Caino e Abele

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Caino e Abele offrono i loro sacrifici (Gustave Doré, 1866)

Caino e Abele, personaggi della Bibbia, figli di Adamo ed Eva.

Citazioni su Caino e Abele[modifica]

  • Abele e Caino s'incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: "Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima". "Ora so che mi hai perdonato davvero" disse Caino "perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare". Abele disse lentamente: "È così. Finché dura il rimorso dura la colpa". (Jorge Luis Borges)
  • Capisch'io puro che agguantà un tortore | e accoppacce un fratello piccinino, | pare una bbonagrazia da bburrino, | un carciofarzo de cattiv'odore. || Ma cquer vede ch'Iddio sempre ar zu' mèle | e a le su' rape je sputava addosso, | e nnò ar latte e a le pecore d'Abbele, || a un omo com'e nnoi de carne e dd'osso | aveva assai da inacidijje er fele: | e allora, amico mio, tajja ch'è rosso. (Giuseppe Gioachino Belli)
  • Il genere umano provava in grande quel che noi proviamo in piccolo,vale a dire la lotta tra lo spirito e la carne, la ragione e le passioni. Dio ci avea fatti uno, ma il peccato ci divise e fin d'allora due uomini sono in noi, Caino cioè ed Abele, carnale il primo e spirituale il secondo, l'uno terrestre e l'altro celeste, l'uno dell'uomo e l'altro di Dio. (René François Rohrbacher)
  • Inutile chiedere a Caino chi dei due è il giusto Abele: ti risponderà che è lui. E purtroppo anche l'altro. E Abele, nel momento in cui dice di essere Abele per opposizione a Caino, è già Caino. Solo da chi muore e da chi sopravvive sapremo chi è chi, come fra ladri e carabinieri. Abele è Abele soltanto una volta morto. Un po' tardi, no? Che se ne fa il mondo di un Abele morto? Quello che se ne faceva di un Abele vivo: niente. Inoltre, se non fosse stato per la mano allo stesso tempo fratricida e fraterna di Caino, Abele non sarebbe mai stato nessuno, né da vivo né da morto. È Caino destinato a raccontarci chi era e come era Abele, Abele, facendo solo, tace sempre e soprattutto tace tutto del bene che fa. E Caino l'addetto alle pubbliche relazioni con la Storia e, pertanto, è lui a creare la memoria storica dell'umanità e la sua utopia migliorista, che niente ha a che vedere col suo presente e il suo futuro di Caino. Il Bene è solo l'ozio del Male in vena di speculazioni filosofiche. E Caino, fermandosi al richiamo di Dio, alza la testa, si stringe nelle spalle, allarga le mani insanguinate del sangue del fratello e Gli risponde, «Ma Dio, non sono io, c'est la vie!». E neanche Dio non può farci niente, proprio come l'uomo: sa chi è l'uno Abele e sa chi è l'altro Caino e morta lì. (Aldo Busi)
  • Iordanum dixisse, che Cain fu huomo da bene e che meritamente uccise Abel suo fratello, perché era un tristo e carnefice d'animali. [...]
    Ragionandosi di quei che ammazzavano li animali, mostrava d'haverli compassione e diceva che faceano male, e che Abel era stato un carnefice [...].
    Ragionando seco de li huomeni giusti, Giordano dicea che non ve n'era alcuno, e che il primo huomo che fu tenuto giusto, che fu Abel, era un carnefice homicidial di animali, e che havea meritato esser ammazzato, e che Cain era un huomo da bene et havea fatto bene ammazzar Abel.[1] (dagli atti del processo di Giordano Bruno)
  • Ogni Abele ha il suo Caino. (proverbio italiano)
  • Peccato che Caino e Abele non fossero fratelli siamesi. (Stanisław Jerzy Lec)
  • Quando Caino uccise Abele, e quest'ultimo non reagì, si ebbe il primo precedente. "La vittima morta non presenta appello." (Stanisław Jerzy Lec)

Genesi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta.
  • Caino disse al fratello Abele: "Andiamo in campagna!". Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: "Dov'è Abele, tuo fratello?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?". Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello".
  • Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. "Perché – disse – Dio mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso".

Note[modifica]

  1. Dalle deposizioni di Frate Celestino e Francesco Graziano (compagni di cella di Giordano Bruno a Venezia); citato in Luigi Firpo, Il processo di Giordano Bruno, a cura di Diego Quaglioni, Salerno Editrice, Roma, 1998, p. 273. ISBN 88-8402-135-9
    Vedi anche il paragrafo dedicato su Wikibooks.

Voci correlate[modifica]

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