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Raffaele Cantone

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Raffaele Cantone al Festival dell'Economia di Trento nel 2016

Raffaele Cantone (1963 – vivente), magistrato italiano.

Citazioni di Raffaele Cantone

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Citazioni in ordine temporale.

  • Non dobbiamo individuare eroi per sgravarci le coscienze, le battaglie devono essere di tutti, ognuno nel suo piccolo; nel momento in cui ci abbandoniamo all'idea che ci sia l'eroe che con la sua parola cambierà il mondo abbiamo creato un fatto di specie ma commesso un errore enorme.[1]
  • ‎La borghesia mafiosa può essere vinta certamente con la repressione, ma può essere vinta con comportamenti che abbiano soprattutto un carattere: quello della coerenza. Siamo tutti bravi, a dire parole; siamo un po' meno bravi tutti a coniugare a quelle parole, comportamenti coerenti sul piano dei fatti.[2]
  • Perché a qualunque idea o volontà di costruire una soluzione si può opporre la circostanza che ci siano nodi più importanti. È la ben nota teoria del benaltrismo, quella che di fatto immobilizza ogni ricerca.[3]
  • [...] un tempo erano gli imprenditori come Berlusconi, De Laurentiis, Moratti o Della Valle ad acquistare squadre di calcio per fare affari e conquistarsi il bene della gente, oggi anche la Camorra segue la stessa strategia con club medio piccoli o facendo passare l'immagine di essere in contatto con i grandi delle squadre di serie A.[4]
  • Dietro l'attività di certe cooperative che si presentano per l'accoglienza e l'inserimento nel lavoro degli immigrati, si nascondono gli interessi della criminalità organizzata. Gli immigrati rappresentano un grande "affare" per mafia, camorra e 'ndrangheta.[5]
  • Ricordo il mio ultimo turno da pubblico ministero a Napoli. Sono andato a fare un sopralluogo a Scampia per un omicidio e un ufficiale dei carabinieri mi ha raccontato le gesta delle vittima, che aveva militato in diversi clan e commesso reati gravi. Poi quando sono arrivato sul posto, ho scoperto che si trattava di un ragazzo di soli 19 anni.[6]
  • Se fosse cancellato il decreto Severino sull'incandidabilità e decadenza dei condannati, le conseguenze sarebbero gravissime perché potremmo trovarci di fronte a persone riconosciute colpevoli di reati di mafia che potrebbe restare tranquillamente ai loro posti nelle istituzioni.[7]

Da un'intervista a Cattolica & Dintorni, 18 dicembre 2009

Puntata n. 37, 1ª parte; video disponibile su youtube.com.

  • Sul piano della repressione sono stati fatti grandissimi passi avanti, molto meno sul piano della prevenzione. Per esempio, io credo che lo Stato debba mettere in campo una serie di strutture di prevenzione dell'infiltrazione (mafiosa) nel mondo dell'economia, in questo momento in particolare, che per esempio è un momento di crisi, dove c'è il rischio che capitali mafiosi possano essere utilizzati per l'immissione in un circuito economico che ha bisogno tantissimo di denaro. In questo momento, le istituzioni di controllo, la Banca d'Italia, l'ufficio italiano cambi, la Consob, mi auguro che stiano facendo il controllo su quali soldi stanno girando nei mercati, perché questo è un momento di grande pericolosità. (min. 2:05)
  • [Voi giovani potete dare prima di tutto] un contributo di attenzione – io credo che tenere altissima l'attenzione rispetto a certi fenomeni è importante – e soprattutto anche un contributo di conoscenza. Bisogna smetterla col pensare che certi fenomeni tanto sono lontani, che sono fenomeni che riguardano il meridione. (min. 3:10)
  • Sono convintissimo che questa è una battaglia anche sul piano culturale. La conoscenza dei fenomeni è indispensabile per vincere. (min. 4:00)
  • L'atteggiamento di chi dice: «non cambierà nulla!» è un grandissimo regalo che si fa alle mafie. (min. 5:20)

Da un'intervista a Circo Massimo, Radio Capital, 19 aprile 2019

Audio disponibile su capital.it.

