Quintet
Quintet
Titolo originale |
Quintet |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1979 |
Genere | fantascienza, drammatico |
Regia | Robert Altman |
Soggetto | Robert Altman, Lionel Chethwind, Patricia Resnick |
Sceneggiatura | Frank Barhydt, Robert Altman, Patricia Resnick |
Produttore | Robert Altman |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Quintet, film statunitense del 1979 con Paul Newman, Vittorio Gassman, Fernando Rey e Brigitte Fossey, regia di Robert Altman.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Io non credo ai miei occhi: è così giovane! Non c'è più niente di così giovane. È la persona più giovane che ho visto. Potrebbe essere l'ultima nata, per quanto ne sappiamo noi. (Francha, guardando Vivia)
- A morituro felicem mortem accipio. (St. Christopher, tagliando la gola a Redstone)
- In hoc sale principium est vitae et orationis meae. Audite! La forma geometrica dell'universo rispecchia lo schema della vita. Vi si è insegnato che essi non sono diversi. Vi si è anche insegnato che l'universo è delimitato da cinque lati e che la vita non ha che cinque stadi. Primum: la sofferenza del nascere. Secundum: il travaglio del maturare. Tertium: la colpa del vivere. Quartum: il terrore di invecchiare. Quintum: l'irreparabilità della morte. Rivelazione incompleta, poiché cinque lati richiedono un sesto spazio, un centro, ed è a quello solo che dovete guardare. Che cos'è il sesto spazio? È l'oscurità. È il vuoto, il nulla! In altre epoche, egualmente ignoranti, si diceva che il fuoco eterno avrebbe seguito la morte. Ma io vi dico – Audite, filii, verba qua vobis dico non ex me veniunt sed dico ex illis veniunt io vi dico che non v'è alcun fuoco! Io vi dico che il fuoco non è castigo sufficiente. No! No, no, figli miei! L'oscurità, il buio di cui vi parlo, è il totale orrore della pazzia, è la consapevolezza del nulla. Quindi, le vostre miserabili esistenze di fatto sono supremamente allegre, è la vostra ricompensa. Dovete avere cara la vostra vita atroce, poiché essa è una pausa, un'interruzione del vuoto che la precede e del vuoto che la segue. Non combattete, non lottate. Accettatevi. E quando pensate al numero cinque, ricordatevi che è sei. Se cercate una risposta, guardate molto oltre i fatti considerati, e aggiungete uno in più: l'imponderabile. Perché soltanto quando voi considerate l'imponderabile avete una carta, una speranza di risolvere il dilemma. (St. Christopher, discorso ai poveri prima della distribuzione della zuppa)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Vivia: Ce la faremo ad arrivare alla città?
Essex: Se i cani sono arrivati fin qui, forse la città non c'è più.
Vivia: Sei buffo.
Essex: Cosa?
Vivia: Mi hai sempre detto che lasciasti la città perché non aveva più nulla da darti, e adesso ci stai tornando. Tu non trovi che è buffo?
Essex: No. [Essex chiude gli occhi]
Vivia [cerca di scuoterlo, poi si sdraia mettendosi il pollice in bocca]: Raccontami della tua città.
Essex: Te l'ho raccontato.
Vivia: Ancora!
Essex: C'erano venticinque livelli, cinque settori, e nel centro c'era un parco, con un lago. E ricordo anche gli alberi. [Vivia si addormenta] Vivia? - Vivia: Essex! Conoscendo cinque numeri, potevi trovare qualunque persona qui?
Essex: cinque numeri e un colore di codice, sì.
Vivia: Quante persone vivevano qui?
Essex: Cinque milioni.
Vivia: Cinque milioni?!
Essex: Sì, ogni settore fu progettato per un milione di abitanti.
Vivia: E riuscivi a trovare una persona con cinque numeri soli?
Essex: E un colore di codice, sì.
Vivia: Tu sai tante cose. Ma non come trovare le foche! - St. Christopher: Stai trovando tutte le informazioni che vuoi? Questa struttura è pressoché distrutta. Cerchi di trovare una persona, o un luogo?
Essex: Un amico.
St. Christopher: Oh, un amico, interessante. Amicus: non udivo questo vocabolo da lunghissimo tempo.
Essex: E quale usate al suo posto?
St. Christopher: Alleato. Da che cosa tu e il tuo amico siete stati separati?
Essex: Dal tempo.
St. Christopher: E dove vive il tuo amico?
Essex: Non vive. - Grigor: Chiedo scusa, devo aver sbagliato camera. Stavo cercando un amico.
