Sofronio di Gerusalemme
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San Sofronio di Gerusalemme (560 circa – 638), monaco, teologo e vescovo siro.
- E certamente quale gioia, quale diletto si può mai trovare che superi di gran lunga l'annunzio fatto a quella Vergine beata e Madre della gioia? Gioisci, o madre della gioia soprannaturale!
Gioisci, o nutrice dell'eccelsa gioia! Gioisci sede capitale della gioia della salvezza!
Gioisci, cooperatrice dell'immortale gioia!
Gioisci, o mistica dimora dell'ineffabile gioia!
Gioisci, o beatissima fonte dell'inesauribile gioia!
Gioisci, o tesoro di gioia eterna che porti Dio!
Gioisci, o rigogliosissimo albero della gioia vivificatrice![1] - Lo Spirito Santo scende su di te, che sei l'Immacolata, per renderti più pura e donarti la virtù fecondatrice.[2]
- [A Maria] Tu hai reso bella la natura degli uomini; tu hai superato le schiere degli angeli; tu hai oscurato l'abbagliante splendore degli arcangeli; tu hai mostrato inferiori a te i seggi dei troni; tu hai abbassato l'altezza delle dominazioni; tu hai precorso i comandi dei principati; hai indebolito il potere delle potestà; tu sei andata avanti come virtù più potente delle stesse virtù; tu, con occhi terreni, hai superato l'acutissima vista dei cherubini; tu, con penne mosse divinamente, sei volata oltre i voli dell'anima dei serafini dalle sei ali; tu, infine, hai di gran lunga sorpassato ogni creatura, perché la tua purezza ha brillato più di quella di ogni altra creatura; perché hai accolto in te il creatore di tutte le altre creature; tu, infatti, lo hai portato in grembo, lo hai generato e, sola fra tutte le creature, sei divenuta Madre di Dio.[1]
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Georges Gharib (a cura di), Testi mariani del primo millennio. Volume 2: Padri e altri autori bizantini, Città Nuova, Roma, 1989. ISBN 88-311-9216-7
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