[Sulla corruzione e sulla riforma del Codice appalti]

  • Credo che abbiamo troppo velocemente pensato che la corruzione fosse un problema del passato, un problema che potesse essere affrontato, me lo faccia dire con una battuta, con un pò di buonsenso [...] io sono sicuro che il buon senso è utile da tutte le parti, nel senso che il buon senso è certamente il primo motore del comportamento corretto, però vorrei ricordare quello che diceva uno dei Presidenti più noti degli Stati Uniti, James Madison. Lui diceva "se gli uomini fossero angeli potremmo evitare persino di avere un governo", però poi concludeva "gli uomini non sono angeli". Le regole servono a garantire le persone perbeni e ovviamente servono ad evitare che i soggetti non perbeni facciano quello che vogliono. A volte io ho l'impressione che nel nostro Paese la parola regola venga considerata una cattiva parola, questo è un riflesso condizionato che ogni tanto torna. (min. 57:20)
  • Se deregolamentazione significa semplificazione, siamo d’accordo; se invece significa lasciare mani libere… credo sia una scelta legittima della politica ma anche pericolosa. Non mi va di dire che è una norma sblocca tangenti, è esagerato, ma non va nella giusta direzione. E non credo che servirà davvero a sbloccare gli appalti (min. 59:50)
  • Se facciamo un preventivo per fare un lavoro a casa nostra, facciamo un minimo di sondaggio di mercato? Credo che vada fatto anche per la pubblica amministrazione. Credo che la previsione di un numero più alto di preventivi crei anche un minimo di concorrenza. Credo che questa norma non sia corretta, soprattutto sul piano di garantire migliori servizi per la pubblica amministrazione. (ore 1:01:00)
  • A me non risulta che ci siano mai stati blocchi per gli appalti sotto i 200mila euro. Il vero problema del Paese sono i grandissimi appalti, per i quali spesso viene fatta una progettazione non corretta o gare fatte male. La norma fino ai 200mila euro non so che effetti avrà, ma non sono quelli gli appalti che rappresentano i problemi del Paese (ore 1:02:00)

Dal programma televisivo In Umbria, Umbria TV, 27 febbraio 2025; citato umbria24.it, 28 febbraio 2025.

  • La politica, rispetto al passato, ovviamente non si divide più sul tema mafia, si divide sul tema della corruzione. [...] L'approccio peggiore è quello di voler assolutamente cercare la mafia lì dove non c'è, l'approccio peggiore – al contrario – è anche quello di non vedere i rischi e, comunque, le presenze inquietanti. La coscienza collettiva è fondamentale, sulla mafia è molto più facile riuscire a parlare ai giovani perché è identificabile col sangue, i morti, gli attentati, le stragi. La corruzione invece non lascia traccia, ci sono anche dei gentiluomini o delle gentildonne. La corruzione danneggia il merito, quindi il tentativo di parlare ai giovani e la corruzione è molto meno semplice.
  • [Sulla separazione delle carriere dei magistrati] Questa è una riforma che può avere anche un senso ma che non ha niente a che vedere con l'efficienza. Del resto basterebbe vedere come viene evocata poi nelle vicende più disparate: se c'è un giudice che dà ragione al pubblico ministero viene evocata la separazione delle carriere, se c'è un giudice che dà torto al pm assolvendo viene evocata. Mi sembra un po' la storia del lupo e dell'agnello. [...] Questa riforma molto probabilmente passerà, io mi auguro di essere smentito. Il vero organo che esce assolutamente rafforzato è il pubblico ministero, non so perché gli avvocati sponsorizzano con tanto entusiasmo questa riforma, con argomenti a volte del tipo "ci diamo del tu con i giudici". Basterebbe vedere quante volte i giudici ci danno torto. Si dà per scontato il fatto che ci possa essere un rapporto personale e questo possa incidere sulle decisioni, lo trovo un argomento assolutamente puerile. Il vero grande problema è che il pubblico ministero da questa riforma uscirà particolarmente rafforzato e si porrà il problema di stabilire come debba essere in qualche modo controllato.
  • L'abrogazione dell'abuso d'ufficio è un brutto segnale per il Paese. Si dà per scontato che non sia più reato il comportamento del pubblico ufficiale che, abusando, danneggia qualcuno volontariamente. Non credo che questo sia utile per uno Stato liberale. Quella norma aveva un suo valore simbolico.
  • Avevamo previsto la presenza delle organizzazioni criminali nelle curve perché il calcio è uno strumento che mette insieme le persone più disparate. [...] dietro il calcio c'è un meccanismo di controllo del consenso che fa moltissimo gola alle mafie. Il calcio è una grande passione popolare e le mafie dal calcio trovano consenso. C'è stata una grande disattenzione al fatto che in curve di stadi importanti ci fossero personaggi davvero incredibili.

