Selezione della città organizzatrice dei Giochi della XXVII Olimpiade

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La città di Sidney, in Australia, scelta il 24 settembre 1993 come sede dei Giochi della XXVII Olimpiade del 2000.

Citazioni sulla selezione della città organizzatrice dei Giochi della XXVII Olimpiade.

Marino Bartoletti[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Stavolta gli 89 dinosauri dell'Olimpic Park non hanno «tagliato» le carte a loro disposizione coi dollari. Hanno semplicemente preferito rendere merito a chi, questo merito, ce l'ha veramente: senza sottintesi, senza «investimenti», senza forzature. Il CIO, non dimentichiamolo, viene da lustri di non sempre sincere scelte «politiche» (Mosca, Los Angeles, Seul e Atlanta: persino Barcellona era stata selezionata con criteri molto meno innocenti di quanto non si volesse pensare), forse si è semplicemente stancato di favorire questo o quel regime, ideologico o economico che sia. Forse ha semplicemente, ma anche coraggiosamente, deciso di aggrapparsi al salvagente del merito e della tranquillità. È vero che la «mano tesa» a Pechino avrebbe potuto rappresentare una potenziale accelerazione verso una più solida e sollecita affermazione dei diritti civili in quel [...] Paese, ma è anche vero che non può essere considerata una colpa il fatto di essere già in regola nei confronti del mondo: sia sul piano morale che, non dimentichiamolo, su quello sportivo.
  • «Share the spirit», condividiamo lo spirito olimpico, è stato e sarà lo slogan di Sidney: ed è certo che l'impegno verrà rispettato. «Un nuovo orizzonte olimpico» era invece l'elegante motto di Pechino: ma che garanzie effettive di buona fede avrebbero potuto offrire quei sorridenti e anacronistici burocrati fatalmente più intenzionati a fare del Grande Evento un'occasione di propaganda ripulitrice che non una festa di disincantata ospitalità? Anch'io lo confesso, irrazionalmente ed epidermicamente, avevo tifato per la «diversità» di Pechino: poi ho pensato alla sua ridotta esperienza organizzativa, all'attuale inesistenza di troppi impianti olimpici, all'incertezza politica che proprio nel 2000 culminerà con i problemi relativi a Taiwan e Hong Kong e ho concluso che i Dinomembri, questa volta, pur agendo con prudenza, hanno semplicemente fatto la scelta migliore e più civile.
  • È vero l'Australia ha già avuto i Giochi nel dopoguerra [...] ma è anche vero che la sua tenacia meritava un premio: dopo essere stata battuta per il 92 (Barcellona su Melbourne) e per il 96 (Atlanta su Brisbane) ha ritrovato il desiderio e la grinta per riprovarci. E ce l'ha fatta. In perfetta linea con la sua filosofia di nazione costruita metro per metro, zolla su zolla, sacrificio su sacrificio. E allora perché negarle questo diritto? Forse per la sua «normalità», per il modesto grado di pruderie internazionale che la sua candidatura suscitava, per il fatto che la sua industria pesante sforna più trattori e caterpillar che carrarmati? Quella di Sidney è stata una scelta «pura» e come tale va applaudita. Sidney ha l'ottanta per cento dei futuri impianti olimpici già costruiti [...], gode di una situazione climatica ideale; non conosce (al contrario di Pechino) la parola inquinamento; rappresenta una nazione la cui pace razziale e sociale sono un obiettivo raggiunto da sempre. Insomma, per essere una terra fondata... da prostitute e galeotti non si può dire che non abbia fatto discreti progressi.

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