Selezione della città organizzatrice dei Giochi della XXVI Olimpiade

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La città di Atlanta, in Georgia (Stati Uniti d'America), scelta il 18 settembre 1990 come sede dei Giochi della XXVI Olimpiade del 1996.

Citazioni sulla selezione della città organizzatrice dei Giochi della XXVI Olimpiade.

Citazioni[modifica]

Gianpaolo Ormezzano[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Lo spirito olimpico mette il lutto, il corpaccio ultimamente cresciutissimo dell'Olimpiade si gonfia di altro denaro. Atlanta ha battuto Atene nella votazione [...] per la sede estiva dei Giochi 1996. Il Comitato Internazionale Olimpico quasi al gran completo [...] ha così diviso i suoi 86 voti nella quinta decisiva tornata: 51 alla capitale della Georgia, 35 alla capitale della Grecia. Dodici anni dopo Los Angeles i Giochi torneranno negli Stati Uniti. In Grecia, dove sono nati, probabilmente non torneranno mai più: la Grecia non ha i soldi per operare la Grande Seduzione, e la poesia del Grande Ritorno non basta più. [...] All'uscita dalla gran sala della votazione già venivano distribuiti distintivi con la scritta: Coca Cola-Atlanta. Il breve filmato di Atlanta, offerto con gli altri al pubblico in attesa della proclamazione e televisto in 38 Paesi collegati [...], era stato chiuso dal nome al neon della bevanda che nella città più emergente degli Usa ha la casa madre e che è «sorella» del Cio.
  • Atlanta ha promesso tecnologia avanzatissima, metropoli cablata, telecomunicazione del duemila e passa, villaggio di comodità fantascientifica e soprattutto sponsor e sponsor e sponsor. Atene ha promesso installazioni perfette (ci sono già quasi tutte) e storia, cultura, memorie. Il Cio non è riuscito a pagarsi il lusso di un'edizione dei Giochi, quella del centenario, nel posto più giusto. È anche una sconfitta di Samaranch che ieri [...] ha aperto la busta e ha letto il nome che lui e i suoi sapevano già. Samaranch, uomo di sport, voleva Atene, ma Samaranch industriale dello sport, commerciante dello sport, ha messo in moto il processo di arricchimento del Cio, il volano dei miliardi. Ieri l'apprendista stregone non ce l'ha fatta a governare il suo incantesimo.
  • Muore l'olimpismo diciamo classico, con un atto veramente ufficiale, cioè questa votazione. O forse questo olimpismo era già morto, soltanto un'illusione aveva permesso di credere nella sua esistenza per celebrare degnamente il centenario dei Giochi moderni. Forse ieri il corpo olimpico ha soltanto squamato, rivelando la sua nuova pelle. Una muta, ecco: ma la pelle nuova è già spessa. [...] E sia chiaro che siamo più tristi che scandalizzati.
  • Atlanta, la capitale mondiale delle telecomunicazioni, ha forse ottenuto [...] l'organizzazione dei Giochi Olimpici 1996, a spese della favoritissima Atene, con un'offerta speciale, tecnologica e decoubertiniana insieme, validissima nei riguardi dei membri terzomondisti del Comitato Internazionale Olimpico. [...] durante i Giochi nella capitale della Georgia ogni paese potrà godere di trasmissioni speciali, gratuite o quasi, della propria Olimpiade, della gara del proprio atleta, dell'intervista particolare. Un'offerta sensazionale, unica per chi, debole di atleti e povero di soldi, di solito deve rassegnarsi a sparire nell'Olimpiade in televisione. Che accade infatti? Che le riprese [...] sono orientate principalmente sulle grandi prove, e sui campioni di tali prove. E questo è il menu servito a tutte le televisioni «minori» [...]. Il rimedio, per ora, era la cosiddetta trasmissione unilaterale, cioè l'affitto di un satellite per mandare alla propria televisione nazionale qualcosa di interesse particolare. Milioni, insomma.
  • I Paesi poveri hanno sempre ricevuto le immagini televisive degli sport e dei campioni dei paesi ricchi, e basta. Soltanto eccezionalmente un loro uomo riusciva ad avere per sé i teleschermi, compiendo un'impresa, rivelandosi con un exploit. Ma per il resto, niente da fare: le Olimpiadi televisive non sono mai esistite per i pallavolisti del Marocco [...] o per quelli dell'Honduras. Marocco-Honduras non va in televisione, non ci va il lunghista dell'Oman, né la nuotatrice senegalese e neppure il lottatore siriano. Ad Atlanta 1996 ci sarà invece televisione davvero per tutti, e senza sacrifici economici. [...] e dunque lo spirito di De Coubertin, tradito dal no ad Atene per i Giochi del centenario della sua invenzione, è rispettato e consolato da questa iniziativa. Forse proprio questo argomento ha convinto i votanti terzomondisti, i votanti dei Paesi poveri, ad attuare il ribaltone di ieri l'altro.
  • Non pensiamo che dopo la scommessa vinta con Seul 1988, città scelta nonostante lo stato di guerra fra le due Coree e la frontiera in armi a quarantacinque chilometri dallo stadio olimpico, si potesse temere di Atene l'instabilità politica, il terrorismo (e quanto all'inquinamento, che dire di Los Angeles, di Città del Messico, di Tokyo, tutte città olimpiche?). Piuttosto sta prendendo peso un'altra considerazione, di tipo politico-morale: il voto ad Atlanta anche come risarcimento all'impegno materiale e morale degli Stati Uniti gendarmi del mondo in Medio Oriente, nel Golfo. Una cosa impalpabile ma innegabile.

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