Citazioni non datate

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  • A quei magistrati, a quegli uomini delle forze dell'ordine, a quei giornalisti e a tutti quelli che, nei diversi settori, con l'impegno quotidiano e con i comportamenti coerenti cercano ogni giorno di arginare mafie e illegalità. (dedica de I Gattopardi)
  • Nel mio paese c'è un detto che ho sentito cento volte ripetere: La botte va risparmiata quando è piena. Ecco: il calcio va salvato prima che cada nel precipizio. Perché accanto al nero che avanza, c'è molto bianco che va preservato prima che si stinga in grigio. Perché oltre a quello degli scandali (e della mafia), c'è il calcio che ha portato la Nazionale di Cesare Prandelli in Calabria, a Rizziconi, a giocare una partita con il logo dell'antimafia, dimostrando che il pallone può e deve essere altro. C'è il calcio in cui si sono coronati sogni di riscatto che sembrano favole. In cui un ragazzino cresciuto tra vicoli malfamati o figlio di immigrati può ascendere ai fasti della Nazionale, o in cui un giovane troppo esile e figlio di un quartiere depresso di una città di provincia riesce a indossare la maglia della sua squadra del cuore: è successo a Lorenzo Insigne, che sta facendo sognare i tifosi napoletani regalando una speranza ai tantissimi ragazzi delle periferie abbandonate della mia regione. Oltre che essere un atto d'amore, questo libro racchiude in sé il desiderio di credere che i sogni, a volte, si avverino. E che il calcio sia uno dei mezzi che lo rende possibile (dall'introduzione a Football Clan, p. 10)

Citazioni tratte da articoli

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Raffele Cantone nel 2011
  • [Su Gomorra - La serie] Il problema è un altro, sottinteso al titolo. Contrariamente alla natura del libro, che si basa su vicende reali, quella trasmessa su Sky è una fiction. Ma questa differenza non viene percepita. Le persone che vedono Scarface non credono che quello sia il volto di Miami e della Florida, perché sanno che è un'opera inventata. Invece nel caso di Gomorra c'è un corto circuito tra i fatti raccontati nel libro attraverso la mediazione letteraria di Saviano e la creazione verosimile ma fantasiosa della serie tv. Gli autori hanno fatto una scelta legittima, quella di prendere spunto da un pezzo della realtà napoletana e impostare una visione intrisa di verosimiglianza. Ma non viene mai sottolineata la distanza tra le pagine di Saviano, che dieci anni fa hanno dato un contributo importante e originale nel far conoscere le dinamiche della camorra campana, e la narrazione televisiva che va in onda oggi. La stessa ambiguità va tenuta presente nel momento in cui si valuta il rischio di emulazione verso i personaggi dello schermo. Io non ritengo che la serie tv spinga verso l'emulazione. Certo, non ci sono figure positive nella saga dei Savastano ma è una caratteristica comune ad altre fiction: ne esistono di molto più violente, con personaggi decisamente spietati. So che i ragazzi che tendono a identificarsi con i modelli di Genny e Ciro non hanno bisogno certo di ispirarsi a camorristi della televisione, perché crescono a contatto con la presenza criminale: è uno degli aspetti più drammatici della condizione giovanile in alcune zone della Campania, dove spesso mancano gli stimoli a crescere nella legalità e le alternative al richiamo dei clan sono rare. Allo stesso tempo [...] c'è una fascia di pubblico in cui la visione di Gomorra innesca una riflessione e contribuisce a scuotere le coscienze.[8]

il Fatto Quotidiano

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Citazioni in ordine temporale.

