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Fred Vargas

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Fred Vargas nel 2009

Fred Vargas, pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau (1957 — vivente), scrittrice francese.

Parti in fretta e non tornare

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E poi, quando i serpenti, i pipistrelli, i tassi e tutti gli animali che vivono nel profondo delle gallerie sotterranee escono in massa nei campi e lasciano il loro habitat naturale; quando le piante da frutto e le leguminose incominciano a marcire e a riempirsi di vermi [...]

Citazioni

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  • Per mille anni nessuno ha messo in dubbio che la Peste fosse stata inviata sulla terra da Dio in persona, per punire i nostri peccati.
  • Le dirò una cosa: non mi piacerebbe incontrare Dio per strada in piena notte.

Incipit di alcune opere

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Chi è morto alzi la mano

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«Pierre, in giardino c'è qualcosa che non va,» disse Sophia.
Aprì la finestra e scrutò quel lotto di terra di cui conosceva ogni filo d'erba. Ciò che vedeva le faceva venire la pelle d'oca.
A colazione Pierre leggeva il giornale. Per questo forse Sophia guardava così spesso dalla finestra. Vedere che tempo fa... È una cosa che facciamo sovente quando ci alziamo. E ogni volta che il tempo era brutto lei, manco a dirlo, pensava alla Grecia. A lungo andare quelle contemplazioni immobili si riempivano di una nostalgia che certe mattine si dilatava fino al risentimento. Poi passava. Ma quella mattina in giardino c'era qualcosa di strano.

Io sono il Tenebroso

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L'assassino fa una seconda vittima a Parigi. A pagina 6.

Louis Kehlweiler gettò il giornale sul tavolo. Per oggi poteva bastare, non aveva nessuna intenzione di correre a pagina 6. Magari più in là, quando le acque si fossero calmate, avrebbe ritagliato e archiviato l'articolo.
Passò in cucina e si aprì una birra. Era la penultima della riserva. Louis si annotò una grande «B» a penna sul dorso della mano: la calura del mese di luglio costringeva ad aumentarne notevolmente il consumo. Quella sera avrebbe letto le ultime notizie sul rimpasto ministeriale, lo sciopero dei ferrovieri e le proteste degli agricoltori. E avrebbe tranquillamente saltato pagina 6.

La cavalcata dei morti

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C'era una scia di bricioline di pane che dalla cucina arrivava in camera da letto, fin sulle lenzuola pulite tra cui riposava la vecchia, morta e a bocca spalancata. Il commissario Adamsberg le osservava in silenzio, percorrendo e ripercorrendo a passi lenti quella traccia, domandandosi quale Pollicino o, nella fattispecie, quale Orco l'avesse lasciata. L'appartamento era un piccolo e buio trilocale a pianterreno, nel diciottesimo arrondissement di Parigi.

Nei boschi eterni

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Tenendo scostata la tendina con una molletta da bucato, Lucio poteva osservare più comodamente il nuovo vicino di casa. Un tizio piccolo e bruno che tirava su un muro di blocchi di calcestruzzo senza filo a piombo, a torso nudo nel vento fresco di marzo. Dopo un'ora di appostamento, all'improvviso Lucio scosse la testa, come una lucertola che si risveglia bruscamente dalla sua siesta immobile, e si scollò dalle labbra la sigaretta spenta.
– Quel tizio, – diagnosticò alla fine, – niente sale in zucca, niente piombo in mano. Se ne va in groppa al suo asino seguendo la sua bussola. Gli sta bene così.
– E allora lascialo perdere – disse sua figlia, in tono distratto.
– So quel che devo fare, Maria.

Salute e libertà

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Appostato su una panchina, di fronte al commissariato del quinto arrondissement di Parigi, il vecchio Vasco sputava noccioli di oliva. Cinque punti se colpiva il basamento del lampione. Aspettava che comparisse un poliziotto biondo, alto, corporatura floscia, che ogni mattina usciva verso le nove e mezzo e, con aria imbronciata, lasciava una moneta sulla panchina. In quel momento il vecchio, di professione sarto, era davvero a secco. Come spiegava a chiunque lo stesse a sentire, la nostra epoca aveva suonato la campana a morto per i virtuosi dell'ago. La confezione su misura aveva i giorni contati.

Un luogo incerto

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Il commissario Adamsberg sapeva stirare le camicie, sua madre gli aveva insegnato ad appiattire il carré e lisciare il tessuto intorno ai bottoni. Staccò il ferro, mise gli abiti in valigia. Rasato, pettinato, partiva per Londra. Impossibile sottrarsi.
Piazzò la sedia nel riquadro di sole della cucina. La stanza aveva finestre su tre lati, perciò spostava continuamente la sedia intorno al tavolo rotondo, seguendo la luce come la lucertola che gira intorno a un masso. Appoggiò la tazza di caffè lato est e sedette con la schiena al caldo.

Un po' più in là sulla destra

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«E che cavolo combini da queste parti?»
Alla vecchia Marthe piaceva fare quattro chiacchiere. Quella sera non aveva avuto soddisfazione e si era accanita sulle parole crociate, al bancone, con il proprietario. Il proprietario era un buon diavolo, ma irritante quando faceva le parole crociate. Dava risposte assurde, non rispettava la definizione, non teneva conto delle caselle. Eppure avrebbe potuto rendersi utile, era un asso in geografia, stranamente, perché non aveva mai messo piede fuori da Parigi, come Marthe del resto. Scorre in Russia, due lettere, verticale; il proprietario aveva proposto "Ienissei".
Comunque, era meglio che non parlare per niente.

Bibliografia

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  • Fred Vargas, Chi è morto alzi la mano, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi, 2002. ISBN 8806161431
  • Fred Vargas, Io sono il tenebroso, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi, 2006. ISBN 9788806182649
  • Fred Vargas, La cavalcata dei morti, traduzione di Margherita Botto, Einaudi, 2011. ISBN 9788806209759
  • Fred Vargas, Nei boschi eterni, traduzione di Margherita Botto, Einaudi, 2008. ISBN 9788806192969
  • Fred Vargas, Parti in fretta e non tornare, traduzione di Maurizia Balmelli e Margherita Botto, Einaudi, 2004. ISBN 8806166336
  • Fred Vargas, Salute e libertà, in "Scorre la Senna", traduzione di Margherita Botto, Einaudi, 2009. ISBN 9788806200060
  • Fred Vargas, Un luogo incerto, traduzione di Margherita Botto, Einaudi, 2009. ISBN 9788806196899
  • Fred Vargas, Un po' più in là sulla destra, traduzione di traduzione di Margherita Botto, Einaudi, 2010. ISBN 9788806204211

Altri progetti

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Opere

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