Stephanie Zacharek

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Stephanie Zacharek (1963 – vivente), giornalista e critica cinematografica statunitense.

Citazioni di Stephanie Zacharek[modifica]

  • Déjà Vu di Tony Scott, in parte storia d'amore, in parte spazzatura sul tema della curva spaziotemporale, si posiziona tra le pellicole più contenute del regista: ci sono relativamente poche esplosioni, e il folle montaggio a mosaico a cui Scott è generalmente così affezionato è stato ridotto almeno un pochino. Ma quando si tratta di dare un senso alla trama, ecco che una semplice sospensione dell'incredulità – uno strumento pratico e attivabile a comando che permette di sospendere il giudizio e godere di un lavoro immaginario non plausibile – non riesce a fare il trucco.
Tony Scott's "Déjà Vu," part love story, part load of time-and-space-bending horse pucky, ranks among the director's more restrained pictures: There are relatively few noisy explosions, and the crazy patchwork cutting Scott is generally so fond of has been scaled back at least a smidge. But when it comes to making sense of the plot, your garden-variety suspension of disbelief — that handy, portable Snap-On tool that allows us to hang in there and enjoy an implausible fictional work — isn't going to do the trick.[1]
  • [Su Solo due ore] È un piccolo e robusto thriller poliziesco, anche quando si estende ai limiti della credibilità, in parte perché si crede — quasi contro ogni logica — in ciò che i personaggi stanno facendo.
This is a sturdy little cop thriller, and even when it stretches the bounds of plausibility, you go with it, partly because you believe — almost against your better judgment — in what the characters are doing.[2]

Note[modifica]

  1. Da “Deja Vu”, salon.com, 22 novembre 2006.
  2. Da “16 Blocks”, salon.com, 3 marzo 2006.
  3. Da The Village Voice, 2006. Citato in AA.VV., Il libro dei film, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 316. ISBN 9788858025864

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