Timofej Sergejcev
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Timofej Nikolaevič Sergejcev (1963 – vivente), opinionista russo.
It.zinovievclub.com, 2 febbraio 2016.
- Oggi è chiaro che la nostra scommessa sull'Europa si è rilevata carente di realtà storica. Rendendo libera da noi stessi la nostra metà di Europa, abbiamo semplicemente lasciato che vi si insediasse il potere USA, che ha subito approfittato delle possibilità presentategli.
- L'inclusione nell'UE del gruppo di Stati est-europei ormai nel XXI secolo ha definitivamente posto sotto controllo americano le nazioni del Vecchio Continente, privati ora non solo delle possibilità di manovra tra due centri mondiali di forza, ma anche delle rimanenti risorse di sovranità, a spese della solidarietà del "nucleo" europeo fatto dei Paesi più avanzati economicamente; oggi si richiede apertamente a questi ultimi di sfasciarsi, distruggendo tutte le loro tradizioni storiche relative alla propria sovranità, tutta la loro cultura e tutti quei fenomeni che effettivamente organizzano la vita sociale e hanno influenza su di essa.
- Il corpo sociale dei popoli europei deve essere infarcito con soggetti provenienti da culture e comunità straniere, che tra l'altro si trovano in rapporti di spregio o di conflitto con gli europei autoctoni. È con tutta evidenza una situazione analoga a quella degli schiavi neri, che la società americana fino ad oggi non ha ancora saputo accettare. Quindi, significa che deve venire indebolito con il medesimo virus anche l'organismo della collettività europea.
- Gli ucraini sono oggi i leader assoluti di questo effettivo processo di nuova europeizzazione, anche se prima di loro i leader erano i baltici, e prima dei baltici i polacchi. Quanto più primitivo, artificiale e formale è il nazionalismo di partenza di questa formula di identità, tanto più astratto e utopico è l'europeismo di seconda categoria, e tanto più inaffidabile, sfuggente e adatto alla manipolazione è il promesso traguardo americano.
- Noi restiamo una nazione storica europea, la più grande per territorio e popolazione, la più avviata verso l'approdo a un futuro storico, dove il sapere scientifico viene usato non solo per la creazione di mezzi di produzione, ma anche per l'esercizio del potere.
- Non vale la pena cedere alla provocazione della leadership europea ucraina: il prezzo di una tale tentazione consisterebbe in un processo angoscioso, lento e doloroso di estinzione, inevitabile con il ripudio volontario della propria essenza.
Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, RIA Novosti, 3 aprile 2022; tradotto in cargambesciametapolitics.altervista.org, 5 aprile 2022.
- La denazificazione [dell'Ucraina] è necessaria quando una parte significativa del popolo – molto probabilmente la maggioranza – è stata dominata e attratta politicamente dal regime nazista. Cioè, quando l'ipotesi "le persone sono buone – il governo è cattivo" non funziona. Il riconoscimento di questo fatto è alla base della politica di denazificazione, di tutte le sue misure, e il fatto stesso ne è l'oggetto.
- Tutte le organizzazioni che si sono associate alla pratica del nazismo dovranno essere liquidate e bandite. Tuttavia, oltre ai vertici, è colpevole anche una parte significativa delle masse, che sono naziste passive, complici del nazismo. Hanno sostenuto e assecondato il potere nazista. La giusta punizione di questa parte della popolazione è possibile solo sopportando l'inevitabile costo di una giusta guerra contro il sistema nazista, condotta con la massima attenzione e prudenza possibile nei confronti dei civili. Un'ulteriore denazificazione di questa massa di popolazione consiste nella rieducazione, che si realizza attraverso la repressione ideologica (soppressione) degli atteggiamenti nazisti e una severa censura: non solo in ambito politico, ma anche necessariamente nella sfera della cultura e dell'istruzione.
- La denazificazione può essere effettuata solo dal vincitore, il che implica (1) il suo controllo assoluto sul processo di denazificazione e (2) il potere di possedere e garantire tale controllo. In questo senso, un paese denazificato non può essere sovrano. Lo stato denazificatore – la Russia – non può accettare un approccio liberale. L'ideologia del denazificatore non può essere contestata dal colpevole sottoposto a denazificazione. Il riconoscimento da parte della Russia della necessità di denazificare l'Ucraina implica il riconoscimento di un diverso scenario politico sociale in Crimea e nell'Ucraina nel suo insieme.
- I tempi della denazificazione non possono in alcun modo avere una durata inferiore a una generazione. I nuovi nati devono crescere e raggiungere la maturità in una condizione di denazificazione. La nazificazione dell'Ucraina è durata più di trent'anni , almeno a partire dal 1989, quando il nazionalismo ucraino ha ricevuto forme legali e legittime di espressione politica, ponendosi alla guida del movimento per "l'indipendenza".
