Serafino De Tivoli
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Serafino De Tivoli (1825 – 1892), pittore e militare italiano.
Citazioni su Serafino De Tivoli
[modifica]- Il Tivoli è piccolo di statura e di forme piuttosto rotonde: cammina, se non ha mutato, sempre piano, dondolando il capo da destra a sinistra e viceversa. Ha gli occhi grossi e piuttosto in fuori, i capelli cresputi e la bocca sempre pronta a ridere. Ora non so, ma allora era canzonatore, sebbene non dei volgari; canzonava le persone senza sciuparle, reggeva benissimo qualunque celia. Il suo forte poi, era il raccontare gli aneddoti; ne aveva a volte dei graziosissimi, ed egli era il primo a riderci sopra. (Adriano Cecioni)
- In tutti i suoi lavori si nota questa precisa impressione del vero, ma anche una grande trascuratezza di disegno; infatti è quasi impossibile trovare dei disegni di Serafino De-Tivoli; Egli dipingeva; non disegnava. Forse nella foga di rendere ciò che vedeva, non trovava il tempo per la forma, macchiaiolo tra i macchiaioli, i bozzetti primi che di lui restano sono delle vere macchie, pieni di sentimento, giusti di colore, ma assai poco disegnati. (Anna Franchi)
- Non si può dire che il Tivoli mancasse di giustezza nel colorito, ma vedeva il colore in un tono sempre più basso, cioè più grigio; non languido, ma piuttosto fiacco. In certi casi si sarebbe detto che egli vedesse la natura attraverso ad una lente opaca. Non era una personalità, ma era individuale; era semplice nelle trovate, ma non originale né azzardoso. Non si è segnalato per ricerche proprie, né per tendenze speciali accentuate, ma per aver amato l'arte sinceramente. (Adriano Cecioni)
- Serafino De-Tivoli fu il papà della macchia[1].
Le discussioni che Egli sosteneva con i retrogradi erano molto interessanti, cha a Lui coltissimo non mancavano parole, ed in special modo interessanti erano quelle sostenute con l'Ussi[2], il quale criticava acerbamente le sue prove di paese. Gli alberi fatti a massa, bucati con delle pennellate, per farvi entrare l'aria, erano oggetto di risate e di guerre senza fine, ed Egli sosteneva la battaglia impavido, tutto compreso della sua missione, e del proponimento di far prevalere la scuola del vero. (Anna Franchi)
Note
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