Essex: Non ci sono che io, è la mia camera.
Grigor: Io mi chiamo Grigor. Forse la camera che cercavo è quella accanto a questa, ma la tua è molto bella. Posso chiederti come ti chiami?
Essex: Redstone.
Grigor: Redstone! Hai fortuna ad avere una camera così calda, Redstone. Ti prego, metti via quel coltello. Io ti dirò la verità, caro Redstone.
Essex: Quale? Che non è per sbaglio che sei venuto qui?!
Grigor: Ho paura di aver fatto un po' il gioco del sesto con te. Ero convinto che questa camera fosse vuota. [estrae un rasoio] Volevo farmi la barba.
Essex: Non c'è acqua.
Grigor: Qui non c'è altro che acqua. [tocca uno stipite congelato] Presto, anzi, non resterà altro che quella. Tutto il pianeta sarà cristallizzato in un involucro di ghiaccio. E quella, ringraziando dio, sarà la fine di questa storia. Posso sedermi? [si siede]
Essex: Tu non stai qui nell'albergo.
Grigor: No, ho la mia camera nel casinò. Sono giusdicente lì. Sono l'arbiter. Il giudice, come diresti tu.
Essex: Il giudice?
Grigor: Io interpreto le regole. Io compongo le dispute, il che comporta la solitudine. La cosa peggiore è il non giocare. Guardi partita dopo partita e non ti è consentito di giocare. Per questo vengo qui nei giorni liberi. Ci sono degli ottimi giocatori, in questo albergo: certuni grandi, ti assicuro.
Essex: E tu organizzi questi tornei?
Grigor: Allora sai dei tornei, lo sentivo, lo sentivo che tu eri giocatore! Ho visto quel fuoco nei tuoi occhi. Solo i giocatori da torneo hanno quel... quel gusto della vita. [si alza] Io sapevo che tu eri in questa camera, Redstone. Ma vedi, io tradisco la verità senza neanche accorgermene: questo è uno dei problemi del mio lavoro. Si comincia a mentire perfino agli amici. Perdonami, Redstone, stavo cercando compagnia. Non esiste più il cameratismi: nessun dialogo, nessuno scambio di idee o di tattiche. Non l'ho fatto a fin di male, amico mio.
Essex: Mi dici da dove vengono gli esplosivi?
Grigor: Gli esplosivi? Oh, l'alcol! Finché il muschio continuerà a crescere, continueranno a fare l'alcol, e finché ci sarà l'alcol faranno gli esplosivi. È uno spreco. Vieni con me a giocare e a bere un po' d'alcol! Deuca[1] ha della booza[2], lo so.
Essex: Deuca?
Grigor: Sì, Deuca. - St. Christopher: Grigor! Grigor, devo parlarti. [Grigor non si ferma e St. Christopher lo insegue] Ascoltami! Ho bisogno di un giudizio, di un verdetto. Chi è costui? Tu conoscevi Redstone quanto me. Ora abbiamo a che fare con quest'impostore. Ma sa quello che fa?
Grigor: Mi stai facendo tante domande. A quale devo rispondere per prima?
St. Christopher: Sta' a sentire, Grigor. Per cominciare, Redstone non avrebbe mai dovuto essere ammesso al torneo. Era un idiota, anticipò l'inizio della partita di un'ora.
Grigor: Come fai a saperlo?
St. Christopher: Ah, io... lo stavo seguendo.
Grigor: Allora eri in anticipo anche tu, St. Christopher!
St. Christopher: Io l'ho ucciso regolarmente dopo l'ora stabilita. Io ero nella norma. Comunque, Redstone era un macellaio. Massacrò una stanza piena di gente per uccidere Francha.
Grigor: Ah, quella non è un'infrazione!
St. Christopher: Un giocatore sensibile non fa certe cose.
Grigor: Sensibile?! Ho veramente sentito uscire quella parola dalla tua bocca?
St. Christopher: Io gioco per vincere, ma ci sono certi principi etici da rispettare.
Grigor: In questo momento, se fossi in te, sarei molto più preoccupato da Goldstar. Quello non ha nessun principio.
St. Christopher: Né cervello. Non lo considero certo una minaccia.
Grigor: Non essere così sicuro. Potrebbe avere fortuna, è già accaduto in passato. [...]
St. Christopher: E allora, per questo nuovo Redstone? [...] Quale regola devo applicare?
Grigor: Prima di poter decidere questo, io devo rendere conto di quanto sa.
St. Christopher: Non mi interessa quanto sa, quanto chi è. - St. Christopher: Che vuoi qui? Questa lista appartiene a te?
