Antico Egitto

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La celebre stele di Rosetta

Citazioni sull'Antico Egitto e gli egizi.

  • Anche se gli antichi egizi consideravano i gatti divinità, non esistono prove concrete di un'interazione affettiva tra quella popolazione e i felini. I gatti furono ammirati per ragioni estetiche, ma raramente – pare – presi in considerazione, vezzeggiati e coccolati. (Jeffrey Moussaieff Masson)
  • [Gli egizi] avevano osservato che l'anima di ciascun animale, non appena sciolta dal corpo, era razionale, conoscitrice del futuro, capace di vaticinare e di fare tutto ciò che anche l'uomo, libero dal corpo, poteva fare. Perciò, giustamente, li onoravano e si astenevano dal cibarsi di essi per quanto potevano. (Porfirio)
  • Di primo acchito, la civiltà egiziana dà l'impressione di un insieme coerente, cui una durata fuori dell'ordinario conferisce un posto del tutto particolare nella storia dell'umanità. Essa sembra apparire, già formata, verso la metà del IV millennio a.C., per dissolversi soltanto alla fine del IV secolo d.C., e questi circa quaranta secoli lasciano l'impressione di una stabilità immutabile, raccolta intorno ad una istituzione politica che nulla, neppure le invasioni, ha mai messo in crisi. (Nicolas Grimal)
  • Gli Egizi possono essere considerati come quel popolo presso il quale lo spirituale si separa dal corporeo. Presso di loro comincia la negatività interna; la differenza dello spirito si fissa di contro al corporeo. Essi per primi affermarono che l'anima è immortale, si separa dal corpo. Questa separazione determina anche il rapporto dell'architettura, che ora diventa il corpo per quell'anima immortale. Le tombe racchiudono in sé questa separazione; l'architettonico si finalizza a qualcosa che è significativo per sé, per qualcosa di soggettivo. Qui hanno il loro luogo le tombe e le piramidi. Queste ultime sono cristalli, che albergano al loro interno uno spirito defunto. Hanno camere e corridoi, qualcosa di simbolico, che in parte rappresenta le strade che l'anima deve percorrere. Tali tombe possono essere considerate simili a quel che noi ci rappresentiamo come tempio: le tombe sono sempre venerate come santuario. (Georg Wilhelm Friedrich Hegel)
  • Infatti non soltanto tra gli Egizi e i Siriani, ma anche tra gli Elleni c'era un elemento di santità nell'astenersi dal mangiare pesce. (Plutarco)
  • Ma gli antichi egizi credevano che si potesse creare un profumo assolutamente al di fuori del comune, aggiungendo solo una nota in più una sorta di essenza decisiva, che avrebbe risonato e dominato su tutte le altre. Un'antica leggenda narra che fu rinvenuta un'anfora dentro l'antica tomba di un faraone, dicono che quando venne aperta si sprigionò una fragranza che dopo tutti quegli anni era rimasta intatta, un profumo di una soave bellezza, ma così potente che anche solo per un fugace momento qualunque persona lo annusasse pensava di trovarsi in paradiso. (Profumo - Storia di un assassino)
  • [Gli egizi] non adoravano Giove, come lui fusse la divinità, ma adoravano la divinità come fusse in Giove. (Giordano Bruno)
  • Se volessimo caratterizzare la civiltà egiziana in un sol monumento, cos'altro potremmo scegliere se non una tomba? Tombe sono le grandi piramidi; alle tombe si connettono i templi funerari; dalle tombe viene gran parte dei resti archeologici e dei documenti che ci consentono di ricostruire la cultura dell'antico Egitto. Ma tutto ciò deve avere un significato suo proprio; e questo significato è il valore dominante che per l'antico egizio ha la vita futura. Ben più che presso ogni altro popolo orientale, il problema di essa permea il suo pensiero. E, quant'è ancor più essenziale, questo problema trova per la prima volta una soluzione definita ed organica, attraverso la fede nella retribuzione delle opere compiute in vita e la fissazione dei termini in cui tale retribuzione deve operarsi. (Sabatino Moscati)
  • [Gli egizi] seppero bene che dio era passato non solo attraverso l'uomo e che l'anima non aveva posto il suo tabernacolo solamente nell'uomo, ma che essa era penetrata quasi in tutti gli animali. Perciò, nel costruire immagini degli dèi, presero assieme all'uomo ogni tipo di animale e mescolarono in qualche modo il corpo dell'uomo con quello di animali o di uccelli. (Porfirio)
  • [Gli egizi] sono così lontani dall'uccidere uno solo degli animali, ch'essi fanno delle loro figure immagini degli dèi perché li considerano prossimi e apparentati agli dèi e agli uomini. (Teofrasto)

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