  • Siamo subissati di segnalazioni su questioni universitarie, soprattutto sui concorsi. [...] C'è un grande collegamento, enorme, tra fuga di cervelli e corruzione. Non voglio entrare nel merito, non ho la struttura né la competenza ma la riforma Gelmini secondo me ha finito per creare più problemi di quanti ne abbia risolti. Per esempio, ha istituzionalizzato il sospetto: l'idea che non ci possano essere rapporti di parentela all'interno dello stesso dipartimento, il che ha portato a situazioni paradossali. In una università del Sud è stato istituzionalizzato uno "scambio": in una facoltà giuridica è stata istituita una cattedra di storia greca e in una facoltà letteraria una cattedra di istituzioni di diritto pubblico. Entrambi i titolari erano i figli di due professori delle altre università. Credo che questo sia uno scandalo e che lo sia il fatto che si sia stati costretti a fare questa operazione; se tutto avvenisse in trasparenza, la legge che nasce dalla logica del sospetto è una legge sbagliata.[9]
  • [Sul no dell'amministrazione 5 Stelle ai Giochi olimpici a Roma nel 2024] Resto perplesso sul fatto che qualcuno possa far ritenere che i rischi di corruzione non giustifichino un’opera. Perché, fino a quando noi ci ritrarremo per la paura, rischieremo di non diventare mai un Paese normale. Invece dobbiamo fare in modo che tutto questo non si verifichi. [...] Le preoccupazioni espresse sono giustificate, visti i precedenti.[10]
  • [Sulla legge spazzacorrotti] Non immagino neanche lontanamente che si possa definitivamente spazzare via la corruzione, chi lo dice o non sa cosa sono i corrotti o prende in giro il Paese, anche perché le norme penali hanno lunghissima gittata, ma la nuova legge ha completato un trend, su alcuni aspetti sono state fatte scelte positive.[11]
  • Sono assolutamente contrario all’abolizione, ma in tempi non sospetti ho affermato che il tema dell’abuso d'ufficio va posto, fuori dalla campagna elettorale e nelle sedi tecniche, perché c’è qualcosa che non funziona nella norma e può essere rivista. [...] C’è un dato indiscutibile: ovvero la quantità enorme di procedimenti che iniziano e la quantità infinitesimale di quelli conclusi con condanna. Il tema si pone perché spesso diventa un alibi per l’inerzia della pubblica amministrazione. Se iniziano tanti processi e pochi arrivano a sentenza definitiva, qualcosa va rivisto, ma non credo che se vengono compiuti atti di favoritismo evidenti possano essere esenti da valutazioni penali.[12]
  • Serve una normativa di sistema sul conflitto d’interessi, più volte annunciata in questi anni. [...] Allo stato, infatti, le armi per sterilizzare i conflitti di interesse sono decisamente spuntate; in tante occasioni sono state segnalate possibili (e gravi) situazioni di conflitti di interesse anche strutturale e l’Autorità si è dovuta limitare a rilevarne l’esistenza e a evidenziarla all’amministrazione con una semplice richiesta di rimuovere il conflitto.[13]
