Paolo Rumiz: differenze tra le versioni

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*Per gli italiani, la ferrovia resta cosa da immigrati e da poveracci. Guardate [[Bergamo]], città ricchissima. Ha una stazione da Terzo Mondo. (da ''L'Italia in seconda classe'')
*Per gli italiani, la ferrovia resta cosa da immigrati e da poveracci. Guardate [[Bergamo]], città ricchissima. Ha una stazione da Terzo Mondo. (da ''L'Italia in seconda classe'')
*Bergamo è un caso a sé. Lasciata fuori, sin dall'unità, dai grandi collegamenti. Ci sono stazioni di paesini del Piemonte più grandi e più belle di quella di Bergamo. Che è sempre stata considerata periferia, luogo di montanari. Non c'è paragone con il rapporto fra Milano, o Roma, o Brescia. È cosa antica. È anche vero che Bergamo, per dimostrare la propria potenza economica, ha pensato a farsi un bell'aeroporto, ma non ha pensato minimamente a migliorare la propria stazione, a farne un punto di partenza per esplorare i luoghi all'intorno. La Val Seriana è stata per anni senza il suo vecchio trenino. Andare da Brescia a Lecco è un'impresa. Treni da Terzo mondo, che neanche in Egitto. (da ''L'Italia dei treni, Bergamo è da Terzo mondo'', L'Eco di Bergamo, 15 agosto 2009)
*Bergamo è un caso a sé. Lasciata fuori, sin dall'unità, dai grandi collegamenti. Ci sono stazioni di paesini del Piemonte più grandi e più belle di quella di Bergamo. Che è sempre stata considerata periferia, luogo di montanari. Non c'è paragone con il rapporto fra Milano, o Roma, o Brescia. È cosa antica. È anche vero che Bergamo, per dimostrare la propria potenza economica, ha pensato a farsi un bell'aeroporto, ma non ha pensato minimamente a migliorare la propria stazione, a farne un punto di partenza per esplorare i luoghi all'intorno. La Val Seriana è stata per anni senza il suo vecchio trenino. Andare da Brescia a Lecco è un'impresa. Treni da Terzo mondo, che neanche in Egitto. (da ''L'Italia dei treni, Bergamo è da Terzo mondo'', L'Eco di Bergamo, 15 agosto 2009)
*Le soffitte sono la memoria delle case, più ancora delle cantine ed era forse per questo che oggi, nel tempo che perde la memoria, non si fanno più soffitte nelle case (da ''La casa fantasma di Tommaso Landolfi Il poeta nottambulo di Pico Farnese,Le case degli spiriti - Le inchieste di Repubblica, 10 agosto 2011'')<ref>http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/08/10/news/pico_farnese_la_casa_fantasma_di_tommaso_landolfi-20274237/</ref>

==Bibliografia==
==Bibliografia==
*Paolo Rumiz, ''È Oriente'', Feltrinelli, 2005. ISBN 9788807818295
*Paolo Rumiz, ''È Oriente'', Feltrinelli, 2005. ISBN 9788807818295

Versione delle 11:07, 27 gen 2012

Paolo Rumiz (1947 – vivente), giornalista italiano.

  • Che fine ha fatto per esempio Josè Borjes, il generale di cui mi ha parlato Andrea Camilleri? Parlo dell'uomo che sempre nel '61, quasi da solo, tentò di sollevare le Sicilie contro i Savoia. Perché non si dice nulla della sua epopea e del mistero della sua morte? Perché non si riconosce il valore di questo Rolando che galoppa verso una fatale Roncisvalle dopo essere sbarcato con soli dodici uomini in Calabria, alla disperata, sulla costa crudele dei fallimenti, la stessa di Murat, dei Fratelli Bandiera, di Pisacane, dei curdi disperati, dei monaci in fuga dagli scismi bizantini? (da Il massacro dimenticato di Pontelandolfo: Quando i bersaglieri fucilarono gli innocenti, la Repubblica, 27 agosto 2010)
  • Mi chiedo se la forza del racconto non nasca nell'uomo da millenni di cammino, se il narrare (assieme al cantare) non nasca dall'andare. E se il nostro mondo abbia disimparato a raccontare semplicemente perché non viaggia più. (da È Oriente)
  • Prendo l'unica decisione possibile: consumare un distacco dal libro. Temporaneo, almeno. Spesso ho sofferto per il fascino pervasivo della parola scritta che mi impediva di partire, imbrigliando la fantasia narrabonda. Il libro è come il padre: ti svezza, ti irrobustisce, ti fa crescere dentro la curiosità del mondo, ma è anche una trappola che ti spinge ad accontentarti delle meraviglie che contiene. Per partire devi talvolta rinnegare il padre, perché non puoi affrontare il mondo col suo peso sulle spalle. (da Annibale)
  • Sono su un Orient Express che non è un espresso e non è nemmeno Oriente. In Europa l'Oriente non c'è più, l'hanno bombardato a Sarajevo, espulso dal nostro immaginario, poi l'hanno rimpiazzato con un freddo monosillabo astronomico: 'Est'. Ma l'Oriente era un portale che schiudeva mondi nuovi, l'Est è un reticolato che esclude. (da È Oriente)
  • Per gli italiani, la ferrovia resta cosa da immigrati e da poveracci. Guardate Bergamo, città ricchissima. Ha una stazione da Terzo Mondo. (da L'Italia in seconda classe)
  • Bergamo è un caso a sé. Lasciata fuori, sin dall'unità, dai grandi collegamenti. Ci sono stazioni di paesini del Piemonte più grandi e più belle di quella di Bergamo. Che è sempre stata considerata periferia, luogo di montanari. Non c'è paragone con il rapporto fra Milano, o Roma, o Brescia. È cosa antica. È anche vero che Bergamo, per dimostrare la propria potenza economica, ha pensato a farsi un bell'aeroporto, ma non ha pensato minimamente a migliorare la propria stazione, a farne un punto di partenza per esplorare i luoghi all'intorno. La Val Seriana è stata per anni senza il suo vecchio trenino. Andare da Brescia a Lecco è un'impresa. Treni da Terzo mondo, che neanche in Egitto. (da L'Italia dei treni, Bergamo è da Terzo mondo, L'Eco di Bergamo, 15 agosto 2009)
  • Le soffitte sono la memoria delle case, più ancora delle cantine ed era forse per questo che oggi, nel tempo che perde la memoria, non si fanno più soffitte nelle case (da La casa fantasma di Tommaso Landolfi Il poeta nottambulo di Pico Farnese,Le case degli spiriti - Le inchieste di Repubblica, 10 agosto 2011)[1]

Bibliografia

  • Paolo Rumiz, È Oriente, Feltrinelli, 2005. ISBN 9788807818295
  • Paolo Rumiz, Annibale. Un viaggio, Feltrinelli, 2008. ISBN 9788807017636
  • Paolo Rumiz, L'Italia in seconda classe, Feltrinelli, 2009.

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