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Sibylle Mertens-Schaaffhausen

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Ritratto di profilo di Sibylle Mertens-Schaaffhausen sulla sua tomba nel Cimitero Teutonico di Roma

Sibylle Mertens-Schaaffhausen (1797 – 1857), collezionista d'arte e archeologa tedesca.

Lettere

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  • San Luca è una tra le più piccole chiese di Genova: ha tre altari, il maggiore e tre laterali. È tutta in marmo, bianco, rosso, giallo, verde, impiegato con lusso e grande finezza.[1]
  • Il teatro Carlo Felice è stato costruito circa dieci anni fa con dovuta sontuosità. Un portico di marmo bianco, che poggia su colonne scanalate, serve per le carrozze. All'interno (vestibolo e corridoi) tutto è rivestito di lucido marmo, come del resto in marmo sono le comode scale che portano ai sei piani con i palchi e la galleria. Le decorazioni all'interno sono diffuse e di gusto: oro su oro. I tendaggi sono in seta celeste con frange gialle. Il velario è riccamente dipinto.[1]
  • A Genova, il teatro è un divertimento costoso. Per un palco di seconda fila mi sono stati chiesti duecento franchi il mese, oltre naturalmente il biglietto d'ingresso. Questi palchi appartengono alla nobiltà locale che li affitta al prezzo più elevato possibile. L'impresario del teatro ha soltanto l'introito dei biglietti di due franchi il posto. Ecco perché gli spettacoli sono così scadenti ed è così modesta l'illuminazione.[1]
  • Il colloquio che ho avuto con Teresa Ravano è stato interamente dedicato alle «genoveserie» che – a quanto ho appreso – comprendono anche l'avarizia, il lusso, la superbia, la piccineria.
    La signora Ravano mi ha raccontato di un riccone di qui che, canzonato da un amico per la sua «povertà», invitò costui a pranzo: gli fece servire quattro uova crude e fece cuocere la semplice portata sulla fiamma di biglietti di banca.[1]

Note

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  1. a b c d Lettera dell'11 ottobre 1835; citato in Giuseppe Marcenaro, Viaggio in Liguria, Sagep, Genova, 1983, pp. 75-76

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