Essex: Sì.
St. Christopher: Come l'hai avuta?
Essex: L'ho trovata.
St. Christopher: Allora non ti appartiene. L'hai rubata?
Essex: Ce l'ho, tanto basta. C'è il tuo nome qui.
St. Christopher: Non mi interessa minimamente.
Essex: Dovrebbe, però. [St. Christopher fa per andarsene, ma Essex lo trattiene] Goldstar.
St. Christopher: Sì, conosco il nome.
Essex: Morto, assassinato. Francha.
St. Christopher: Conosco i nomi!
Essex: Morto, assassinato. Ci sono altre liste?
St. Christopher: Tu giochi al buio, ed è una tattica pericolosa. Non potrai mai capire il disegno, finché non sei parte del disegno.
Essex: Con questo vuoi dirmi che lo sarò?
St. Christopher: Certo. Nel preciso momento in cui sarà troppo tardi. - Grigor: Redstone! Quale sorpresa vederti qui! Conduci una vita molto attiva.
Essex: Dimmi, quel St. Christopher è un buon giocatore come dicono?
Grigor: Sì, è bravo, ma troppo serio.
Essex: E non molto loquace.
Grigor: Loquace? Se è di chiacchierare che hai voglia, vieni con me, Redstone! Io conosco un posto dove si può bere e parlare della vita.
Essex: Qui ho visto solo la morte, o la prospettiva di morire.
Grigor: Ma è proprio questo che dà valore alla vita. Ogni volta che tu frodi la morte, tu senti il puro brivido della vita. In questo consiste il mio lavoro! Per questo sono così soddisfatto, in questo algido mondo!
Essex: Dimmi, esattamente, qual è il tuo lavoro?
Grigor: Mantenere in vita il gioco. È la sola cosa ancora importante. La sola manifestazione intelligente rimasta è il gioco del Quintet. Tutti gli elementi della vita sono contenuti in esso. La nostra arte, la nostra filosofia. Tutti i valori autentici si addicono al gioco. Il gioco è la sola cosa di valore. Andiamo, andiamo! - St. Christopher: Redstone!
Essex: Mi chiamo Essex!
St. Christopher: Quello era ieri. Oggi tu sei Redstone. Sei pronto a giocare? La morte ha fretta! Ne abbiamo già avute quattro, ricordi? Ricordi? Tu sei il numero cinque! Primum: l'apertura fu Francha: massacrato! Secundum: un vigliacco: scartato! Tertium: un presuntuoso illuso: eliminato! Ah! Quartum... È fuori la donna, oh! Quello che conta è l'ultima mossa, quella finale, siamo al Quintet! Eh! Che gioco farai tu, cacciatore di foche?! [St. Christopher è travolto da una valanga e rimane trafitto dalla sua lancia]
Essex [porta in spalla il corpo di Ambrosia]: Grigor!
Grigor: Non avresti dovuto portarla qui. Porta quel corpo fuori di qui.
Essex: È la prova. Ho vinto. Qual è il premio?
Grigor: Il premio? Vincere, essere vivo. Questo è l'unico premio. Giochi per il brivido che ti dà. È la vita stessa. È sentire il calore dell'adrenalina che fluisce nel tuo corpo. Puoi avere il senso della vita solo quando la morte è vicina. Lo spirito del Quintet è questo. Quelli che giocano si battono per la loro vita. Avresti dovuto impararlo, non è così?
Essex: Parlami ancora dell'adrenalina che fluisce nel tuo corpo. [mette il corpo di Ambrosia sul braciere] Questo dovrebbe soddisfarti. È il profumo della morte, non ne sarai mai più vicino di così.
Grigor: Qualcuno deve essere il giusdicente. Qualcuno deve pure giudicare. È il mio umile compito.
Essex: Umile?! Dubito perfino che tu sia umano.
Grigor: Aspetta! Dove vai? Non esiste un altro posto in cui andare. Non c'è nient'altro da guadagnare. Non c'è più niente da imparare. Perciò cercare non ha scopo: è come restare per tutto il gioco chiuso nel limbo, lanciando un'infinita serie di inutili 6. Tu potresti essere il più grande dei grandi giocatori. Nuovi tornei stanno per cominciare, fra poco! Peccato, posso sapere dove andrai?
Essex: A nord.
Grigor: A nord?! Ah, ah! Non c'è niente là. Non reggerai più di una giornata e mezzo. Il gelo ti ucciderà!
Essex: Lo saprai tu, io no. [esce e si avventura nuovamente tra i ghiacci]