Serie A 1966-1967

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Una formazione della Juventus campione d'Italia 1966-1967

Citazioni sul campionato italiano di Serie A 1966-1967.

  • [Parlando di Heriberto Herrera] Lo scudetto del '67, quello conquistato all'ultima giornata è merito suo. Noi avevamo già mollato, lui no. L'Inter tecnicamente era superiore, la Juve una squadra operaia. Però abbiamo vinto e ce lo siamo anche meritato. (Gianfranco Zigoni)
  • [Nel 2002, su Mantova – Inter 1-0] Sì, sono quello della papera... Accidenti, dopo 380 e passa partite in serie A, venite sempre a beccarmi per quel maledetto episodio. [...] Fu colpa mia, è vero. Uno a zero, con il pallone che mi passa tra le mani. Era il primo giugno del '67, come se fosse ieri. Trentacinque anni che mi porto dietro quella macchia. Ah, Sarti, quello della papera... [...] Personalmente, non mi resi subito conto di avere sbagliato, e quanto. E nemmeno potevamo sapere che cosa faceva la Juve, non c'erano mica i mezzi di adesso... Al massimo qualche radiolina, ma non a bordo campo. Fu alla fine della partita, e soprattutto il giorno dopo, che venni investito dalla portata del disastro. (Giuliano Sarti)
  • Ultima giornata di campionato, l'Inter ha quarantotto punti e gioca a Mantova. La Juve ha quarantasette punti ed ospita la Lazio. È la grandissima Inter pluriscudettata. Che debba perdere tutto da questo momento, 1 giugno 1967, nessuno lo può prevedere. [...] Il fatto è che l'Inter campione d'Italia non è ancora guarita psicologicamente dalla sconfitta di Lisbona in Coppa Campioni dove ha ceduto il trofeo continentale al Celtic, prima squadra britannica della storia. Così cade anche a Mantova, gialla foglia autunnale quel rinfacciarsi a vicenda colpe e difetti; quel non essersi ancora recuperati «dentro» all'umiltà che fa più grande il campione e la squadra sono fatali; l'umiltà invece è il carattere della squadra di Heriberto [Herrera]; agli uomini l'ha insegnata lui; non mollare mai. L'Inter è più forte ma nel calcio ci sta tutto. Basta volere, volere, volere, correre, correre. Ho amato la Juve di Heriberto, coi suoi giocatori non straordinari ma generosi, veri. [...] La Juventus batte la Lazio per 2 a 1 nella frenesia di momenti irripetibili. [...] All'Inter sarebbe bastato uno zero a zero miserello, ma un pallone qualsiasi scappò alla presa dei guantoni di Giuliano Sarti che l'anno successivo, pensata non certamente sublime [...], avrebbe giocato – male – nella Juve. (Vladimiro Caminiti)

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