Paul Smart

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Paul Smart (1972)

Paul Smart (1943 – 2021), pilota motociclistico britannico.

E pensare che non mi piaceva

Da SLICK nº 1, giugno-luglio 2019; ripubblicato in Enrico Borghi, slick-magazine.com.

  • "La 200 Miglia di Imola, che roba è?!" Fu quello che pensai [...] quando Maggie mi telefonò per dirmi "Ho trovato un ingaggio per te, in Italia [...], per correre con la Ducati". Ero a Road Atlanta, in Georgia, per correre con una Kawasaki. All'epoca io e Maggie vivevamo in California, nell'Orange County. [...] risposi "Okay, vado!" ma non avevo la più pallida idea di che gara sarei andato a fare [...]. Dalla Georgia ho preso un aereo per New York, da lì sono approdato in Inghilterra, infine in Italia, a Milano. Trovai in aeroporto alcune persone della Ducati [...] Mi dissero che saremmo andati in un circuito, a Modena, per provare subito la moto. [...] I meccanici Ducati erano di ottimo umore perché nel frattempo Bruno Spaggiari aveva già provato [...] facendo segnare un tempo inferiore rispetto alla migliore prestazione di Giacomo Agostini con la MV 500 GP. Appena scesi dal bus, comunque, mi guardarono in modo strano. Del resto, indossavo jeans, stivali e cappello da cowboy: [...] restarono un po' basiti.
  • Il circuito di Modena, non l'avevo mai sentito nominare: era stato costruito dove prima c'era una pista per aeroplani, quindi era piatto. Ed era in centro città. Mi misi ad osservare le moto, che erano veramente grezze, non avevano nemmeno i telai e le carene verniciati [...]. Mi avvicinai alla Ducati 750 con curiosità, e una volta in pista mi fece una certa impressione soprattutto il motore, che era sfruttabile e con un'ottima accelerazione. [...] rimasi molto sorpreso quando mi dissero che avevo girato mezzo secondo più veloce di Agostini con la MV... Però quella moto non mi aveva colpito particolarmente. Anzi, non mi piaceva. Ma ormai ero arrivato fino a li [...]. Quindi dissi "Okay, vediamo cosa succede". Andammo a Bologna, ma non in azienda: mi portarono in un hotel vicino alla Ducati, ma era in mezzo al niente. [...] appena entrato in camera ho chiuso la porta, mi sono guardato intorno, e ho pensato: "Ma che cazzo ci faccio qui?!".
  • All'arrivo in circuito [a Imola] andai nel box, e vidi che stavano verniciando le carene lì, sul posto. [...] Appena iniziarono le prove, ebbi la prima sorpresa. Su quel circuito collinare, completamente diverso da quello di Modena, con alcune curve molto veloci, la Ducati 750 improvvisamente mi sembrò ottima [...]. Nonostante i tempi fatti segnare in prova – Spaggiari conquistò la pole, io fui secondo – non mi aspettavo che si potesse fare una gara [...] per vincere. [...] Poi accadde una cosa strana. Dopo le prove [...] Agostini venne da me e mi disse: "Noi qui abbiamo molti problemi, quindi non penso che potrò fare una buona gara [...]. Ma io devo difendere la mia immagine, in Italia [...]. Nei primi giri non attacchiamoci, lasciami davanti [...], ma secondo me ad un certo punto riuscirai ad andare davanti tu...". [...] Nel box erano tutti tranquilli, ad un certo punto ho cominciato a sentirmi sempre più coinvolto nel progetto; sempre più vicino a questo gruppo di italiani simpatici.
  • Sono partito stando attento a quello che Ago faceva. [...] vedevo i suoi scarichi e la sua MV a volte faceva un po' di fumo strano. [...] Lui è stato davanti fino al momento dei rifornimento. Rientrati in pista, Agostini non c'era più. Era rimasto ai box. E così io ero davanti, Bruno Spaggiari dietro; [...] siamo arrivati verso la fine della gara con lui davanti e io dietro. Non ero al limite perché stavo agli ordini di Spairani [Fredmano, direttore del reparto corse Ducati] che ci aveva detto: "se siete vicini, iniziate la battaglia solo negli ultimi giri". Così siamo arrivati all'ultimo giro e [...] nella zona delle Acque Minerali [...] all'improvviso l'ho visto tenere un traiettoria molto larga, al punto da andare ad avvicinare l'erba; [...] la sua manovra mi ha fatto capire che aveva dei problemi e così sono andato subito davanti. [...] Ho vinto io, ed è stato un trionfo. [...] Dopo la gara ho visto tanta gente nel paddock, e una marea di persone al di fuori dell'autodromo, quando siamo usciti per tornare a Bologna. Mi fecero sentire come una star, e ho capito cosa fosse la passione degli italiani. [...] un modo indimenticabile per festeggiare anche il mio ventinovesimo compleanno.

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