Pietro Marchesani

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Pietro Marchesani (1942 – 2011), traduttore italiano.

Citazioni di Pietro Marchesani[modifica]

  • [Su Wisława Szymborska] Sua caratteristica rimane la capacità di coniugare la densità della riflessione intellettuale con uno straordinario senso della lievità, della misura e dell'ironia, insieme a quella di interrogarsi sui grandi temi dell'esistere – l'altro, la vita, l'amore, la morte – calandosi nella concretezza delle cose, dei sentimenti e delle situazioni.[1]

Dalla prefazione a Stanisław Jerzy Lec, Pensieri spettinati

(Myśli nieuczesane, 1957), traduzione di Riccardo Landau e Pietro Marchesani, Giunti/Bompiani, 2017, pp. 5-10.

  • Nel 1957 esce in volume la sua prima raccolta di aforismi, Pensieri spettinati, presto seguita da una nuova più ampia edizione (Nuovi pensieri spettinati, 1959). Accolta con grande favore da critica e pubblico, l'opera ha una rapida diffusione anche al di fuori della Polonia, finisce anzi per oscurare completamente la produzione in versi dello scrittore, così che oggi Lec è per i più auctor unius libri. (p. 6)
  • E anche gli aforismi di Lec sembrano non avere altro bersaglio che il sistema di dogmi e verità pietrificate, il castello spettrale eretto dallo stalinismo: "Il trionfo della conoscenza dell'uomo: i dossiers della polizia segreta", "Più piccoli sono i cittadini maggiore sembra l'impero", "La produzione di leggende è passata dal popolo in mani ufficiali", "Io sono per la restituzione della vita interiore al settore privato", "Prenditi cura di te, sei di proprietà dello Stato", "L'ora dell'alba dipende dalla posizione geografica". (p. 7)
  • [...] Lec non è un chirurgo alle prese con un ben localizzato bubbone maligno, quanto piuttosto un disincantato e solitario Don Chisciotte che si misura con l'immane polipo, infinitamente ramificato, che è dentro e fuori dell'uomo, che è l'uomo stesso. Suo bersaglio non è questo o quel sistema politico, ma il meccanismo di ogni sistema autoritario, non questa o quella morale, ma ogni morale eretta a sistema, non questa o quella falsa coscienza, ma ogni falsa coscienza, non questa o quella assurdità, ma la stessa assurdità del reale. (pp. 7-8)
  • La sapienza, l'ironia, lo scetticismo e il sarcasmo racchiusi negli aforismi di Lec sono un distillato assai più ricco di quello che possa produrre l'esperienza, per quanto tragica e multiforme, di un solo uomo e di una sola epoca. (p. 9)
  • Se la sensazione che ci lasciano i Pensieri spettinati è quella di una visione profondamente pessimistica, addirittura tragica, della natura e della condizione umana, è anche vero però che in essi non c'è traccia di moralismo didascalico o superbia intellettuale. (p. 9)

Note[modifica]

  1. Dall'introduzione a Wisława Szymborska, La fine e l'inizio, traduzione di Pietro Marchesani, Scheiwiller, 2009, p. 9. ISBN 8876445889

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