Paolo Casoli

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Paolo Casoli (1965 – vivente), pilota motociclistico italiano.

Paolo Casoli "Gasolio": la carriera, la vittoria del mondiale sulla 748

Intervista di Andrea Tessieri, cuoredesmo.com, 19 aprile 2008.

  • [Sulle Supersport World Series 1997] Passando dalla Superbike alla Supersport, in seno al Team Gio.Ca.Moto mi fu detto che ci sarebbe stata la possibilità di disporre di materiale migliore, che sarebbe convenuto a tutti e che avrei potuto fare molto bene. Io non ne ero tanto convinto, dato che non nascondo di avere snobbato la categoria fino a quel momento, e poi ero scettico circa il fatto di dover correre con le Pirelli, anche se mi dicevano che andavano molto bene. Mi sono dovuto ricredere su tutto. Mi sono trovato su un mezzo che non era così competitivo come mi veniva detto, ma che andava comunque bene. È stato l'anno del conseguimento del titolo mondiale. [...] Secondo me è stato un campionato facile. L'ho vinto con una facilità estrema. Per esempio: a Donington vinsi con 28 secondi di distacco sul secondo, e tutte le gare che ho vinto le ho portate a casa con grandi margini. Nonostante ciò, abbiamo avuto anche dei grandi problemi e fui fortunato a vincere il titolo a Sugo con una gara d'anticipo, perché a Sentul ero primo fino a che, a metà gara, mi si ruppe il motore. Pensa che alla fine ho vinto il titolo per un solo punto! La moto si fermò parecchie volte, e ci fu anche un po' di polemica perché io ebbi uno sfogo con i giornali, dicendo che alla Ducati non lavoravano, che non avevano interesse per la categoria e che ci avevano praticamente abbandonati; mi beccai una tirata di orecchie, anche se era la verità, perché non li vedevamo mai in pista, non ci aiutavano minimamente. La moto aveva dei problemi elettrici: a un certo punto si piantava e non si riusciva più a farla ripartire. Mi ricordo che caricammo la moto dopo la vittoria in Olanda e, giunti a Misano per dei test, la scaricammo così come era rimasta, ma non volle saperne di riaccendersi. Dovemmo cambiare tutti i cablaggi. Questo problema si manifestò parecchie altre volte, fino a che, finalmente, ci mandarono i tecnici della Magneti Marelli. Rischiammo veramente di perdere il mondiale.
  • [Sulla Ducati 748] Diciamo che era una moto discreta, non era sicuramente quella che tutti gli appassionati pensavano che fosse. La 748 era davanti perché la guidavo io e davo il cento per cento, però la nostra moto non era una moto da stare davanti [...]. Era una moto che andava molto bene, un po' antica rispetto alle giapponesi: quando sono passato alla Yamaha YZF R6, mi è sembrato di ritrovarmi su una 250 GP. La 748 era antica come guida, con delle geometrie molto stradali. Era una moto che magari dava molta sicurezza, che dava subito confidenza, ma con un potenziale più basso della concorrenza. Meno nervosa, più sicura, ma certamente meno esasperata nel farsi portare al limite, proprio per il margine più basso che aveva.
  • Io ho un ricordo pessimo di Xaus, però era il mio compagno di squadra. Io facevo la mia strada e lui la sua. Entrò in Ducati dicendo che arrivava per vincere il mondiale, affermando che ero un pilota che non andava. Alla fine io mi sono giocato il mondiale [Supersport 2000] arrivando secondo per due punti e lui nono. Era uno che parlava molto.

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