Sufismo
Aspetto
(Reindirizzamento da Tasāwwuf)
Citazioni sul sufismo.
- Fu peculiare dottrina persiana quella del Sufismo, dottrina più filosofica che religiosa, più mistica che devota e credente, panteistica, sebbene a parole professasse il monoteismo e adoperasse i termini del Corano, atea e scettica nella sostanza, sebbene professasse il più ardente e sviscerato amor divino. E, cosa strana davvero! questa cupa dottrina che anelava all'annientamento dell'essere individuale nell'Essere universale, assunse la più splendida e smagliante forma poetica che fa della lirica persiana, pur con molte leziosaggini e svenevolezze, un gioiello inimitabile! (Italo Pizzi)
- I Sufi ritengono che in ogni istante un mondo ('alamī) viene annientato, e istantaneamente ne viene a esistere uno simile, perché Dio possiede degli attributi opposti che non cessano mai di manifestarsi. Egli e al tempo stesso Muḥyī, "colui che porta la vita", e Mumīt, "colui che fa morire". In un momento i suoi bei nomi (asmā-i jamālī) conferiscono l'esistenza a tutte le Sue creature, nello stesso istante i Suoi Nomi terrifico (asmā-i jalālī) tolgono loro ogni esistenza, affinché la potenzialità inerente a questo duplice aspetto della Sua natura possa essere manifestata perpetuamente il loro, benché non mi siano consapevoli. (Wali Mohammed Wali)
- Il sufi, quindi, se gli è possibile viaggia. Viaggia per conoscere al fine di amare, poter capire, paragonare, evolvere. (Gabriele Mandel)
- Il sufismo è per eccellenza lo sforzo di interiorizzare la Rivelazione coranica, la rottura con la religione puramente legalitaria, l'intento di rivivere l'esperienza intima del Profeta nella notte del Mi'râj; al suo grado estremo, esso è una sperimentazione delle condizioni del tawhîd, che conduce alla coscienza che Dio solo può enunciare, per bocca del suo fedele, il mistero della sua unicità. (Henry Corbin)
- L'amore di Dio divenne ciò che distingueva il sufismo. I sufi erano probabilmente influenzati dagli asceti cristiani del Medio Oriente, ma rimasero legati alla tradizione musulmana; essi aspiravano a un'esperienza di Dio simile a quella di Muhammad quando aveva avuto le rivelazioni, ed erano ispirati dalla sua ascesa mistica al cielo, che rimase per loro un modello. (Karen Armstrong)
- La tendenza del Sufi è quella di guardare ad ogni cosa da due punti di vista: il proprio e quello altrui. (Inayat Khan)
- La vera religione è, per un Sufi, il mare della verità, e tutte le diverse fedi sono le sue onde. (Inayat Khan)
- Per i taliban il mondo sufi rappresenta l'avversario per eccellenza, da combattere ed eliminare, forse perché l'islam mistico contiene in sé l'alternativa all'islam politico. (Khaled Fouad Allam)
- Si può dire che la sua vera origine è situabile nell'Asia turco-iraniana, che per ragioni storiche ha riassunto e inglobato insegnamenti esoterici buddhisti, hindù, classico-egizi e cristiani pur scaturendo da una matrice sciamanica non mai sopita; mentre in certe zone dell'Arabia e del Nordafrica – soprattutto nei due ultimi secoli – è andato poi anche degenerando in aspetti folcloristico-popolari, che del misticismo sufico hanno ben poco, e anzi rischiano di screditarne l'immagine. (Gabriele Mandel)
- In tutta la sua storia, il Sufismo ha incontrato opposizioni e riserve, ed anche anatemi e supplizi, da parte della casta dei Teologi e Canonisti puri. Bisogna riconoscere che questi sono stati gravemente provocati. Nel loro ardore di interiorizzazione dell'Islam, i Sūfī non hanno risparmiato agli esponenti del formalismo le punzecchiature e le sferzate, e han preso diletto a rivestire le loro dottrine di una forma paradossale, cruda, irritante.
- Mentre dànno alla Chiesa islamica dottori, martiri e santi – ed anche radiose figure di sante – come Rābi'ah, la santa Teresa dell'Islām – iscrivono nella letteratura nomi insigni di poeti e di prosatori, e discuton dell'amore, in brillanti tornei filosofico-letterari, con gli argomenti del Convivio, quando non preferiscono – questi abbassatori dell'uomo – trattar de hominis dignitate quasi nei termini stessi di Pico della Mirandola. Tali sono i Sūfī. Complicati, contraddittori, strani, sono insieme entusiasti e scettici, visionari e pensatori, teosofi e sofisti, giullari di Dio, umanisti.
- Nel secondo secolo dell'Egira un nome ed un abito coprono un movimento che, più antico della sua designazione e della sua insegna, perché affonda le sue radici in tendenze spirituali coeve alla nascita dell'Islām, anzi d'ogni religione, si va sempre più accentuando, e – simile ad un fiume, che, uscito lento da umile polla, acceleri il suo corso e gonfi le proprie onde per la naturale pendenza del suo letto a l'afflusso di nuove acque, finché, giunto alla piana, tutta l'allaga e la feconda – impregna di sé la fede di Maometto e la ravviva.
Sufismo è il nome di questo movimento, perché i suoi esponenti – i Sūfī – indossano, come simbolo d'austerità, un rozzo saio di lana (in arabo sūf), cenerentola dei tessuti in quei tempi felici.