  • Girare la testa dall’altra parte è un vero e proprio comportamento di complicità che viene sempre più messo in discussione, [...] Tuttavia, in molte realtà crescono le segnalazioni anonime e questo è un segnale preoccupante, indice di sfiducia nei confronti delle amministrazioni. Un dato che fa pensare alla necessità di ulteriori piccoli interventi per migliorare la tutela dei segnalanti. Anche perché, il whistleblower è colui che ci mette la faccia.[14]
  • Sento che un ciclo si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo. [...] La magistratura vive una fase difficile, che mi impedisce di restare spettatore passivo. È una decisione meditata e sofferta ma credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura. Assistere a quanto sta accadendo, senza poter partecipare concretamente al dibattito interno mi appare una insopportabile limitazione, simile a quella di un giocatore costretto ad assistere dagli spalti a un incontro decisivo: la mia indole mi impedisce di restare uno spettatore passivo, ancorché partecipe. [...] L’Autorità nazionale anticorruzione, istituita sull’onda di scandali ed emergenze, rappresenta oggi un patrimonio del Paese. Sono circostanze che dovrebbero rappresentare motivo di orgoglio per l’Italia, invece sono spesso poco riconosciute come meriterebbero. Lascio la presidenza dell’Anac con la consapevolezza che dal 2014 il nostro Paese ha compiuto grandi passi avanti nel campo della prevenzione della corruzione, tanto da essere divenuta un modello di riferimento all’estero. Naturalmente la corruzione è tutt’altro che debellata ma sarebbe ingeneroso non prendere atto dei progressi, evidenziati anche dagli innumerevoli e nient’affatto scontati riconoscimenti ricevuti in questi anni dalle organizzazioni internazionali (Commissione europea, Consiglio d’Europa, Ocse, Osce, Fondo monetario) e dal significativo miglioramento nelle classifiche di settore.[15]
  • Assistiamo a una corruzione pulviscolare, il funzionario si accontenta di farsi pulire il giardino. È una corruzione diversa anni luce da quella di Tangentopoli, le mazzette sono di piccolo calibro rispetto al passato. È imparagonabile [...]. Il segnale che emerge è che sia una corruzione che proprio per il suo carattere pulviscolare può essere aggredita, sia con le misure repressive che con quelle preventive. L’Italia sta guadagnando posizioni nelle classifica della lotta alla corruzione e della trasparenza. Un quadro preoccupante ma non devastante. È un fenomeno che può essere ridimensionato e riportato ai binari fisiologici di una normale burocrazia.[16]
  • È giusto dare un segnale contro l’evasione, che è strettamente legata alla corruzione e che è un danno a tutti. Va bene inasprire le pene ma non è con le manette che si vince l’evasione, così come per la corruzione.[17]
  • Anche se è imparagonabile il livello di corruzione attuale con i livelli di Tangentopoli, il tema corruzione è scomparso dai riflettori. Io sono oggettivamente preoccupato.[18]