- Si afferma che in Ucraina "non c'è alcun nazismo, solo qualche manifestazione, forse pochi eccessi soltanto di qualche privato cittadino". Dopotutto, si dice, in Ucraina non esiste alcun importante partito nazista, nessun Führer, nessuna legge razziale (magari solo in versione "ridotta", repressiva, contro la lingua russa). [...] Tuttavia quanto fin qui detto non trasforma il nazismo ucraino in una specie di "versione light" del nazismo tedesco della prima metà del XX secolo. Al contrario, proprio perché il nazismo ucraino è libero da tali strutture e restrizioni tipologiche (pure questioni tecnica del mascheramento politico), si può dispiegare liberamente come base ideologica e sociale per qualsiasi forma di nazismo, come razzismo europeo e, nella sua forma più sviluppata, americano. [...] Lo stesso Occidente è l'ideatore, la fonte e lo sponsor del nazismo ucraino, mentre l'iconografia dedicata a Stepan Bandera, come "memoria storica" è solo uno degli strumenti per la nazificazione dell'Ucraina. L'"Ucraina nazista" non è una minaccia minore per il mondo e per la Russia rispetto al nazismo tedesco nella versione hitleriana.
- Il nome "Ucraina" non potrà essere conservato. Non è degno di una entità statale completamente denazificata nel quadro di un territorio liberato dal regime nazista.
- La denazificazione sarà inevitabilmente anche una deucrainizzazione: un rifiuto dell'"inflazione" artificiale su larga scala della componente etnica che si identifica nella popolazione dei territori della Piccola Russia storica e della Nuova Russia, opera iniziata dalle autorità sovietiche.
- L'"ucrainismo" è una costruzione artificiale antirussa che non ha un proprio contenuto di civiltà. Siamo dinanzi una civiltà aliena.
- È improbabile che la "provincia cattolica" (l'Ucraina occidentale come parte di cinque regioni) diventi parte dei territori filo-russi. La linea di alienazione, tuttavia, sarà trovata empiricamente. Avremo un'Ucraina ancora ostile alla Russia, ma neutrale, perché obbligata con la forza alla smilitarizzazione, e priva di nazisti perché posti al bando. Coloro che odiano la Russia ne faranno la propria patria.
- Per mettere in pratica il piano di denazificazione dell'Ucraina, la stessa Russia dovrà finalmente fare piazza pulita delle illusioni filo-europee e filo-occidentali, ed erigersi a ultima e autentica rappresentante dei valori dell'Europa storica, proteggendo e preservando i valori che meritano di essere salvati, valori che l'Occidente ha abbandonato, perdendo la sua ultima battaglia.
Citazioni su Timofej Sergejcev
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Per chiunque sia ancora là fuori a credere che la Russia di Putin si opponga all'estrema destra in Ucraina o altrove, il manuale di genocidio [Cosa dovrebbe fare la Russia con l'Ucraina?] è un'opportunità per riconsiderare la situazione. Il regime russo di Putin parla di "nazisti" non perché si opponga all'estrema destra, cosa che sicuramente non fa, ma come un espediente retorico per giustificare guerre non provocate e politiche genocide. Il regime di Putin è di estrema destra. È il centro mondiale del fascismo. Sostiene i fascisti e gli autoritari di estrema destra in tutto il mondo. Traducendo il significato di parole come "nazista", Putin e i suoi propagandisti stanno creando più spazio retorico e politico per i fascisti in Russia e altrove.
- Il manuale sul genocidio spiega che la politica russa di "denazificazione" non è diretta contro i nazisti nel senso in cui viene normalmente usata la parola. Il manuale ammette, senza esitazione, che non vi è alcuna prova che il nazismo, come generalmente inteso, sia importante in Ucraina. Opera all'interno della speciale definizione russa di "nazista": un nazista è un ucraino che rifiuta di ammettere di essere russo. Il "nazismo" in questione è "amorfo e ambivalente"; bisogna, ad esempio, essere in grado di vedere oltre il mondo dell'apparenza e decodificare l'affinità con la cultura ucraina o con l'Unione europea come "nazismo".
- Il manuale russo è uno dei documenti più apertamente genocidi che abbia mai visto. Chiede la liquidazione dello Stato ucraino e l'abolizione di qualsiasi organizzazione che abbia qualche legame con l'Ucraina. Si postula che la "maggioranza della popolazione" dell'Ucraina sia costituita da "nazisti", vale a dire da ucraini.
- Il manuale russo sul genocidio è stato pubblicato il 3 aprile, due giorni dopo la prima rivelazione secondo cui i militari russi in Ucraina avevano ucciso centinaia di persone a Buča, e proprio mentre la storia raggiungeva i principali giornali. Il massacro di Buča è stato uno dei numerosi casi di uccisioni di massa emersi quando le truppe russe si ritirarono dalla regione di Kiev. Ciò significa che il programma di genocidio è stato consapevolmente pubblicato proprio mentre emergevano le prove fisiche del genocidio. Lo scrittore e i redattori hanno scelto questo momento particolare per rendere pubblico il programma per l'eliminazione della nazione ucraina in quanto tale.
- Da un punto di vista legale, l'esistenza di un testo del genere (nel contesto più ampio di dichiarazioni simili e della ripetuta negazione da parte di Vladimir Putin dell'esistenza dell'Ucraina) rende l'accusa di genocidio molto più facile da formulare. Legalmente, per genocidio si intendono entrambe le azioni che distruggono un gruppo in tutto o in parte, combinate con una certa intenzione in tal senso. La Russia ha compiuto l'atto e ha confessato l'intenzione.
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