Robert Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury

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Robert Gascoyne-Cecil

Robert Arthur Talbot Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury (1830 – 1903), nobile e politico britannico.

Citazioni su Robert Gascoyne-Cecil[modifica]

Daniele Varè[modifica]

  • Invitato una volta a un gran ricevimento ufficiale, la sua carrozza si fermò per errore dinanzi a una casa modesta, dove si dava un bal blanc. Entrò e non vide che giovanotti e giovanette, che ballavano. Ma passaron venti minuti prima che Lord Salisbury si accorgesse di non trovarsi nella casa, ove era aspettato. A questa distrazione faceva uno strano contrasto la sua perspicacia nel valutare la maggiore o minore finezza di educazione e di carattere delle persone e specialmente delle signore.
  • Lord Salisbury era un uomo singolare, diverso dai contemporanei per molte qualità e per molti difetti. Ma in lui, come in Lord Hartington[1], vi eran caratteristiche tipiche degli statisti inglesi della classe aristocratica.
    Nelle memorie biografiche, scritte da sua figlia, Lady Gwendolen Cecil, essa ce lo descrive, la sera in cui, sobbarcandosi al lavoro per cui era ben preparato, si chiuse in camera per redigere il dispaccio, che all'indomani dovea sottoporre al gabinetto. E si chiudeva a chiave, dietro porte doppie! Soltanto così potea lavorare serenamente. Odiava le interruzioni, anche dei propri segretari, che pur dovean entrare e uscire dal suo ufficio. Inventava volentieri delle scuse per allontanarsi da loro e per tenerli lontani, sebbene loro fosse grato della volenterosa cooperazione. Ma non sapeva delegare le responsabilità – difetto che lo obbligava ad un lavoro più intenso del necessario. Diceva di non aver tempo per non fare tutto da sé. Né comprendeva quale vantaggio vi potesse essere nel consultarsi con i subordinati. E ciò non per superbia, ma per intensità di riserbo.
  • Nulla era più alieno dall'anima di Lord Salisbury che il desiderio di attirare su sé stesso l'attenzione, anche benevola, del pubblico. Non approvava il fatto che il favore degli elettori potesse dipendere – per il governo in carica – dalla sua politica estera. Ciò implicava una tendenza al sensazionale, che gli era odiosa, ed impediva invece la tranquilla continuità d'azione, ch'egli stimava indispensabile. Non per nulla Lord Salisbury era un aristocratico.
  • [Aveva] una caratteristica incapacità fisica a riconoscere la gente. Una volta mancò persino di riconoscere un proprio collega di gabinetto, e si scusò col dire che, siccome nelle riunioni dei ministri, solevan sedere l'uno accanto all'altro, l'avea sempre visto di profilo e non conosceva la sua fisonomia vista di faccia.

Note[modifica]

  1. Spencer Cavendish, VIII duca di Devonshire (1833-1908), nobile e politico britannico, conosciuto anche come Lord Hartington.

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