Ferenc Juhász: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Ferenc Juhász==
==Citazioni di Ferenc Juhász==
*''Ora il prato s'è vestito d'anemoni viola: | oh, [[anemone|anemoni]], anemoni, ultimo messaggio! | Sottili e leggeri fremono i pioppi, | rabbrividiscono le foglie nel sonno. | Sul cielo velato dell'autunno | ecco una corona di rondini. | [...] | Un carro attraversa il prato, tra gli anemoni | lo tirano miti mucche a passi lenti. | Le oche spizzicano l'erba, un bambino | grida: «Oh, anemoni, anemoni!» | Le oche selvagge gridano nella luce | dell'alto cielo e le oche dei campi | rispondono al richiamo coi colli allungati, | anch'esse pronte al volo: le piume | sventolano, le gole schiamazzano | e si alzano da terra con pigri battiti d'ali. | Come frusciano le penne bramose di cielo! | E tremano, come l'acqua che un'oca selvaggia | fende di notte: oh, anemoni...'' (da ''Ora il prato, (1959)''<ref>In [[Mario De Micheli]] e [[Eva Rossi]], ''Poesia ungherese del Novecento'', Schwarz editore, Milano, 1960, p. 263.</ref>)
*''Ora il prato s'è vestito d'anemoni viola: | oh, [[anemone|anemoni]], anemoni, ultimo messaggio! | Sottili e leggeri fremono i [[pioppo|pioppi]], | rabbrividiscono le foglie nel sonno. | Sul cielo velato dell'autunno | ecco una corona di rondini. |'' [...] ''| Un carro attraversa il prato, tra gli anemoni | lo tirano miti mucche a passi lenti. | Le oche spizzicano l'erba, un bambino | grida: «Oh, anemoni, anemoni!» | Le oche selvagge gridano nella luce | dell'alto cielo e le oche dei campi | rispondono al richiamo coi colli allungati, | anch'esse pronte al volo: le piume | sventolano, le gole schiamazzano | e si alzano da terra con pigri battiti d'ali. | Come frusciano le penne bramose di cielo! | E tremano, come l'acqua che un'oca selvaggia | fende di notte: oh, anemoni...'' (da ''Ora il prato, (1959)''<ref>In [[Mario De Micheli]] e [[Eva Rossi]], ''Poesia ungherese del Novecento'', Schwarz editore, Milano, 1960, p. 263.</ref>)


==Note==
==Note==

Versione delle 15:55, 5 mag 2017

Ferenc Juhász (1928 – 2015), poeta ungherese.

Citazioni di Ferenc Juhász

  • Ora il prato s'è vestito d'anemoni viola: | oh, anemoni, anemoni, ultimo messaggio! | Sottili e leggeri fremono i pioppi, | rabbrividiscono le foglie nel sonno. | Sul cielo velato dell'autunno | ecco una corona di rondini. | [...] | Un carro attraversa il prato, tra gli anemoni | lo tirano miti mucche a passi lenti. | Le oche spizzicano l'erba, un bambino | grida: «Oh, anemoni, anemoni!» | Le oche selvagge gridano nella luce | dell'alto cielo e le oche dei campi | rispondono al richiamo coi colli allungati, | anch'esse pronte al volo: le piume | sventolano, le gole schiamazzano | e si alzano da terra con pigri battiti d'ali. | Come frusciano le penne bramose di cielo! | E tremano, come l'acqua che un'oca selvaggia | fende di notte: oh, anemoni... (da Ora il prato, (1959)[1])

Note

  1. In Mario De Micheli e Eva Rossi, Poesia ungherese del Novecento, Schwarz editore, Milano, 1960, p. 263.

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