Rahul Gandhi

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Rahul Gandhi nel 2013

Rahul Gandhi (1970 – vivente), politico indiano.

«Darò la mia vita per salvare la democrazia indiana. Amo l'Italia»

Intervista di Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 1 febbraio 2023.

  • [In riferimento alla marcia a piedi di 3.500 km per unire l'India] La marcia non è che l'espressione di un fenomeno molto più vasto, cui sono affidate le nostre ultime speranze. La democrazia indiana è molto diversa da quella occidentale, ma viene da un'idea antichissima che si è manifestata da ultimo nel Mahatma Gandhi: l'Ahimsa, la non violenza. La democrazia è umiltà. È riconoscere l'altro. Io non ti sottraggo spazio; lo creo, facendo un passo indietro. La democrazia è credere nella natura umana. Quando il potere diventa violento e superbo, allora si arriva al fascimo.
  • [Sulla nonna Indira Gandhi] Ero il nipote preferito. Da bambino odiavo gli spinaci e i piselli. Ma mio padre Rajiv, suo figlio, era severo, e pretendeva che finissi tutto. Allora la nonna apriva il giornale e mi diceva: Rahul, leggi qui. Era il segnale convenuto: nascosto dal giornale, rovesciavo i piselli o gli spinaci nel suo piatto.
  • Ci sono tante cose dell'Italia che ammiro. La creatività. La passione. Il talento per la bellezza. Amo la musica italiana: Mina, ma anche le canzoni napoletane. Amo il calcio.
  • La convivenza delle genti, e la realizzazione di se stessi, attraverso la ricerca non violenza della verità. La nostra è una missione. Un'idea quasi religiosa. Vale più di tutti noi, più della nostra stessa vita; per questo sono pronto a morire se necessario, come sono morti mia nonna e mio padre. È un'idea talmente forte che mia madre, una donna nata in Italia, le ha dedicato l'intera esistenza.

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