Scioperi antifascisti
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Citazioni sugli scioperi antifascisti.
Citazioni
[modifica]- Cinque di marzo del quarantatré, | nel fango le armate del duce e del re, | gli alpini che muoiono traditi lungo il Don.[1] || Cento operai in ogni officina | aspettano il suono della sirena, | rimbomba la fabbrica di macchine e motori, | più forte il silenzio di mille lavoratori. | E poi quando è l'ora depongono gli arnesi, | comincia il primo sciopero nelle fabbriche torinesi. || E corre qua e là un ragazzo a dar la voce: | si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce. | E squillano ostinati i telefoni in questura, | un gerarca fa l'impavido ma comincia ad aver paura. (Stormy Six)
- Grandi promesse, la patria e l'impero, | sempre più donne vestite di nero, | allarmi che suonano, in macerie le città. || Quindici marzo il giornale [l'Unità] è a Milano, | rilancia l'appello il PCI clandestino. | Gli sbirri controllano, fan finta di sapere, | si accende la voglia delle camicie nere; | ma poi quando è l'ora si spengono gli ardori | perché scendono in sciopero centomila lavoratori! || Arriva una squadraccia armata di bastone, | fan dietro front subito sotto i colpi del mattone. | E come a Stalingrado i nazisti son crollati | alla Breda rossa in sciopero i fascisti son scappati. (Stormy Six)
- Il consenso al regime, già in declino, si sgretolò in seguito ai bombardamenti aerei alleati, alla mancanza di cibo, all'impennata dei prezzi. I primi a manifestare apertamente il loro malcontento furono gruppi d'operai dell'industria. Il 5 marzo 1943 operai della fabbrica Rasetti di Torino bloccarono a lungo il lavoro. Venne chiamata la polizia e vi furono dieci arresti tra gli scioperanti. Proteste ebbero luogo, nello stesso giorno, anche alla Fiat Mirafiori. Il 7 marzo le astensioni dal lavoro si diffusero in nove fabbriche della città. Gli operai avanzavano principalmente richieste di natura economica, reclamando tra l'altro un'indennità uguale per tutti contro i danni dei bombardamenti ed il carovita. Alla testa dell'agitazione vi era un piccolo numero di comunisti spronati dalle notizie di Stalingrado. Entro la fine del mese molti luoghi di lavoro nelle città settentrionali erano già stati toccati da qualche forma di sciopero, con un coinvolgimento di circa 100 mila operai. In aprile gli imprenditori e il governo annunciarono sostanziose concessioni. Gli scioperi, i primi di questo genere nell'Europa fascista, ebbero grande risonanza in Italia e all'estero. Mussolini dichiarò ai dirigenti del Partito nazionale fascista che il fascismo era tornato indietro di vent'anni, Hitler definì inconcepibile una simile insubordinazione. Radio Londra elogiò gli operai torinesi per aver osato affermare i loro diritti di esseri umani. (Paul Ginsborg)
Note
[modifica]- ↑ In riferimento al Corpo di spedizione italiano in Russia (CSIR) e all'8ª Armata del Regio Esercito Italiano (ARMIR) nella campagna italiana di Russia.
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