Quartetti per archi n. 7-9 (Beethoven)
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Citazioni sui quartetti per archi n. 7-9 di Ludwig van Beethoven, noti anche come quartetti Rasumovsky.
- L'adagio misterioso del n. 2 del gruppo, il quartetto in Mi min., è un sogno. Chi può ascoltarlo senza fremere? È l'infinito in terra, a pochi passi da voi, tutto intorno, dentro di voi. Allora non si vede più con gli occhi e le immagini sembrano colorite e vaporose. Perché? Quando gli archetti si appoggiano lenti e quasi immobili su le corde per l'ultima volta, e il suono dilegua nella nebbia rada di armonie evanescenti, pare che gli ascoltatori abbassino il capo lentamente e pieghino i ginocchi alla preghiera. Il campanello sacro vibra del suo tintinnare, tra l'incenso e le ceri, e la musica ancora vagola su le teste sperdute fra le mani in cui si è abbattuto il viso che ha pianto. La musica aerea si è innalzata al cielo come il fumo consacrato in un sacrificio. Purificazione di vita amara schiantata da lacrime; nell'onda più leggera dell'aria che sale e sale e con sé voi tutti che ascoltate, l'esistenza si perde e si compie. Ha vibrato l'anima di B e e t h o v e n, d'un secolo, di migliaia di esseri umani che si sono distrutti in tormenti e furori, che si sono piegati su sé stessi per cercare sé stessi, in ansia, in pianto, e nella corsa affannosa a realizzare l'individuo hanno lasciato brandelli di carne viva. Ed ora è pace, l'eterna pace in cui vibra la grande tragedia della storia. Quando gli archetti si appoggiano lenti, appena oscillanti su le corde dei violini e l'adagio svanisce nella nebbia dell'ultimo suono, perché tutti scuotono il capo e si guardano intontiti come al destarsi di un sogno? (Guido Pannain)
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