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Pietro Frediani

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Pietro Frediani (1775 – 1857), scrittore e poeta italiano.

Citazioni di Pietro Frediani

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Stava nel freddo e vedovo mio letto,
di quiete a procurar poche scintille,
la scorsa notte all'affannoso petto.

Chiuse teneva l'umide pupille,
e Morfeo presentava alla mia mente
le sue larve notturne a mille a mille;

quando fra queste mi trovai presente
la conosciuta imagine di quella
per cui vivo quaggiù mesto e dolente:

non nell'ultima età, ma vaga e bella
come quel di che lieto io l'adducea
tutto festante alla nuzial mia cella.

Era lieta nel volto, e sorridea
vedendomi disposto ai cari amplessi
ch'Atropo, cruda, separato avea.

Ma mi fe' cenno che non distendessi
le mani a lei, perché, di corpo priva,
fuggente larva al sen non istringessi.[1]

Citazioni su Pietro Frediani

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  • Codino per la pelle, Pietro Frediani [...] usava i calzoni corti e le calze lunghe legate sopra il ginocchio anche quando quella foggia era stata da mezzo secolo e più bandita dal mondo.
    Così vestito, con l'unghie sudice, tutto impregnato del puzzo di caprino, gli scarponcelli unti di sciugna, il bastone in mano e il saccapane a tracolla, si presentò un giorno nella libreria Nistri a Pisa, nella qual libreria, celebre pel nome di Sebastiano Nistri, col Bodoni ed altri onore e vanto dell'arte tipografica italiana, convenivano di quei tempi tutti i professori dell'Università e quanto di più colto v'era fra la cittadinanza.
    Come il libraio intese che quello zoticone voleva una Divina Comedia lo sbirciò quant'era lungo, poi, sogghignando e facendo l'occhiolino al dotto consesso, gli domandò:
    «La volete in musica?...
    Sorrisetto piccante del Frediani, e risposta prontissima:
    «La musica è nei versi...
    «Allora a voi.
    E gliene porse una copia, aperta, con le pagine a capo all'ingiù.
    «E costa?
    «Trenta paoli.
    Senza sconcertarsi, il pastore svoltiglia mezzo metro di cordino da una borsa di frustagno e vi caccia la mano. E pesca e ripesca, poi sospira perché i trenta paoli (pari a sedici lire e ottanta italiane) non ci sono.
    «Ma no, galantuomo, ho scherzato; costa tre paoli.
    «Signor mio, ne avrei pagati due volte trenta se gli avessi avuti, perché Dante non ha prezzo».
  • Il nostro Pietro Frediani fu [...] pastore di professione, forse per maggiore rispetto ad Apolline Nomio; ma quando gli capitava faceva doghe per botti, vangava la terra, potava gli olivi, murava a secco. Imparò a leggere sulle lapidi mortuarie della bella e solenne Certosa di Calci presso Pisa, dove spesso andava a far due chiacchiere con quei frati che lo amavano e s'intrattenevano volentieri con lui stuzzicandogli l'estro con celie, con motteggi e con fiaschi di vino. Portava costantemente nel suo sacco da pastore la Divina commedia e la Gerusalemme liberata, una penna d'oca, una boccetta d'inchiostro, un quinternetto di carta, e sdraiato sull'erba o sopra un macigno, al rezzo d'una quercia o sull'orlo d'un torrentello, confortato dal sordo rumore dei rotoni dei mulini che saliva dal fondo della patria valle operosissima, o dal lene[2] mormorio delle foglie dei castagni, o dal fremito misterioso degli aguglioli dei pini, scriveva, come Orazio a Tivoli o Catullo a Sirmio, quelle sue poesie caserecce che il dimani tutti i suoi conterranei avrebbero conosciuto e mandato a memoria.
  • Trincava beatissimamente, con una voluttà quale non avrebbe provato maggiore se lo avesser baciato tutte le Urì del paradiso maomettano, socchiudendo gli occhi, gettandoli in tralice e sorridendo da' precordi anche quando la nebbia gl'impediva la vista di chi gli stava dinanzi.

Note

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  1. Sogno della moglie morta; citato in Leopoldo Barboni, Fra matti e savi, Tipografia di Raff. Giusti, Livorno, 1898, p. 81.
  2. letterario per "lieve".

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