Rodolphe Töpffer
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Rodolphe Töpffer (1799 – 1846), fumettista, illustratore e scrittore svizzero.
Citazioni di Rodolphe Töpffer
[modifica]- Certo, il vagabondaggio è una cosa necessaria almeno una volta nella vita, ma soprattutto a diciott'anni, quando s'esce dalla scuola. È lì che l'anima disseccata sui libercoli si ravviva; essa sosta per riconoscersi, finisce la vita tolta a prestito per cominciare la propria. [...] Così, un'estate intera trascorsa in quello stato non mi sembra superflua in una educazione accurata. È addirittura probabile che una sola estate non basterebbe a formare un grand'uomo: Socrate vagabondò per anni; Rousseau fino a quarant'anni; La Fontaine, tutta la vita. E tuttavia non ho trovato questo precetto in alcuna opera educativa.[1]
- Il Duca seguì in questo [scrivere un libro di aforismi] la massima di Socrate che esorta l'uomo a guardare nel proprio cervello. Γνῶθισεαυτόν (questo è greco) di più non significa. Per me dubito se molto v'abbia da guadagnare in questa abituale contemplazione. Sono molti i punti ne' quali torna meglio ignorare sé stesso. Alcuni, meglio conoscendosi, diverrebbero peggiori. V'ha chi veggendo ingrato il suo campo a buona coltura, si determina a trar partito dall'erbe male.[2]
Viaggi a zig-zag in Valle d'Aosta, Piemonte e Liguria
[modifica]- Per parecchio tempo viaggiamo sui versanti meridionali degli Appennini senza mai scorgere il mare, ma i nostri occhi scorrono sul ridente e bel vallone che si chiama Riviera di Genova. A destra e a sinistra le ville variopinte fanno il più grazioso effetto tra i boschetti d'un verde scuro e maestoso. Qui c'è il pino d'Italia che si apre a parasole, là c'è il cipresso, fiero, gigantesco, che decora la campagna. Ad un tratto: «Il mare, il mare!», gridiamo, e una linea orizzontale ci appare lontana, attraverso l'arco d'un ponte. A misura che ci avviciniamo, la linea s'allarga, si estende, abbraccia tutto l'orizzonte dove divide a metà dei mondi di nubi scintillanti di fuochi, diafane di luce. (p. 89)
- [Su Genova] Il faro, il porto, le navi, il rumore, l'allegria, la polvere, tutto questo forma un carosello mobile nel quale, tranquilli e silenziosi, ci lasciamo cullare per il divertimento, la sorpresa, la rapida successione di mille piacevoli scenette. (p. 89)
- I palazzi, comunque, sono magnifici, magnifici come palazzi ma assolutamente scomodi come abitazioni. Le sedie sono troppo alte, e così le mensole, gli specchi nessuno arriva a vedersi. Ovunque c'è lusso, bellezza, maestosità, ma più nulla è in accordo con i costumi; sale di consiglio, sale d'aspetto, sale d'udienza per una città, per un popolo che non ha più, ahimè, ricevimenti, udienze, consigli: rovine dorate d'una repubblica illustre, brillante sarcofago d'una nobiltà delusa, sulle quali chiosa l'itinerario e vive il cicerone, come i vermi vivono su ciò che è fiorito, ha prosperato, vissuto! (p. 91)
- Così, mentre alcuni tornano in albergo, altri, più curiosi, percorrono passeggiando le strade. In una città come Genova è ancora meglio che visitare i palazzi, tanto le costruzioni sono bizzarre, le vie singolari, la popolazione attiva, vociante, numerosa, e l'aspetto di tutte le cose è singolare. M. Töpffer, accompagnato da una dozzina di viaggiatori, cerca di perdersi secondo il suo sistema, secondo la teoria che non si conosce una città se non vi si perde parecchie volte fino a ritrovare poi la strada da soli. Tuttavia, in quella prima escursione, egli riesce più presto a perdersi che a ritrovarsi. Dopo svariate scalinate e controscalinate, sbocca nelle strette viuzze che racchiudono il porto. Quelle stradine sono piene d'una popolazione semi-vestita, semi-selvaggia, il cui viso di fuoco e lo sguardo avido fanno provare certe emozioni che hanno un loro fascino, quando il posto di polizia è a due passi. (p. 92)
- Dalla grotta passiamo al palazzo Doria, i cui giardini sono ammirevoli. Pini, aranci, querce verdi vi intrecciano i loro rami e coprono d'ombra la groppa d'una collina dalla quale lo sguardo plana verso il mare. (p. 94)
- La villa del signor H., anticamente palazzo Durazzo è a poca distanza dal palazzo Doria, e con una posizione simile. Vi si trova una magnifica collezione di capolavori dell'incisione, che sono disposti in vaste gallerie sulle quali s'aprono delle sale ripiene anch'esse di statuette, di medaglie, di curiosità d'ogni specie. (p. 94)
