Pierina Aiudi
Aspetto
(Reindirizzamento da Pierina Giagnoni)
Pierina Aiudi o Ajudi, coniugata Giagnoni (1854 – 1890), attrice teatrale italiana.
Citazioni su Pierina Aiudi
[modifica]- Giagnoni-Ajudi Pierina [...] fu una delle più forti attrici giovani, se non la più forte del suo tempo. Dopo di essere stata, giovinetta, nel Collegio Ratti di Bologna, preconizzata cantante, entrò in arte, dando subito le più belle speranze di sé colla figurina incantevole, col profilo delicato, coi capelli biondi e vaporosi, colla voce armoniosa, colla coltura non comune, coll’anima d’artista. (Luigi Rasi)
- La signora Pierina Giagnoni fu adorabile. Non conosco attrice italiana che reciti con più naturalezza di lei. La sua voce è trillante. Certe sue cicalate bambinesche, certe sue risate si spandono per la sala del teatro limpide e gaje, come squilli di campanelli d'argento. Quando la Giagnoni entra in scena, entra la semplicità, la grazia, e un'aria di eleganza e di distinzione che alcune attrici si forzano di pigliare a prestito, e inutilmente, perché si può scimieggiare tutto a questo mondo, anche la virtù, non la schietta eleganza. (Raffaello Barbiera)
- Pierina Giagnoni era davvero una predestinata dell'arte. Ella veniva in linea diretta da quella splendida pleiade di artisti che ora non son molti anni lasciò credere un momento avverata la superba speranza di giorni di gloria per il teatro italiano, e della quale solo pochi superstiti dispersi, affannosamente cercanti uno dopo l'altro meno ingrato cielo, restano ad attestare che la speranza non era né temeraria né vana. E di quei giorni, in cui artisti ed autori, veri autori e veri artisti, pareano spuntare dal suolo, in cui la febbre dell'arte, la curiosità d'ogni artistico evento affollava i teatri, rendeva fecondi i confronti e le gare di quei giorni, una luce avvolgeva ancora la Giagnoni; così la sua mirabile artistica natura s'era venuta via via formando alle perfezioni di un'arte, che non già sostituiva al convenzionalismo antico un altro convenzionalismo più melenso e più povero, ma che assorgeva dalle raffinatezze e dalle delicatezze più squisite del gusto e della modernità, alle energie, agli impeti, alle lagrime della passione, alle grazie della comicità più festiva, ai fascini di un'idealità che si rispecchia nel vero. (Felice Cavallotti)