Santa Rosalia

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Santa Rosalia de' Sinibaldi (1130 - 1170), vergine, patrona di Palermo.

Citazioni su Santa Rosalia[modifica]

Santa Rosalia incoronata dagli angeli, olio su tela di Antoon van Dyck. Palermo, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis.
Statua della «Santuzza»: così
S. Rosalia è chiamata a Palermo.
Santuario di Monte Pellegrino.
  • A me piacerebbe interpretare Santa Rosalia ma nessuno mi vuole dare quel ruolo. Hai voglia a spiegare che la Santuzza era alta, bionda, magra, con gli occhi azzurri e senza minne. Proprio come me. Invece niente. Ma è colpa mia se i registi sono ignoranti? (Eva Riccobono)
  • La picciotta palermitana Rosalia Sinibaldi, nata a Palermo nel 1130, bellissima e ricchissima, figlia del duca Sinibaldo e di Giscarda cugina di re Ruggero II, vuoi per non maritarsi col principe Baldovino, futuro re di Gerusalemme, come era desiderio del re Guglielmo II di Sicilia, del quale era nipote (ah! gli intrichi delle famiglie siciliane, tanto della nobiltà quanto del popolino!), vuoi perché la società nella quale viveva secondo lei non era cosa, essendo la vita di corte troppo peccaminosa, troppo dedita ai piaceri materiali, all'accumulo della ricchezza e all'esibizione dello sfarzo (lo stesso senso di rifiuto che avrebbe provato, qualche decina d'anni appresso, un picciotto di nome Francesco), addecise, verso il 1150, appena vintina, di scapparsene dalla città natale e andarsene a campare in solitudine e preghiera. (Andrea Camilleri)
  • La grotta della Santa è stata trasformata in coro, senza che si sia cercato di togliere nulla della sua naturale rozzezza. [...] Mi voltai e, a traverso il fogliame lavorato di una grossa lampada di ottone, vidi rilucere qualche cosa. Mi inginocchiai davanti a un cancello finemente lavorato e cercai di spingere con lo sguardo nell'interno, ed al chiarore tranquillo di alcune lampade vidi una bella dama. Giaceva come assorta in una specie di rapimento, gli occhi semichiusi e la testa negligentemente posata sulla mano destra, carica di anelli. Io non potevo osservare bene la statua, ma vista a quel modo aveva uno speciale incanto. Il suo abito era formato da una sottilissima lamina dorata che imitava molto bene una stoffa riccamente lavorata in oro. La testa e le mani sono di marmo bianco e, se non hanno uno stile elevato, pure sono di grande effetto e di molta naturalezza, tanto che si aspetta quasi che la donna debba sospirare e muoversi. Le sta vicino un piccolo angelo che sembra voglia farle vento con un giglio. (Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia)

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