René François Rohrbacher

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Stele commemorativa di Rohrbacher con un richiamo alla sua opera più celebre

René François Rohrbacher (1789 – 1856), storico francese.

Storia universale della Chiesa cattolica[modifica]

Incipit[modifica]

La Chiesa cattolica è nel suo insieme la società di Dio cogli angeli e coi fedeli. Sussiste ella fino dall'eternità in Dio, o a più vero dire essa è Dio medesimo: società ineffabile di tre Persone in una stessa essenza. Attraversa essa i secoli, e passa sulla terra per accoglierci in quella santa unità universale e perpetua, e rieder con noi nell'eternità onde è uscita. Nella espettativa di vederla e ammirarla un giorno, narreremo intanto ciò che abbiamo saputo del suo viaggio nel tempo.

Citazioni[modifica]

  • Il genere umano provava in grande quel che noi proviamo in piccolo,vale a dire la lotta tra lo spirito e la carne, la ragione e le passioni. Dio ci avea fatti uno, ma il peccato ci divise e fin d'allora due uomini sono in noi, Caino cioè ed Abele, carnale il primo e spirituale il secondo, l'uno terrestre e l'altro celeste, l'uno dell'uomo e l'altro di Dio. (vol. I, p. 98)
  • I bramani, questi filosofi tanto vantati, s'intitolano ben volentieri gli dèi della terra, e per giustificar quel titolo, si attribuiscono questa genealogia; ora discendono essi da quei sette Richis o penitenti che furon salvati dal diluvio insieme a Manou, e che a cagione della loro estrema santità, vennero trasportati in cielo, e sono le sette stelle dell'Orsa maggiore; ora, e questa è la favola più in voga, allorché Brama volle creare gli uomini, trasse i bramani dalla sua testa; i Kchatrias o guerrieri, dalle sue spalle; i Viessias o commercianti, dal suo ventre, e i Sudras o artigiani, dai suoi piedi. Queste son le quattro caste dai filosofi dell'India stabilite e consacrate come il fondamento della costituzione religiosa e politica. (vol. I, p. 707)
  • [...] i bramani sono i farisei dell'India, per l'affettazione nel modo di vivere, per lo stesso scrupolo per le macchie del di fuori, per l'uso continuo delle abluzioni e del bagno, per lo zelo medesimo, per le minuzie, pella stessa negligenza su quanto vi è di più essenziale, pel medesimo orgoglio, per la medesima ostentazione e per la stessa ipocrisia. Né mancano di quelli che praticano letteralmente quel che dice il Salvatore, cioè che bevono a traverso un colatoio per tema d'ingoiare un insetto, nel tempo che ingoiano un cammello, calpestando cioè la giustizia, l'umanità e la misericordia. (vol. I, p. 708)
  • Assai al di sotto dell'ultima casta e ben sotto ai sudras, stagna nella servitù, nell'obbrobrio e nella miseria, la quarta parte dell'indiana popolazione, sotto il nome di parias. Il mangiare con questi sventurati, o il toccare dei cibi da questi preparati, ed anco il bere l'acqua da loro attinta; il servirsi di vasi di terra che han tenuto in mano; il metter piede nelle loro dimore o permetter loro di entrar nella propria, sono, agli occhi dei filosofi, altrettanti delitti che escludono un indiano dalla sua casta. (vol. I, p. 708)
  • Epicuro ha dunque un bel girarsi e rigirarsi, negar la Provvidenza, negar le pene e le ricompense di un'altra vita; far servire al piacere la giustizia, l'amicizia ed ogni altra virtù; ridurre l'umano intelletto a combinazioni di atomi, ed ambire, come il sommo dei beni, la condizione della bestia, che ei si trova sempre allo stesso punto, solo contro tutti, solo in tutti i luoghi, contro tutti i tempi e contro tutti gli uomini o tutto il genere umano, il quale mai non desiste dal proclamare un Dio rimuneratore e vendicatore, l'immortalità dell'anima e la distinzione eterna del bene e del male, e dal condannare in tal modo il sistema Epicuro come di altrettanto falso, quanto obbrobrioso. (vol. I, p. 774)

Bibliografia[modifica]

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