Gian Giorgio Trissino: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
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'''SOFONISBA''': Lassa, dove poss'io voltar la lingua,<br>se non la 've la spinge il mio pensiero?<br>Che giorno e notte sempre mi molesta.<br>E come posso disfogare alquanto<br>questo grave dolor, che 'l col m'ingombra,<br>se non manifestando i miei martìri?<br>I quali ad un ad un voglio narrarti.<br>'''ERMINIA''': Regina Sofonisba, a me regina<br>per dignità, ma per amor sorella<br>sfogate meco pure il cuor, che certo<br>non possete parlar con chi più v'ami;<br>né che si doglia più dei vostri mali.
'''Sofonisba''': Lassa, dove poss'io voltar la lingua,<br>se non la 've la spinge il mio pensiero?<br>Che giorno e notte sempre mi molesta.<br>E come posso disfogare alquanto<br>questo grave dolor, che 'l col m'ingombra,<br>se non manifestando i miei martìri?<br>I quali ad un ad un voglio narrarti.<br>'''Erminia''': Regina Sofonisba, a me regina<br>per dignità, ma per amor sorella<br>sfogate meco pure il cuor, che certo<br>non possete parlar con chi più v'ami;<br>né che si doglia più dei vostri mali.
===Citazioni===
===Citazioni===
*'''ERMINIA''': La [[gloria]], e l'altro ben, che il mondo apprezza,<br>si truova pur in quell'altera vita. (p. 8)
*'''Erminia''': La [[gloria]], e l'altro ben, che il mondo apprezza,<br>si truova pur in quell'altera vita. (p. 8)
*'''SOFONISBA''': Il dominar ti piace<br>mentre l'aspetti; e par cosa gradita;<br>ma come l'hai, sempre dolor ne senti. (p. 8)
*'''Sofonisba''': Il dominar ti piace<br>mentre l'aspetti; e par cosa gradita;<br>ma come l'hai, sempre dolor ne senti. (p. 8)
*'''CORO''': Che il non sapere il male,<br>nol fa minore, anzi il consiglio intrica<br>e benché allor non sturbi alcun diletto,<br>c'induce a caso tale,<br>che 'l soccorso impedisce e 'l mal nutrica:<br>sì come l'ozio arreca al fin fatica,<br>così simil diletto apporta noia. (p. 10)
*'''Coro''': Che il non sapere il male,<br>nol fa minore, anzi il consiglio intrica<br>e benché allor non sturbi alcun diletto,<br>c'induce a caso tale,<br>che 'l soccorso impedisce e 'l mal nutrica:<br>sì come l'ozio arreca al fin fatica,<br>così simil diletto apporta noia. (p. 10)
*'''CORO''': Ben areste cagion di pianger sempre, <br>se il pianto vi recasse alcun rimedio;<br>ma se v'annoia più, meglio è lasciarlo. (p. 16)
*'''Coro''': Ben areste cagion di pianger sempre, <br>se il pianto vi recasse alcun rimedio;<br>ma se v'annoia più, meglio è lasciarlo. (p. 16)
*'''SOFONISBA''': La [[vita]] nostra è come un bel tesoro,<br>che spender non si deve in cosa vile,<br>né risparmiar ne l'onorate imprese;<br>perché una bella e gloriosa morte<br>illustra tutta la passata vita. (p. 17-18)
*'''Sofonisba''': La [[vita]] nostra è come un bel tesoro,<br>che spender non si deve in cosa vile,<br>né risparmiar ne l'onorate imprese;<br>perché una bella e gloriosa morte<br>illustra tutta la passata vita. (p. 17-18)
*'''CORO''': Gran forza aver dovrebbon le [[Parola|parole]],<br>che son mosse dal cuore e dolcemente<br>escon di bocca d'una bella donna. (p. 25)
*'''Coro''': Gran forza aver dovrebbon le [[Parola|parole]],<br>che son mosse dal cuore e dolcemente<br>escon di bocca d'una bella donna. (p. 25)


==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione delle 04:52, 27 lug 2008

Gian Giorgio Trissino dal Vello d'Oro (1478 – 1550), umanista, poeta, tragediografo, linguista, filosofo italiano.

Sofonisba

Incipit

Sofonisba: Lassa, dove poss'io voltar la lingua,
se non la 've la spinge il mio pensiero?
Che giorno e notte sempre mi molesta.
E come posso disfogare alquanto
questo grave dolor, che 'l col m'ingombra,
se non manifestando i miei martìri?
I quali ad un ad un voglio narrarti.
Erminia: Regina Sofonisba, a me regina
per dignità, ma per amor sorella
sfogate meco pure il cuor, che certo
non possete parlar con chi più v'ami;
né che si doglia più dei vostri mali.

Citazioni

  • Erminia: La gloria, e l'altro ben, che il mondo apprezza,
    si truova pur in quell'altera vita. (p. 8)
  • Sofonisba: Il dominar ti piace
    mentre l'aspetti; e par cosa gradita;
    ma come l'hai, sempre dolor ne senti. (p. 8)
  • Coro: Che il non sapere il male,
    nol fa minore, anzi il consiglio intrica
    e benché allor non sturbi alcun diletto,
    c'induce a caso tale,
    che 'l soccorso impedisce e 'l mal nutrica:
    sì come l'ozio arreca al fin fatica,
    così simil diletto apporta noia. (p. 10)
  • Coro: Ben areste cagion di pianger sempre,
    se il pianto vi recasse alcun rimedio;
    ma se v'annoia più, meglio è lasciarlo. (p. 16)
  • Sofonisba: La vita nostra è come un bel tesoro,
    che spender non si deve in cosa vile,
    né risparmiar ne l'onorate imprese;
    perché una bella e gloriosa morte
    illustra tutta la passata vita. (p. 17-18)
  • Coro: Gran forza aver dovrebbon le parole,
    che son mosse dal cuore e dolcemente
    escon di bocca d'una bella donna. (p. 25)

Bibliografia

  • Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, a cura di Michele Cataudella, CUES, Salerno 1976.

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