Wisława Szymborska

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Wisława Szymborska nel 2005
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la letteratura (1996)

Wisława Szymborska (1923 – 2012), poetessa e saggista polacca.

Citazioni di Wisława Szymborska[modifica]

  • Coerente è la cipolla, | riuscita è la cipolla. | Nell'una ecco sta l'altra, | nella maggiore la minore, | nella seguente la successiva, | cioè la terza e la quarta. | Una centripeta fuga. | Un'eco in coro composta.[1]
  • Devo molto | a quelli che non amo. | Il sollievo con cui accetto | che siano più vicini a un altro. || La gioia di non essere io | il lupo dei loro agnelli. || Mi sento in pace con loro | e in libertà con loro, | e questo l'amore non può darlo, | né riesce a toglierlo.[2]
  • Giorno afoso, una cuccia e un cane alla catena. | Poco più in là una ciotola ricolma d'acqua. | Ma la catena è corta e il cane non ci arriva. | Aggiungiamo al quadretto ancora un elemento: | le nostre sono molto più lunghe | e meno visibili catene | che ci fanno passare accanto disinvolti.[3]
  • Ho dei nomi da darvi: | acero, bardana, epatica | erica, ginepro, vischio, nontiscordardimé, | ma voi per me non ne avete nessuno. [4]
  • La cipolla, d'accordo: | il più bel ventre del mondo. | A propria lode di aureole | da sé si avvolge in tondo. | In noi – grasso, nervi, vene, | muchi e secrezione. | E a noi resta negata | l'idiozia della perfezione.[1]
  • La cipolla è un'altra cosa. | Interiora non ne ha. | Completamente cipolla | fino alla cipollità. | Cipolluta di fuori, | cipollosa fino al cuore, | potrebbe guardarsi dentro | senza provare timore.[1]
  • Nulla è cambiato. | Il corpo trema, come tremava | prima e dopo la fondazione di Roma, | nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo, | le torture c'erano, e ci sono, solo la terra è più piccola | e qualunque cosa accada, è come dietro la porta.[5]
  • Preferisco il ridicolo di scrivere poesie | al ridicolo di non scriverne.[6]
  • Li amavo. | Ma amavo dall'alto. | Da sopra la vita. | Dal futuro. Dove è sempre vuoto | e da dove nulla è più facile del vedere la morte. | Mi dispiace che la mia voce fosse dura. | Guardatevi dall'alto delle stelle – gridavo – | guardatevi dall'alto delle stelle.| Sentivano e abbassavano gli occhi. || Vivevano nella vita. | Permeati da un grande vento. | Con sorti già decise. | Fin dalla nascita in corpi da commiato. | Ma c'era in loro un'umida speranza, | una fiammella nutrita del proprio luccichio. | Loro sapevano cos'è davvero un istante, | oh, almeno uno, uno qualunque | prima di – || È andata come dicevo io. | Però non ne viene nulla. | E questa è la mia veste bruciacchiata. | E questo è il mio ciarpame di profeta. | E questo è il mio viso stravolto. | Un viso che non sapeva di poter essere bello.[7]

25 poesie[modifica]

Incipit[modifica]

Hanno scoperto una nuova stella,
ma non vuol dire che vi sia più luce
e qualcosa che prima mancava.[8]

Citazioni[modifica]

