Roswitha di Gandersheim
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Roswitha di Gandersheim, a volte citata come Hroswita o italianizzata in Rosvita (935 circa – 974 circa), monaca cristiana, poetessa e drammaturga tedesca.
Citazioni su Roswitha di Gandersheim
[modifica]- Hroswita era donna, e, come tale, immaginosa ed appassionata, calda nell'entusiasmo, vivace nell'espressione; scriveva come l'impeto del sentimento le dettava, non poneva argine a tutto quello strano fiume di poesia, che le sgorgava dall'anima concitata; e trovava immagini lussureggianti come una vegetazione selvaggia, affetti miti e profondi, che avevano talvolta impeto, come di passione; in lei parlavano eloquenti l'amor di patria, l'ammirazione pel valore, l'affetto di amica e di sorella per le suore, la sincera pietà religiosa e il culto degli studi e dell'arte antica. (Emma Boghen Conigliani)
- La coltura di Hroswita, straordinaria per que' tempi, fu inuguale quanto varia; e l'arte sua ebbe, malgrado l'imitazione dai Latini, qualche cosa di originale e di spontaneo. Ella è ben lungi dalla pura e corretta poesia latina e da ogni poesia colta e studiata; l'opera sua è frutto spontaneo d'un'indole naturalmente poetica, che tutto fa da sé e che, insieme a pregi singolari, ha intemperanze e difetti gravi. (Emma Boghen Conigliani)
- Nei suoi sei piccoli drammi, d'argomento edificante, Rosvita s'era proposta di imitare, quanto allo stile, Terenzio. Per fortuna, dice Anatole France ch'ebbe notoriamente un debole per lei, non vi riuscì. Invece d'un freddo ricalco, abbiamo un'attonita opera nuova. L'eleganza terenziana ha soltanto dato un certo garbo alla prosa ritmica latina della scrittrice, senza distruggere la sua liliale personalità. (Silvio D'Amico)
- Nella imitazione del commediografo latino [Terenzio] seguace dei modelli greci, nessuno può pretendere che una monaca tedesca, in pieno medio evo, andasse molto innanzi. [...]. Se Terenzio è licenzioso, la suora cristiana sarà naturalmente castigatissima; anzi appare evidente il suo proposito di purificare e santificare la vecchia commedia pagana, volgendola a edificazione delle anime, nella stessa guisa che i vecchi templi si toglievano agli dei falsi e bugiardi per sacrarli al culto di Cristo e della Vergine. (Enrico Panzacchi)
- Rosvita scrisse in prosa; noteremo però in questa il tornare di consonanze, o rime che dividono la frase in membri accentuati, o versi di vario metro, come n'adoprano nei recitativi gli odierni scrittori di libretti d'opera. Avendosi tra mano uno stromento mezzo barbaro e mezzo latino, la Monaca di Gandersheim ne cavò note semplici e dolci; si pensò imitar Terenzio, e precorse Racine. (Tullio Dandolo)
- Tutto il suo teatro [...] potrebbe qualificarsi un poema cantato alla castità della donna, uscente sempre vittoriosa da pericoli, contrasti e cadute; ove talora il comico va fino alle più volgari buffonerie e la nota drammatica si leva alla pietà più toccante e alla più schietta e fulgida misticità. (Enrico Panzacchi)
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