Robert Švarcman
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Robert Michajlovič Švarcman (1999 – vivente), pilota automobilistico russo con cittadinanza israeliana.
Citazioni di Robert Švarcman
[modifica]- Quando sono arrivato nel mondo Endurance, ho capito che le gare non si vincono alla prima orae. Bisogna essere aggressivi, ma allo stesso tempo intelligenti. Se non prendi un rischio e non cogli il momento, rischi di rimanere dietro a una macchina, uccidendo le gomme e perdendo tanto tempo. D'altra parte non puoi fare il kamikaze è distruggere la tua gara. È sempre una questione di equilibrio. Bisogna essere pronti a cogliere ogni opportunità, ma sempre con un po' di margine. Io arrivo dalle monoposto, dove basta un contatto per ritirarsi e qui è ancora più importante perché la gara è ancora lunga. Va tutto bilanciato.[1]
Intervista di Roberto Chinchero, motorsport.com, 5 agosto 2022.
- [«Come è maturata la scelta di prendere la licenza in Israele?»] Semplice. Sono nato in Israele, a Tel Aviv, e li ha vissuto la famiglia di mio padre, che è israeliana. Ho trascorso a Tel Aviv i miei primi tre anni di vita, poi la mia famiglia si è trasferita in Russia [...]. Quando ho iniziato la mia attività in karting mio papà [scomparso due anni fa per complicazioni legate al COVID-19, ndr] ha deciso di farmi prendere la licenza russa, poiché vivevamo li. Ero giovanissimo, sei anni, e poco dopo ho iniziato a frequentare l'Italia, che è da sempre l'epicentro del mondo del kart, e così dopo un po', a nove anni, mio padre ha preso la decisione che sarebbe stato meglio per me trasferirmi in Italia. All'inizio parlavo un po' di inglese, ma poi ho velocemente appreso anche l'italiano dovendo frequentare anche la scuola. Da allora non mi sono più spostato [...]. Tornando alla domanda, ho sempre avuto ovviamente il passaporto israeliano, e per questo, quando la situazione tra Russia e Ucraina è precipitata ho deciso di chiedere la licenza in Israele. Dopotutto io voglio fare il pilota, arrivare in Formula 1 è il mio unico traguardo e, nell'attesa che le autorità del motorsport prendessero le decisioni che poi hanno preso, in me è subito scattata l'esigenza di fare in modo di essere quanto prima di nuovo disponibile qualora la Ferrari avesse avuto bisogno di mettermi in macchina. Abbiamo reagito in fretta per evitare di perdere qualunque potenziale opportunità.
- [«Che effetto ti ha fatto assistere al conflitto Russa-Ucraina?»] Le immagini che abbiamo visto credo che si commentino da sole. Sono ancora giovane e non ho ancora tanta esperienza di vita, ma questo conflitto, così come tutti i conflitti, è un male per tutti. Vedere morire delle persone è qualcosa di tragico che non vorresti vedere mai. Mi ha colpito e mi colpisce perché sembra una cosa così lontana dal mio mondo, ho sempre vissuto concentrato sulla mia attività sportiva, e continuo a farlo, ma si fa fatica ad accettare una realtà del genere. Mi è stato detto "perché non scrivi qualcosa sui social in merito?" e ci ho pensato, ma cosa potrei aggiungere alla fine? Mi sembra qualcosa di irreale e più grande di me. Ci sono cose che forse capirò col tempo, sono cresciuto in un mondo senza frontiere, con forti valori e apertura mentale ed è chiaro che quello che sta accadendo è molto distante da tutto questo. Io voglio concentrarmi sul costruire qualcosa di buono, che possa rendere orgogliosa la mia famiglia e possa avverare il sogno di mio padre che desiderava vedermi in Formula 1.
- [«Ti manca l'adrenalina del weekend di gara?»] Durante i weekend di gara di Formula 1 il mio ruolo è quello di "race support": lavoriamo a Maranello fino a quando c'è bisogno di noi, nel fine settimana di Miami abbiamo terminato alle sei del mattino! La nostra è come se fosse una terza macchina, ovviamente virtuale, che gira nelle prove libere. L'adrenalina mi manca, certo, ed è stato già diverso quando ho girato al Mugello, perché sono tornato a dover fare i conti con la forza "G" reale, e senti quel feeling di quando ti avvicini al limite. Per quanto il mondo virtuale si sia evoluto, l'adrenalina che senti quando sai di essere molto vicino al limite non la trovi da nessun'altra parte che non sia la pista.
Note
[modifica]- ↑ Dall'intervista di Carlo Platella, Dall'idolo Senna alla Ferrari, Shwartzman si racconta: "L'Italia è una seconda casa", formulapassion.it, 6 giugno 2024.
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