Riccardo Luna
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Riccardo Luna (1965 – vivente), giornalista italiano.
Citazioni di Riccardo Luna
[modifica]- Il 25 aprile 1996 nelle tv americane, in programmi di punta come il Late Night Show di David Letterman, e poi anche nel Saturday Night Live, debutta uno strano spot: si vedeva un giovane precocemente calvo alle prese con impossibili riportini fino a quando non si siede davanti a un pc, va su yahoo.com, cerca "capelli" e dopo lo si vede aggirarsi come un fiero capellone nelle strade. Slogan: "Do You Yahoo?"
Yahoo! era una startup, lanciata un paio di anni prima da David Filo e Jerry Yang, che pareva destinata a un enorme successo. E probabilmente lo avrebbe avuto se nel 1998 non fosse arrivata Google, e sei anni dopo Facebook. [...] Quando attorno al 2000 iniziò il declino si disse che la causa era nel fatto che Yahoo! si era messo a fare troppe cose per farle tutte bene: ma poi Google non si è limitato al motore di ricerca, e ha aggiunto un servizio mail, ma anche un servizio news, ma anche una piattaforma per le inserzioni pubblicitarie. E così abbiamo capito che il problema non era in quante cose Yahoo! avesse diversificato l'offerta, ma nel fatto che Google le facesse meglio. Quello spot resta uno dei primissimi esempi del tentativo di raccontare il Web a un pubblico largo come quello televisivo.[1] - Quando finì la seconda guerra mondiale, e la speranza cresceva a fatica fra le macerie, Adriano Olivetti in fabbrica agli operai fece un discorso bellissimo. Disse più o meno che non dobbiamo smettere di sognare, di guardare lontano, perché se non possiamo vederlo, il futuro, non potremo nemmeno realizzarlo. C'è qualcuno che lo vede, quel futuro, per noi adesso?[2]
- Sono passati 150 anni e la storia non cambia. C'è sempre nell'aria un Red Flag Act che potrebbe salvare qualche posto di lavoro. Ma è una illusione, lo sappiamo tutti. Anche quelli che lo propongono. Allora che fare per non perdere il futuro? Investire su di noi. Il nostro capitale umano. Tornare a scuola. Tutti. I robot non ci levano il lavoro, lo creano, anche, se siamo "computer savvy". A nostro agio con i computer. Vale per gli anziani, per gli artigiani, per gli insegnanti. Vale per tutti. Tutti abbiamo qualcosa da imparare, tutti abbiamo qualcosa da insegnare. I ragazzi possono insegnare internet ai nonni e imparare un mestiere o anche solo il senso della vita. L'esperienza. In Estonia lo hanno fatto: dieci anni fa sono andati porta a porta, contadino per contadino. Gli hanno spiegato il senso di Internet. E sono diventati il primo paese digitale del mondo. Non solo con la tecnologia (che pure serve). Con la cultura.[3]
- Wikipedia è troppo bella per essere vera: in un mondo guidato dal profitto ha messo al centro la conoscenza, al posto della competizione si è basata sulla collaborazione anche fra estranei, e la tecnologia - la piattaforma wiki - l'ha messa al servizio delle persone. Insomma dal 2001 è sempre andata in direzione ostinata e contraria. Non stava sbagliando strada, stava costruendo una utopia. Nel mare del web, l'isola che non c'era.[4]
Note
[modifica]- ↑ Da In tv arriva uno strano spot che ci chiede: "Do You Yahoo?", repubblica.it, 25 aprile 2022.
- ↑ Da Il 2021 secondo Adriano Olivetti, repubblica.it, 29 dicembre 2020.
- ↑ Da Che cosa dobbiamo fare per non perdere il nostro futuro?, huffingtonpost.it, 27 ottobre 2014.
- ↑ Da Wikipedia, 20 anni in direzione ostinata e contraria, repubblica.it, 15 gennaio 2021.
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