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Santi Consoli

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Santi Consoli (1853 – 1927), storico, letterato e politico italiano.

Letteratura norvegiana

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  • Dicevansi skaldi quei poeti che, non solo per valentia nell'arte dei carmi, ma per prodezza sui campi di battaglia e per nobiltà di natali, erano i prediletti compagni dei principi e dei re, che lieti udivano da essi lodate e celebrate le loro geste. (cap. IV, pp. 32-33)
  • Gli skaldi si possono rassomigliare ai Bardi guerrieri dell'età di mezzo, ma nulla hanno di comune coi Druidi, sacerdoti dei Celti. Essi conservavano nelle loro poesie certe regole prescritte da usi convenzionali, sia di forma sia di contenuto, che impedivano, sotto l'azione dell'artificio, la libera manifestazione dei loro sentimenti e dei loro concetti. (cap. IV, pp. 33)
  • Gli argomenti e le espressioni della poesia skaldica furono sottoposti a inflessibili regole di uso convenzionale, che deprimevano quella sincerità di concezione e di espressione, che si reputa ed è dote gradita ed ammirata d'un carme; talché il fondo poetico veniva a trovarsi sacrificato all'ostentazione esagerata d'una forma artificiale, sovente oscura, che consideravasi, per aberrazione di buon gusto, il maggior merito letterario e l'indice vero della gloria poetica. (cap. IV, pp. 34)
  • [Petter Dass] Fu, per la bontà del suo cuore e per l'assiduità al lavoro, molto amato dagli abitanti del Helgeland[1], e, alla sua morte, fu tale il dolore del popolo, che i poveri pescatori, in segno di lutto, cucirono un brandello di panno nero sulle vele delle loro barche.(cap. XI, p. 83)
  • I canti del Dass erano un tesoro prezioso per quei poveri oppressi [del Nordland][2] e, nello stesso tempo, un conforto a bene sperare giorni migliori per la patria; e ciò ci rende ragione del trovare ancor vivi, dopo quasi duecento anni, i canti del Dass presso i contadini di quelle regioni. (cap. XI, p. 83)
  • Dorothea dettò delle soavi poesie religiose, mirabili per vivo sentimento e per serena spontaneità, che anche oggi si cantano dai contadini norvegiani. Quantunque lodata dai migliori letterati del suo tempo, massime danesi, alcuni de' quali la paragonarono a Saffo, e altri l'annoverarono decima tra le Muse, pure la Engelbrektsdatter si serbò sempre modesta e quasi inconsapevole della sua valentia poetica. (cap. XI, p. 84)
  • Fu Ludvig Holberg d'indole sdegnosa e indipendente, d'animo leale ed aperto, odiatore degli ipocriti, che flagellò ovunque col ridicolo. Educato a vita parca e morigerata dalle strettezze domestiche, tra le quali passò i primi anni di sua vita, serbò sempre animo costante e generoso. (cap. XII, p. 91)
  • [...] il pregio precipuo delle commedie holberghiane sta nella vena comica che le anima e le rende gradite, dopo tanti anni, anche al teatro moderno, non ostante la rozzezza e sconcezza di alcune scene, e qualche espressione poco delicata; sta nella verità e naturalezza dei caratteri, non formati con isforzo di fantasia, ma riprodotti da quelli che si osservano in tutti i tempi, tra il popolo; sta nello svolgimento semplice, naturale, spontaneo dell'azione, rispondente alla verità della vita reale; sta, in fine, nella vivacità e nel brio de' dialoghi, che riproducono la lingua parlata realmente dal popolo, senza ricercatezze lambiccate e senza piccinerie pedantesche. (cap. XIII, p. 97)
  • I drammi dell'Ibsen, se per il contenuto sono delle vere battaglie intorno alle più gravi questioni dell'etica sociale moderna, e annunziano che vi ha un pensiero potentemente artistico e, nello stesso tempo, morale nella mente dell'autore, per la forma son veri modelli della nuova drammatica, sia che si consideri la lingua dei dialoghi, ovvero si osservi l'effetto scenico o la maniera con cui l'autore rileva dal fondo dei suoi quadri i caratteri de' personaggi. (cap. XXI, p. 210)
  • Tale e tanta importanza è stata riconosciuta nei drammi dell'Ibsen per la drammatica moderna, che, sebbene scritti in una lingua poco nota ai più e poco frequente negli usi internazionali, per i mirabili meriti intrinseci i detti drammi sono stati tradotti in quasi tutte le lingue europee, e rappresentati sui primari teatri in Germania, Austria, Inghilterra, e poi in Russia, America del nord, Australia; e, da qualche tempo in qua, sono penetrati anche in Francia ed in Italia, benché vi giungano, specialmente in Italia, deformati o quasi irreconoscibili, perché tradotti non dall'originale, ma da altre traduzioni e, non di rado, da traduzioni di traduzioni. (cap. XXI, p. 211)
  • Il Björnson è noto ed ammirato in tutta Norvegia, ed anche in Danimarca e Germania, per i suoi pregevoli lavori letterari. Da qualche tempo in qua, si è dato a tutt'uomo, ma con troppo rumore, per far trionfare le idee democratiche nella patria sua; ed è, al presente, il capo riconosciuto e autorevole del partito radicale di Norvegia, che tende al reggimento repubblicano. (cap. XXI, p. 213)
  • Il Björnson, se non c'inganniamo, è l'uomo più autorevole nel periodo politico che attraversa oggidì la Norvegia: pieno di vita, ardito, eloquente, se è circondato da amici devoti, pronti a seguirlo in tutto ciò ch'ei possa disporre di doversi tentare, è anche avversato da nemici implacabili e potenti, che costituiscono il nucleo del partito conservatore. Egli è passato oltre, poiché, non limitando la sua prodigiosa attività a preparare il trionfo delle idee politiche più avanzale, si è proposto di combattere, nel campo sociale e filosofico, il cristianesimo, dimostrandone l'insufficienza per le odierne condizioni della società civile. (cap. XXI, pp. 213-214)

Bibliografia

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Altri progetti

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  1. Parte della contea norvegese di Nordland, a sud del circolo polare artico.
  2. Contea nel nord della Norvegia.