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Rachele Sangiuliano

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Rachele Sangiuliano (2010)

Rachele Sangiuliano (1981 – vivente), ex pallavolista italiana.

Citazioni di Rachele Sangiuliano

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Citazioni in ordine temporale.

  • Il commentatore tecnico deve cercare di dare una visione, un'interpretazione di quello che è il gioco, sia approfondendo dettagli tecnici e tattici per gli appassionati, sia aiutando chi si approccia alla pallavolo per la prima volta a conoscere determinati schemi o regole di gioco. Lo scopo è quello di far avvicinare sempre più pubblico a questo sport. [...] Il punto [...] è conoscere ciò di cui si sta parlando. Non basta aver giocato a pallavolo per pensare di poter fare una buona telecronaca, ma bisogna essere a conoscenza di dati, storia e caratteristiche delle giocatrici. Tra i compiti della spalla tecnica c'è anche quello di evidenziare errori o imprecisioni dei giocatori, ma senza lasciarsi andare a commenti gratuiti che lasciano il tempo che trovano.[1]
  • [...] Conegliano è una squadra che concede pochissimo e che mette costantemente sotto pressione l'avversario: anche quando si trova in svantaggio mostra una tenuta mentale ed una capacità di colmare il gap che poche squadre a livello internazionale hanno. [...] Ogni volta mi colpisce la sua compattezza e la sua capacità di gestione del momento, di trovare soluzioni e di mantenere alto il livello di intensità.[2]
  • [...] so bene cosa vuol dire non riuscire ad esprimersi come si vorrebbe e quanta fatica si fa per ritrovare le sicurezze perdute. Sono momenti che affrontano tanti giocatori e non sempre si ha la fortuna di trovare club e allenatori pronti a dare fiducia e investire su un elemento in difficoltà e, soprattutto, compagni comprensivi e disposti ad aspettare.[2]

Intervista di Pietro Razzini, gazzetta.it, 2 novembre 2023.

  • [«E pensare che, quando era ancora bambina, la prima scelta fu il nuoto»] Merito dei miei genitori che mi portarono in piscina quando ancora ero all'asilo. Continuai fino all'agonistica: davo il meglio nel dorso. I 200 metri misti, invece, erano il mio incubo. Poi arrivarono le compagne di scuola che giocavano a volley e il cartone Mila e Shiro: affiancai i due sport per un certo periodo fino a quando dovetti fare una scelta.
  • Io ero una schiacciatrice: volevo fare l'’attacco laser di Kaori Takigawa. Fu Giuseppe Giannetti (allenatore che aveva scoperto Maurizia Cacciatori e Francesca Piccinini, tra le altre) a vedere in me le capacità per diventare una brava alzatrice. Sfruttando la moda di allora di usare il doppio palleggiatore, sull'esempio della nazionale cubana, riuscii a interpretare entrambi i ruoli fino a 18 anni. Ed ero felice perché mi trovavo sempre nel vivo del gioco. [«Poi la scelta»] Per me fu un vero dramma al momento ma, guardando a lungo termine, presi la decisione giusta.
  • [Sul campionato mondiale di pallavolo femminile 2002, «quali sono i primi flash che le tornano in mente?»] Innanzitutto l'attesa in camera con le compagne, davanti al televideo, per sapere se avremmo conquistato i quarti di finale. Perché non dipendeva da noi, purtroppo. Elisa Togut mi disse: "Se ci qualifichiamo, arriviamo in finale e vinciamo". E così fu.
  • [Su Eleonora Lo Bianco] Una giocatrice incredibile. Eravamo spesso in camera insieme quando vestivamo la maglia azzurra. Un talento innato associato a una capacità unica di gestire le situazioni in campo, anche quelle complicate. Ho cercato di assorbire il più possibile da Leo.

Intervista di Anna Prandoni, linkiesta.it, 9 agosto 2024.

  • Stiamo raccontando tante storie di sportivi [...] che vanno oltre i risultati. Credo che questa generazione di atleti sia molto più attenta alla valorizzazione della persona, all'importanza del proprio Personal best che non sempre corrisponde a una medaglia (ma che si basa sull'impegno, sul percorso), rispetto al passato. Sono molto più attenti al proprio benessere anche mentale, al far passare i messaggi giusti. E questo mi piace moltissimo.
  • Vivere i Giochi Olimpici è sempre una grande emozione [...]. Non ho avuto modo di poterlo fare da atleta e farlo oggi in una veste diversa, raccontando le storie e le imprese dei nostri sportivi, è davvero un privilegio, un sogno che si realizza.
  • [Sui Giochi della XXXIII Olimpiade] Parigi offre degli scenari incredibili e ospitare le competizioni in alcuni di questi credo sia una possibilità che poche altre città al mondo possono vantare. Penso al beach volley sotto alla Tour Eiffel, la scherma o il taekwondo al Gran Palais, gli sport urban a Place de la Concorde o l'equitazione a Versailles. Per non parlare poi delle gare di ciclismo, marcia e maratona, che hanno attraversato i quartieri e le zone più iconiche della città. Bello vedere come sport arte cultura e storia si stiano fondendo in questi Giochi.

Note

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  1. Dall'intervista Rachele Sangiuliano: "Per fare una buona telecronaca non basta aver giocato a pallavolo", volleynews.it, 17 settembre 2019.
  2. a b Dall'intervista di Alessandro Garotta, La Final Four vista da Rachele Sangiuliano: "Imoco ancora favorita", volleynews.it, 16 febbraio 2024.

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