Silvia Salis

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Silvia Salis nel 2009

Silvia Salis (1985 – vivente), dirigente sportiva ed ex martellista italiana.

«Difendo le donne e il mio amore»

Intervista di Marco Bonarrigo, Corriere della Sera, 7 dicembre 2020.

  • [Su Fausto Brizzi, che ha sposato nonostante le accuse di molestie, da cui, peraltro, è stato poi scagionato] La mia famiglia mi ha cresciuto con un forte spirito critico. La frase preferita di mio padre era: ricordati che a volte Cappuccetto Rosso e il lupo si scambiano i ruoli. Non mi sarei mai perdonata di aver perso la possibilità di vivere un grande amore per quello che di Fausto scrivevano i giornali o pensavano il panettiere o il commercialista sotto casa.
  • Mi affascinavano la velocità e la forza della rotazione. E avevo un'eroina, Olga Kuzenkova, russa, campionessa olimpica, la prima a lanciare in body, a truccarsi, essere orgogliosa del suo corpo di donna. Io avevo un fisico da saltatrice in lungo o eptatleta ma sollevavo 190 chili in squat. La forza nelle donne è sempre stata considerata elemento negativo, per me invece è bellezza pura. Le mie coetanee erano costrette a fare danza o a vestirsi da principesse: io volevo lanciare. Quello dei modelli precostituiti è un dramma tutto italiano.
  • Sono cresciuta nel campo di atletica di Villa Gentile a Genova: mio padre era il custode. Da bambina, razzolavo tra piste e pedane. Il mio luogo del cuore era la gabbia dove uomini enormi giravano come trottole e lanciavano lontano dischi e martelli. Li guardavo incantata per ore e guardavo la città alle spalle. Pensavo che un giorno sarei stata lanciatrice di martello e sindaca di Genova. Il primo sogno si è avverato.
  • Una delle donne simbolo dell'atletica mondiale è Anita Wlodarcek, fenomeno polacco del martello. Ha un corpo prorompente, lo esibisce con gioia. È una diva, amatissima. Noi inveve siamo culturalmente arretrati.

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