in Fidesz, che sempre più membri di Fidesz sono omosessuali, questo ferma le campagne anti-LGBT.
  • Orbán è quello che fa venire i migranti. Quelli che odiano i migranti votano ancora per Fidesz! [...] Per esempio, prendiamo il progetto della città di Tiszaújváros. C’è un piccolo villaggio dove vivono 3000 lavoratori stranieri. Sono tutti musulmani. Vengono dalla Turchia. Molti lavoratori vengono dal Vietnam, dalla Mongolia, ma anche dal Pakistan e dal Bangladesh. È vero che preferiscono i non musulmani, ma sono comunque una gran parte dei 55.000 migranti del 2019. Nel 2020, solo 40.000 sono venuti, di cui un terzo erano musulmani, che è ancora equivalente alla popolazione di Hódmezővásárhely.
  • Le aziende in Ungheria hanno bisogno di manodopera. Orbán l’ha già detto nel 2002… è una tale ipocrisia, continua ad attaccare e odiare i migranti quando è lui che fa arrivare più migranti in tutta Europa!
  • Orbán sta accettando i rifugiati afgani, cosa che io sostengo. È la cosa giusta da fare. Ma d’altra parte, le sue campagne d’odio, il suo trattamento dei rifugiati non è affatto cristiano.
  • Prima di tutto, entreremo a far parte del Procuratore europeo, cosa che Orbán si rifiuta di fare. Vogliamo tutte le misure anti-corruzione possibili. In secondo luogo, sapete che c’è già stata una buona esperienza in Romania. Kövesi ha messo dietro le sbarre circa 120 politici in Romania, di destra e di sinistra, di governi di opposizione, tutti politici corrotti. Questo è esattamente quello che dobbiamo fare qui in Ungheria.
  • Mi sono identificato con Fidesz, quando si sono dichiarati dell’ideologia in cui credo oggi. Ma Fidesz fa solo dichiarazioni. Non è un partito politico, è un’organizzazione criminale.

Da Lo sfidante di Orbán, Márki-Zay: «Basta piedi in due scarpe. L’Ungheria stia al 100% con la Nato»

Intervista di Irene Soave sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Corriere.it, 1 marzo 2022

  • Orbán tradisce la Nato in cose minori, ma Putin in quelle grandi. Da quasi dodici anni tiene i piedi in due scarpe.
  • Sui media filogovernativi impera la versione di Mosca. Così molti ungheresi pensano che la colpa sia dell’occidente imperialista. Sull’accoglienza ai rifugiati ucraini però lodo la risposta di Orbán, che ha detto che non c’è limite a quanti possiamo accoglierne. [...] Orbán sta mostrando responsabilità, certo aiuta il fatto che questi profughi siano bianchi, scolarizzati, cristiani.
  • Per me è molto chiaro che Putin sta lavorando per ricostituire la Cortina di ferro, e certo noi faremmo parte della sua sfera. Il mio paragone è con Hitler: in principio si era detto diamogli un pezzo di Cechia, poi accettiamo l’Anschluss perché la lingua è la stessa, e così via. È un male sul lungo termine. Noi dobbiamo invece essere solidamente al fianco dell’Ucraina.

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