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Tommaso Maria Gabrini

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Dissertazione sopra la proposizione ventesima del libro primo d'Euclide, 1752

Tommaso Maria Gabrini (1726 – 1808), matematico italiano.

Incipit di Dissertazione sopra la proposizione ventesima del libro primo d'Euclide[modifica]

L'innata propensione di avanzarsi maisempre nel conoscimento delle naturali cause, e divenire perciò felice, e possedere quella terrena beatitudine, derivante dal contemplare, senza perturbazione alcuna, il movimento del sole, e delle stelle, il trapasso del tempo con istabiliti momenti, e quanto dal mare e dalla terra a noi mortali somministrato ne viene sovente mi à costretto ad affrontarmi con uomini eruditi, fra' quali non rare volte mi accadde rinvenire persona, che nelle più vane sottigliezze tutta era dedita, dare pondus idonea fumo o vaga di rinovare il tutto, fingea delfini a pascolarsi in selve, nel mare i capri, o immersa nello Scepticismo, quale inesperto garzone, che nelle ombre notturne s'immagina a proprio danno spaventosi fantasmi, anche delle matematiche vantavasi di mostrare l'insussistenza.

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