- Non v'è che una strada a Genova dove le truppe e i cannoni possano sfilare. Le altre sono larghe soltanto sei o sette piedi, qualcuna anche meno, eppure sono adorne di ricchi negozi e animate da un formicolare di gente che si sgomita senza cessa. Su quelle vie strette, di tanto in tanto un gran palazzo esibisce una facciata superba dalla quale non si può vedere l'insieme da nessun luogo. Poi vengono delle piccole piazze quadrate, della grandezza di un salone, guarnite di botteghe talmente strette tra loro che si crede di vederne una sola. (p. 95)
- La guida Michelin ci porta poi sul Mer de Glace. Man mano che ci si avvicina, le asperità, che dall'alto sembravano modeste, si mutano in enormi creste, e quando si arriva sul ghiacciaio ci si vede come perduti in mezzo ad un caos di montagne i cui fianchi lasciano intravedere fra spiragli azzurre profondità in cui l'occhio si tuffa con spavento. L'acqua ora affiora alla superficie, ora si precipita dentro i crepacci, e genera un mormorio sordo e regolare che sembra crescere o spegnersi a seconda che il vento lo porti al vostro orecchio o ve lo allontani. Queste impressioni, per chi le prova, hanno un grande fascino; il terrore si mescola all'ammirazione, e alla vista di questa natura colossale, in cui nulla di ciò che proviene dall'uomo s'interpone tra il Creatore e la sua opera, l'anima si eleva irresistibilmente a Lui con un potente e naturale slancio.
- La guide Michelin nous conduit ensuite sur la mer de glace. A mesure qu'on approche, les aspérités, qui d'en haut paraissaient menues, deviennent d'énormes arêtes, et lorsqu'on arrive sur la glace on se voit comme perdu au milieu d'un chaos de montagnes dont les flancs entr'ouverts laissent voir des profondeurs azurées où l'œil plonge avec effroi. L'eau tantôt filtre à la surface, tantôt se précipite dans les crevasses, et entretient un murmure sourd et régulier qui semble grossir ou s'éteindre selon que le vent l'apporte à vos oreilles ou l'en éloigne. Ces impressions, pour qui les ressent, ont un grand charme, la terreur s'y mêle à l'admiration, et à la vue de cette colossale nature où rien de ce qui vient de l'homme ne s'interpose entre le Créateur et son œuvre, l'âme s'élève irrésistiblement à lui par un puissant et naturel essor.[3]
Quando si viaggia in Svizzera, soli, senza la compagnia ― sempre dolce ― della propria famiglia, la pioggia è una triste messaggera di noia che viene a confinarvi in una sala d'albergo, in compagnia di turisti delusi.[4]
Citazioni su Rodolphe Töpffer
[modifica]- In Rodolfo Töpffer, per esempio, non c'è urto di sorta: l'umorismo vi è quasi idillico; azzurro come le acque della Svizzera natia, calmo come uno di quei paesaggi dipinti, in cui c'è un lembo di cielo che si specchia nel lago, una barchetta sulla riva, una casina bianca, un ciuffo d'alberi e una mucca che pasce sul prato. (Silvio Spaventa Filippi)
Note
[modifica]- ↑ Da La biblioteca di mio zio (La bibliothèque de mon oncle), in La biblioteca di mio zio e altre novelle ginevrine, traduzione di Felice Filippini, Rizzoli, Milano, 1954, p. 60; citato in Carmelo Geraci, Un viaggio intorno all'anima, Introduzione a Xavier de Maistre, Viaggio intorno alla mia camera – Spedizione notturna intorno alla mia camera, traduzione di Carmelo Geraci, Moretti & Vitali, 1999, p. 28. ISBN 8871861434
- ↑ Da I due prigionieri (La bibliothèque de mon oncle), in Il novelliere contemporaneo italiano e straniero, a cura di Luigi Carrer, vol. VII, Tipi del gondoliere, Venezia, 1837, p. 12.
- ↑ (FR) Da Voyages en zigzag: ou Excursions d'un pensionnat en vacances dans les cantons suisses et sur le revers italien des Alpes, illustrés d'après des dessins de l'auteur et ornés de 15 grands dessins par M. Calame, Chez J. J. Dubochet et Compagnie, Parigi, 1844, p. 286.
- ↑ Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
Bibliografia
[modifica]- Rodolphe Töpffer, Viaggi a zig-zag in Valle d'Aosta, Piemonte e Liguria, traduzione di Attilio Boccazzi-Varotto, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992
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