  • Lo chiamiamo granello di sabbia. | Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia | Fa a meno di nome | generale, individuale, | instabile, stabile, | scorretto o corretto. (da Vista con granello di sabbia; 1998)
  • Ti togli, ci togliamo, vi togliete | cappotti, giacche, gilè, camicette | di lana, di cotone, di terital, | gonne, calzoni, calze, biancheria, | posando, appendendo, gettando su | schienali di sedie, ante di paraventi. (da Vestiario; 1998)
  • Non si intende di scherzi, | stelle, ponti, | tessitura, miniere, lavoro dei campi, | costruzione di navi e cottura di dolci. (da Sulla morte senza esagerare; 1998)
  • Hanno scritto nel marmo a lettere d'oro: | Qui abitò lavorò e morì un grande uomo. | Questi viottoli li ha cosparsi di ghiaia lui. | Questa panchina – non toccare – l'ha scolpita lui. | E – attenzione, tre gradini – entriamo dentro. (da La casa d'un grande uomo; 1998)
  • In una pensione di montagna andrebbe, | nella sala da pranzo scenderebbe, | i quattro abeti di ramo in ramo, | senza scuoterne la neve fresca, | dal tavolino accanto alla finestra guarderebbe. (da In pieno giorno; 1998)
  • Non arrivavano in molti fino a trent'anni. | La vecchiaia era un privilegio di alberi e pietre. | L'infanzia durava quanto quella dei cuccioli di lupo. | Bisognava sbrigarsi, fare in tempo a vivere | prima che tramontasse il sole, | prima che cadesse la neve. (da La breve vita dei nostri antenati; 1998)
  • E chi è questo pupo in vestina? | Ma è Adolfino, il figlio dei signori Hitler! | Diventerà forse un dottore in legge | o un tenore dell'opera di Vienna? | Di chi è questa manina, di chi, e gli occhietti, il nasino? | Di chi il pancino pieno di latte, ancora non si sa: | d'un tipografo, d'un mercante, d'un prete? | Dove andranno queste buffe gambette, dove? | Al giardinetto, a scuola, in ufficio, alle nozze | magari con la figlia del sindaco? (da La prima fotografia di Hitler; 1998)
  • Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo. | Non farà più in tempo a dimostrarlo, | ha gli anni contati, | il passo malfermo, | il fiato corto. (da Scorcio di secolo; 1998)
  • Siamo figli dell'epoca, | l'epoca è politica. | Tutte le tue, nostre, vostre | faccende diurne, notturne | sono faccende politiche. (da Figli dell'epoca; 1998)
  • Cos'è necessario? | E necessario scrivere una domanda, | e alla domanda allegare il curriculum. | A prescindere da quanto si è vissuto | il curriculum dovrebbe essere breve. (da Scrivere il curriculum; 1998)
  • Non c'è dissolutezza peggiore del pensare. | Questa licenza si moltiplica come gramigna | su un'aiuola per le margheritine. (da Un parere in merito alla pornografia; 1998)
  • Alla nascita d'un bimbo | il mondo non è mai pronto. (da Un racconto iniziato; 1998)
  • Preferisco il cinema. | Preferisco i gatti. | Preferisco le querce sul fiume Warta. | Preferisco Dickens a Dostoevskij. (da Possibilità; 1998)
  • Strano pianeta e strana la gente che lo abita. | Sottostanno al tempo, ma non vogliono accettarlo. | Hanno modi per esprimere la loro protesta. | Fanno quadretti, ad esempio questo. (da Gente sul ponte; 1998)
  • Si è arrivati a questo: siedo sotto un albero, | sulla sponda d'un fiume | in un mattino assolato. | È un evento futile | e non passerà alla storia. | Non si tratta di battaglie e patti | di cui si studiano le cause, | né di tirannicidi degni di memoria. (da Non occorre titolo; 1998)
  • Ad alcuni – | cioè non a tutti. | E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza. | Senza contare le scuole, dove è un obbligo, | e i poeti stessi, ce ne saranno forse due su mille. (da Ad alcuni piace la poesia; 1998)
  • Dopo ogni guerra | c'è chi deve ripulire. | In fondo un po' d'ordine | da solo non si fa. (da La fine e l'inizio; 1998)
  • Guardate com'è sempre efficiente, | come si mantiene in forma | nel nostro secolo l'odio. | Con quanta facilità supera gli ostacoli. | Come gli è facile avventarsi, agguantare. (da L'odio; 1998)
  • La veglia non svanisce | come svaniscono i sogni. | Nessun brusio, nessun campanello | la scaccia, | nessun grido né fracasso | può strapparci da essa. (da La veglia; 1998)
  • Morire – questo a un gatto non si fa. | Perché cosa può fare il gatto | in un appartamento vuoto? | Arrampicarsi sulle pareti. | Strofinarsi contro i mobili. | Qui niente sembra cambiato, | eppure tutto è mutato. | Niente sembra spostato, | eppure tutto è fuori posto. | E la sera la lampada non brilla più. (da Il gatto di un appartamento vuoto; 1998)
  • Non ce l'ho con la primavera | perché è tornata. | Non la incolpo | perché adempie come ogni anno | ai suoi doveri. (da Addio a una vista; 1998)
  • Sono entrambi convinti | che un sentimento improvviso li unì. | È bella una tale certezza | ma l'incertezza è più bella. (da Amore a prima vista; 1998)
  • Forse tutto questo | avviene in un laboratorio? | Sotto una sola lampada di giorno | e miliardi di lampade la notte? (da Forse tutto questo; 1998)
  • Nulla è in regalo, tutto è in prestito. | Sono indebitata fino al collo. | Sarò costretta a pagare per me | con me stessa, | a rendere la vita in cambio della vita. (da Nulla è in regalo!; 1998)
  • Ascolta | come mi batte forte il tuo cuore. (da Ogni caso)
  • Non c'è vita | che almeno per un attimo | non sia immortale. (da Sulla morte, senza esagerare)

Citazioni su Wislawa Szymborska[modifica]

  • Sua caratteristica rimane la capacità di coniugare la densità della riflessione intellettuale con uno straordinario senso della lievità, della misura e dell'ironia, insieme a quella di interrogarsi sui grandi temi dell'esistere – l'altro, la vita, l'amore, la morte – calandosi nella concretezza delle cose, dei sentimenti e delle situazioni. (Pietro Marchesani)
  • Un giorno, una ventina di anni fa, ero a Cracovia nel solito caffè dove mi vedevo con gli amici. A un certo punto vedo seduta in un piccolo tavolino proprio lei, Wislawa Szymborska. Per timidezza e per la grande emozione ho fatto finta di non riconoscerla. Pur amandola molto non volevo disturbarla. Dopo un po' ho sentito una mano sulla spalla, era lei che si veniva a presentare. Non è incredibile? Io allora ero ancora una giovane scrittrice e lei si avvicinava per conoscermi. Mi disse: Olga voglio congratularmi con te per i tuoi libri. (Olga Tokarczuk)

Note[modifica]

  1. a b c Da La cipolla; in Grande numero. Testo polacco a fronte, a cura di P. Marchesani, Libri Scheiwiller, 2009, p. 9. ISBN 8876445870
  2. Da Ringraziamento.
  3. Da Basta così, Adelphi, 2012; citato nel sito della trasmissione Con parole mie di Radio 1.
  4. Da Il silenzio delle piante; in Attimo, a cura di Pietro Marchesani, Libri Scheiwiller, Milano, 2007, p. 33. ISBN 978-88-7644-409-8
  5. Da Torture, in Elogio dei sogni, RCS, 2011, pp. 144-145.
  6. Da Possibilità, in Gente sul ponte, traduzione di Pietro Marchesani, Scheiwiller, 2009².
  7. Da Monologo per Cassandra, in Uno spasso, traduzione e cura di Pietro Marchesani, Scheiwiller, Milano, 2009, pp. 51-53. ISBN 978-88-7644-585-9
  8. Da Eccesso; 1998.

Bibliografia[modifica]

  • Wisława Szymborska, 25 poesie, traduzione di Pietro Marchesani, Mondadori, 1998.

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