Il Mattino

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Citazioni in ordine temporale.

  • Il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, ha stabilito, con un atto vincolante per tutte le parrocchie che rientrano nella sua giurisdizione, il divieto sia di celebrazione di funerali pubblici per mafiosi, camorristi e malavitosi di ogni risma, sia l'inibizione per questi ultimi dalla possibilità di fare da padrino (o madrina) in battesimi, cresime e matrimoni.[...] Ed infine la decisione di Sepe potrà rappresentare esempio per tutti gli altri corpi intermedi (partiti, sindacati, ordini professionali etc) ad assumere decisioni responsabili ed autonome di contrasto alle mafie, smettendo di pensare che questo debba essere delegato soltanto a magistrati e forze dell'ordine.[19]
  • E qui si aggancia l'altra considerazione. E cioè quella del rapporto dei campioni dello sport con i giovani, con la società civile, con le tifoserie. Personaggi visti, oggettivamente, come simboli. E a loro non può non competere la responsabilità, per questo, di essere simboli positivi: di riscatto sociale e di capacità personale premiata attraverso i successi sportivi, la fama, il denaro. Se sporcano la loro immagine con frequentazioni dubbie e censurabili, se aderiscono acriticamente alle richieste che arrivano dai loro agenti e accettano i tour nelle Vele di Scampia, inquinano il simbolo e il valore sociale proprio e dello sport.[20]
  • È questo il momento che politica batta un colpo, per arginare quella che oggi è ancora una piccola onda e che si speri non si trasformi in un cavallone o in altro; tutti gli schieramenti si occupino dell'etica e dell'onestà di coloro che rivestano cariche pubbliche ed adottino scelte chiare per il presente e soprattutto per il futuro; sono indispensabili regole deontologiche e normative rigorose che sanzionino comportamenti opachi e rapporti collusivi, senza attendere le indagini giudiziarie; si tratta di un'esigenza ancora più impellente in un momento in cui l'autorevolezza della classe dirigente è determinante per imporre ai cittadini scelte di rigore sul piano economico e per mandare segnali di credibilità ai mercati internazionali.[21]
  • La repressione, necessaria ed indispensabile, da sola, e non accompagnata da un'opera di bonifica e di miglioramento dei contesti sociali ed economici, dimostra in conclusione di non riuscire a distruggere fenomeni ancora così radicati; se non si prosciuga il brodo di coltura, queste arabe fenici risorgeranno sempre dalle loro apparenti ceneri.[22]
  • Si tratta di una di quelle tante illegalità [materiale pirotecnico irregolare e suo utilizzo] che rischiano di essere sottovalutate in un territorio caratterizzato purtroppo da ben più gravi forme di vera e propria criminalità; ma la tolleranza delle illegalità, anche minori (e quella di cui si sta parlando è tutt'altro che minore), non può né deve mai trovare alibi o giustificazioni, perché è la stessa tolleranza generalizzata che apre la strada all'assuefazione del cittadino a ritenere che le regole siano nient'altro che optional volontari.[23]

Incipit di Solo per giustizia

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Sulla mia scrivania c'è uno scatolone. Devo riempirlo di tutte le mie cose che ancora si trovano in quest'ufficio. Al momento ci sto riponendo i calendari e i crest, gli scudetti decorativi che i vari comandi di carabinieri, polizia e finanza mi hanno donato nel corso degli anni. Sono come trofei, che servono a mostrare a chiunque capiti nell'ufficio di un pm come la collaborazione con le forze dell'ordine crei quei rapporti di stima e spesso anche di amicizia indispensabili per questo lavoro e capaci di renderlo meno disumano. Sono molto affezionato ad alcuni di questi crest, e a uno in particolare, che raffigura quasi sovrapposti i volti sorridenti di Falcone e Borsellino, regalo dei carabinieri di Mondragone.

Citazioni su Raffaele Cantone

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  • Qualche volta, quando non ne posso più della mia vita blin­data, sento Raf­faele Can­tone per­ché vive costan­te­mente sotto scorta non da due anni, ma da molti di più. Can­tone ha scritto un libro che rac­conta il suo peri­odo alla Dda di Napoli, inti­to­lato Solo per gius­tizia. Diviene mag­is­trato quasi per caso, dopo aver com­in­ci­ato a fare prat­ica come avvo­cato penal­ista. Diviene mag­is­trato per amore del diritto. Ed è pro­prio quel per­corso che lo porta a divenire un nemico giu­rato dei clan. Non lo muove nes­suna idea di red­imere il mondo, nes­suna vocazione mis­sion­aria a voler estir­pare il can­cro della crim­i­nal­ità orga­niz­zata. Lo guidano invece la conoscenza del diritto, la volontà di far bene il pro­prio lavoro, e anche il deside­rio di capire un fenom­eno vicino al quale era cresci­uto. A Giugliano. Un ter­ri­to­rio attra­ver­sato da guerre di camorra che ricorda sin da quando era ragazzo.[...] Raf­faele Can­tone oggi non lavora più alla Dda, è diven­tato giu­dice al mas­si­mario della Cas­sazione. Ma ha voluto dare un altro stru­mento per scon­fig­gere le mafie. Un libro in cui si rac­conta come si arriva a diventare uno dei prin­ci­pali nemici dei clan e come è fatta la vita di chi li com­batte: solo per giustizia. (Roberto Saviano)

