Romualdo Bonfadini

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Romualdo Bonfadini

Romualdo Bonfadini (1831 – 1899), giornalista e politico italiano.

Citazioni di Romualdo Bonfadini[modifica]

  • Ed anche della mafia forse non si sbaglierebbe a cercare le prime tracce in quella setta dei vendicatori o dei Beati Paoli che lasciò rimembranza di sé fino ai primi giorni del secolo XVIII; setta tenebrosa, che in notturni convegni, a guisa del santo Wehme, giudicava in Palermo i nobili insolenti e i magistrati corrotti, e che forse, corrotta poi essa medesima, mutò in organismo di offesa quella forma di difesa che le antiche plebi usavano contro le antiche violenze dei governanti.[1]
  • La mafia non è una precisa società segreta, ma lo sviluppo e il perfezionamento della prepotenza, diretta ad ogni scopo di male; è la solidarietà istintiva, brutale, interessata, che unisce a danno dello Stato, delle leggi e degli organismi regolari, tutti quelli individui e quelli stati sociali, che amano trarre l’esistenza e gli agi, non già dal lavoro, ma dalla violenza, dall’inganno e dalla intimidazione.[2]

Incipit di Mezzo secolo di patriotismo. Saggi storici[modifica]

Quel brano di storia milanese e lombarda che corre dalla battaglia di Marengo alla catastrofe del Regno italico nel 1814 è stato, nei confusi ricordi popolari e negli studj superficiali, considerato quasi come un tutto omogeneo, fondato sugli stessi principj, fertile degli stessi beneficj, illustrato dai medesimi nomi e dalle stesse tradizioni di governo.
Nulla di più inesatto che questo modo di apprezzare quei tre lustri di storia. Essi hanno invece, come l'odierna cultura ha bene stabilito e sviscerato, tre stadj distinti di legislazione e d'influenze, tre fisonomie politiche notevolmente diverse.

Note[modifica]

  1. Da Relazione della Giunta d'inchiesta, in L'inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche della Sicilia (1875-1876), volume secondo, a cura di Salvatore Carbone e Renato Crispo, Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1969, p. 1139.
  2. Da Relazio­ne della Commissione di Inchiesta parlamentare sulle condizioni della Sicilia nominata nel 1875, p. 114.

Bibliografia[modifica]

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