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Svjatoslav Nikolaevič Fëdorov

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Fëdorov nel 1992

Svjatoslav Nikolaevič Fëdorov (1927 – 2000), medico e politico russo.

Intervista di Cesare Martinetti, La Stampa, 12 dicembre 1993, p. 9.

  • [«[...] come si sente a due giorni dalle elezioni?»] Come un cristiano nel Colosseo. Ho la sensazione che da un momento all'altro apriranno le gabbie e lasceranno liberi i leoni affamati.
  • I politici sono solo capaci di fare nuovi documenti.
  • In Russia i burocrati si moltiplicano alla velocità dei conigli. Le fabbriche chiudono, ma i ministeri aumentano: nell'Urss erano 119, oggi 159. Tutti i palazzi del Comitato Centrale del pcus sono occupati, temo che tra un po' si chiuderanno scuole e istituti per trovare altri spazi per altri burocrati.
  • [«Com'è la salute dei russi?»] Non buona. Quando c'era il socialismo i bambini facevano sport, adesso devono andare a lavare le macchine lungo la Moscova per guadagnare un po' di soldi. Le famiglie hanno un reddito di 60-70 dollari al mese: non bastano per vivere.
  • [«Si vive male?»] Si vive poco. Muoiono molte più persone di quante non ne nascano. Le donne non partoriscono più e questo significa che la gente non crede nel futuro.
  • Il nuovo Stato doveva consentire ai cittadini di diventare ricchi, indipendenti e orgogliosi. E invece sono rimasti com'erano: loro servi della gleba, lo Stato padrone di tutto. L'unica cosa nuova, sono i negozietti dove i giovani vendono snickers e preservativi.
  • Gorbaciov era un romantico, una brava persona, ma non capiva la vita, né l'economia. Pensava che per cambiare il sistema bastasse mettere al posto giusto burocrati intelligenti.
  • Il Presidente firma molti decreti, ma non ho visto uno solo dei suoi ukaz che abbia restituito il sorriso alla gente, né fatto nascere di nuovo i bambini. Non ci sono incentivi per lavorare, i cervelli degli scienziati continuano ad appartenere allo Stato. L'unica lotta che si vede è quella dei burocrati per conquistare sempre più potere: comandano i mafiosi, di questo passo la Russia diventerà una Sicilia al cubo.
  • [Su Boris Nikolaevič El'cin] Non ha restituito la libertà economica. Non doveva aver paura di andare alle elezioni per confrontarsi con i suoi oppositori. Invece ha sparato contro di loro. Non pensavo fosse un codardo, invece ho scoperto che anche per lui la cosa più importante è il potere.

Intervista di Giulietto Chiesa, La Stampa, 11 giugno 1996, p. 9.

[Sulle elezioni presidenziali in Russia del 1996]

  • Io penso che i mezzi di produzione non debbano essere strumenti di sfruttamento e di dominio politico. Lei penserà che io sto citando Marx. Niente affatto... [...] L'uomo lavoratore non è semplicemente uno strumento della produzione, è anche individualità che ha priorità in tutto il processo produttivo sul capitale che in esso è stato impiegato.
  • Vuole sapere la mia formula? Eccola: R = L moltiplicato Q, diviso F. Spiego. R vuol dire ricchezza del Paese. Uguale L, lavoro, moltiplicato per Q, qualità del lavoro, diviso per F, cioè numero dei fannulloni che esistono in un Paese.
  • A me il potere non interessa, volevo far circolare l'idea e credo di esserci riuscito. Gorbaciov ha idee simili alle mie, ma voleva fare da solo. Javlinskij è un ragazzo che non ha mai fatto niente di concreto e che vede solo un capitalismo dal volto umano. È già qualcosa ma non la penso così. E poi io penso che la Russia è diventata una specie di Titanic che sta affondando. Non potevo restare con le mani in mano di fronte al disastro. Almeno una testimonianza. Non tutti possono farlo, io potevo, e l'ho fatto.
  • [«Qual è il suo modello?»] Semplice: azionariato popolare di massa, creazione di una classe estesa di proprietari. La base della democrazia è composta di questi strati che pagano tasse ragionevoli. Invece qui abbiamo creato una classe di distributori: piccolissima, 1,5%. E una enorme massa di salariati in condizione di totale assoggettamento. Eltsin è il rappresentante dei primi. Troppo pochi e troppo avidi per produrre stabilità. Per questo affondiamo. Perché paghiamo un litro di acqua minerale francese tanto quanto un contadino russo impiega per produrre 42 litri di latte.
  • [Su Boris Nikolaevič El'cin] Lui ha in testa solo le sue alchimie, i suoi complotti. Lui ha bisogno di avere dei nemici contro i quali combattere. La rissa è la sua unica attività, quella che riempie la sua vita.
  • Lei capisce che siamo governati da gente che non sa produrre nulla. Viviamo in uno strano casinò, dove il croupier prende tutto e i giocatori sono schiavi che puntano senza speranza.
  • [«Azzardi una previsione: chi vincerà?»] Vince Eltsin, probabilmente al primo turno. [«Ma corrisponde a quello che lei conosce del Paese?»] Non corrisponde affatto. Vuol dire che si è messo d'accordo con la Commissione elettorale centrale. Se qualcuno protesterà sarà represso senza esitazioni. Il mondo starà a guardare, magari con un po' di disgusto, ma lascerà fare.

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