Note

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  1. Da Massimiliano Forgione, Intervista a Raffaele Cantone, Il Mattatoio, 28 dicembre 2009.
  2. Da un intervento a Palazzo Valentini, Roma, 14 luglio 2011; citato in controlemafie.wordpress.com.
  3. Dall'intervista di Conchita Sannino, Il giudice Cantone "Sono cattolico, ma...", la Repubblica, 27 agosto 2012.
  4. Citato in Alessandro Da Rold, La mafia nel calcio, per avere più potere e riciclare, linkiesta.it, 1º marzo 2015.
  5. Citato in Cantone, criminalità organizzata dietro certe coop che operano in accoglienza e sanità, rainews.it, 12 ottobre 2015.
  6. Da intervista di Gianluca Di Feo, Cantone e la paranza dei bambini: “Mai più altri Sibillo”, rep.repubblica.it, 11 maggio 2018.
  7. Citato in Liana Milella, Cantone e l'allarme sul referendum giustizia: "Senza la legge Severino i mafiosi nelle istituzioni", repubblica.it, 17 febbraio 2022.
  8. Da Cantone: la mia Napoli non è solo Gomorra, in quella fiction manca la speranza, repubblica.it, 2 giugno 2016.
  9. Da Corruzione, Cantone: “Subissati da segnalazioni dalle università. Nesso enorme con cervelli in fuga”, ilfattoquotidiano.it, 23 settembre 2016.
  10. Da Corruzione, Cantone: “Subissati da segnalazioni dalle università. Nesso enorme con cervelli in fuga”, ilfattoquotidiano.it, 23 settembre 2016.
  11. Da Anac, Cantone pensa all’addio e presenta domanda per la guida di tre procure, ilfattoquotidiano.it, 5 febbraio 2019.
  12. Da Abuso d’ufficio, Cantone: “Contrario all’abolizione, ma tema va posto: qualcosa nella norma non funziona”, ilfattoquotidiano.it, 23 maggio 2019.
  13. Da Conflitto d’interessi, Cantone: “Serve legge”. E Bonafede: “Per la Lega non è priorità? C’è nel contratto di governo”, ilfattoquotidiano.it, 6 giugno 2019.
  14. Da Whistleblowing, oltre due segnalazioni di condotte illecite al giorno. Cantone: “Servono maggiori tutele per chi segnala”, ilfattoquotidiano.it, 5 febbraio 2019.
  15. Da Raffaele Cantone lascia l’Anac e torna in Cassazione: “Ciclo definitivamente concluso”, ilfattoquotidiano.it, 23 luglio 2019.
  16. Da Corruzione, Raffaele Cantone (Anac): “Il posto di lavoro nuova tangente”, ilfattoquotidiano.it, 17 ottobre 2019.
  17. Da Fisco, Cantone: “Inasprimento delle pene serve, ma evasione non si vince solo con le manette”, ilfattoquotidiano.it, 17 ottobre 2019.
  18. Da Corruzione, Cantone (Anac): “Il tema è scomparso dai riflettori. Sono preoccupato”, ilfattoquotidiano.it, 17 ottobre 2019.
  19. Da Un gesto che vale più di una scomunica, Il Mattino, 14 maggio 2011; citato in controlemafie.wordpress.com.
  20. Da Sport pulito e simboli da proteggere, Il Mattino, 6 giugno 2011; citato in controlemafie.wordpress.com.
  21. Da Questione morale, l'argine che manca, Il Mattino, 16 luglio 2011; citato in controlemafie.wordpress.com.
  22. Da Boss a 20 anni, la camorra senza regole, Il Mattino, 9 agosto 2011; citato in controlemafie.wordpress.com.
  23. Da Fuochi, più regole non solo a Capodanno, Il Mattino, 14 settembre 2011; citato in controlemafie.wordpress.com.

Bibliografia

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  • Raffaele Cantone, Football Clan, Rizzoli, Bologna, 2012.
  • Raffaele Cantone, I Gattopardi, Mondadori, Milano, 2010.
  • Raffaele Cantone, Solo per giustizia, Mondadori, Milano, 2008.

Altri progetti

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