Sabatino Moscati

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Sabatino Moscati (1922 – 1997), archeologo, storico, orientalista e accademico italiano.

Antichi imperi d'Oriente[modifica]

  • Se volessimo caratterizzare la civiltà egiziana in un sol monumento, cos'altro potremmo scegliere se non una tomba? Tombe sono le grandi piramidi; alle tombe si connettono i templi funerari; dalle tombe viene gran parte dei resti archeologici e dei documenti che ci consentono di ricostruire la cultura dell'antico Egitto. Ma tutto ciò deve avere un significato suo proprio; e questo significato è il valore dominante che per l'antico egizio ha la vita futura. Ben più che presso ogni altro popolo orientale, il problema di essa permea il suo pensiero. E, quant'è ancor più essenziale, questo problema trova per la prima volta una soluzione definita ed organica, attraverso la fede nella retribuzione delle opere compiute in vita e la fissazione dei termini in cui tale retribuzione deve operarsi.(p. 128)
  • V'è, dopo la morte di Zarathustra, un'evoluzione profonda, di cui è traccia nelle rimanenti parti dell'Avesta e che, a rigori, dovrebbe piuttosto chiamarsi un'involuzione. Riaffiorano in essa, infatti, l'eredità pagana da un lato, le credenze popolari dall'altro; e il monoteismo si trasforma, si complica, va sostanzialmente perduto. Molta parte, in questo sviluppo, deve avere il sacerdozio, i Magi, che forse furono in origine una tribù, ma che in ogni caso si svilupparono presto (come i leviti di Israele) in una casta religiosa.
    [...] In tal modo lo zoroastrismo sopravvive, si afferma, ed al tempo stesso si corrompe: singolare destino per una religione, quello di sussitere attraverso gli elementi alla cui distruzione si era determinata. (pp. 280-282)
  • [...] nel generale volgersi dell'esistenza, sono pur sempre concezioni ed atteggiamenti di carattere spirituale che ci sembrano guidare il corso delle civiltà d'Oriente.
    Anzitutto, e soprattutto, la religione. Essa domina e compenetra ogni aspetto della vita. Di più: ogni aspetto della vita si definisce e si motiva in funzione di essa. È quell'unità nella fede che più volte ci apparve il motivo dominante delle civiltà orientali. A tutte questo metro si applica; a nessun'altra dell'evo antico, ci sembra, può del pari applicarsi: bisognerà giungere al medioevo, per trovare qualcosa di simile nel nostro mondo. Consideriamo, ad esempio, il diritto: leggi religiose e profane vi si fondano, e per l'orientale non ha senso scinderle, provenendo esse da una medesima autorità. E le scienze: astronomia ed astrologia si compenetrano, e l'orientale non avverte né il senso né il motivo di una separazione. E le arti: esse sono al servizio della fede, né l'orientale concepisce una libera creazione artistica, un'arte per l'arte. Date a Cesare quel ch'è di Cesare e a Dio quel ch'è di Dio: ecco un criterio che non alberga nell'antico Oriente. (pp. 295-296)

Bibliografia[modifica]

  • Sabatino Moscati, Antichi imperi d'Oriente, Newton, Grandi Tascabili Economici, Roma, 1997. ISBN 88-8183-779-X

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