Raimondo Montecuccoli
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Raimondo Montecuccoli (1609 – 1680), generale, politico e scrittore italiano.
Memorie
[modifica]- Qual meraviglia... richiesto tal uno delle cose necessarie alla guerra, egli rispondesse, tre esser quelle: Danaro, danaro, danaro! (libro I, XIV[1])
- Chi può viver senza mangiare, esca in campagna senza le vittovaglie necessarie. (libro I, XLII[2])
- Nissuno stato pubblico può godersi la quieta, né ribattere l'injurie, né diffendere le leggi, la religione e la libertà senza arme. (libro I, XLIV[3])
- Trattar le cose con molti, risolverle con pochi, o da se solo. (libro I, LXIX[4])
- L'arte, che imita la natura, opera per gradi, e non a salti. (libro III, VIII[5])
- È la lancia la regina dell'armi a cavallo. (libro III, XVI[6])
- L'ozio è somite del vizio, e della virtute negozio. (libro III, XXIV[7])
Aforismi dell'arte bellica
[modifica]- La nascita, [...] quanto più [è] cospicua, tanto più ella ispira venerazione di se stessa negli animi de' soggetti. (lib. I, cap. II, Dell'apparecchio, tit. I, Degli uomini; 1821, p. 81)
- Le parole di comandamento siano brevi, chiare, non ambigue. (lib. I, cap. II, Dell'apparecchio, tit. I, Degli uomini; 1821, p. 92)
- Per blocco, o per ossidione pigliansi più facilmente che per la forza quelle piazze che sono molto popolate, o molto forti, o di vasta circonferenza, che richiedono gran presidio. Il tempo adatto si è quando vi è penuria di viveri dentro, come suole succedere poco innanzi alla raccolta, o che vi è molta gente, come in occorrenze di solennità, o di fiere. (lib. I, cap. V, Delle fortezze, tit. II, Dell'attacco; 1821, p. 196)
- La guerra è un'azione d'eserciti offendentisi in ogni guisa, il cui fine si è la vittoria. (1973; p. 7)
- Il denaro è quello spirito universale, che per lo tutto infondendosi, lo anima e lo muove, ed è virtualmente ogni cosa, lo stromento degli strumenti, che ha la forza d'incantare lo spirito de' più savi e l'impeto de' più feroci. (1973; p. 37)
- Nessuno stato pubblico può godersi la quiete, né ribattere le ingiurie, né difendere le leggi, la religione e la libertà senza armi. (p. 1973; 37)
- L'attacco insegna la difesa. (1973; p. 75)
- Le battaglie dànno e tolgono i regni, pronunziano le sentenze decisive e inappellabili fra i potentati, terminano la guerra e immortalano il capitano. Esse o si cercano, o si fuggono o si dànno. (1973; p. 90)
- Al Turco sempre armato non è mai calva l'occasione, la quale può egli senza indugio, qualunque volta a lui piace, afferrare per i capelli. (1973; p. 98)
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Raimondo Montecuccoli, Opere, a cura di Giuseppe Grassi, vol. I, Torino, Stamperia di Giuseppe Favale, 1821.
- Thomas Benfield Harbottle & Philip Hugh Dalbiac, Harbottle – Dictionary of quotations French and Italian, S. Sonnenschein Editore, Londra, 1904. (Disponibile su Wikisource) (L'autore nell'indice del libro)
- Raimondo Montecuccoli (a cura di Emilio Faccioli), Aforismi dell'arte bellica, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1973.
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