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Uguccione da Lodi

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Uguccione da Lodi o Uguçon da Laodho (fl. XIII sec.), poeta italiano.

Citazioni su Uguccione da Lodi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Se il Libro al quale diede «començamento» Uguçon da Laodho, è veramente opera di Uguccione da Lodi fino al suo termine, è segno che a Uguccione la penna tremava nelle mani. Egli non possedeva la signoria della sua parola né il timone del suo pensiero; era insomma un povero uomo e un povero artefice, la cui presenza rappresenta un ingombro — e non un acquisto — nella storia letteraria.
  • Il difetto più grave e più profondo del Libro [di Uguccione] è il disordine delle idee. Invece di avere uno svolgimento sicuro e compiuto, i varii temi sono appena accennati e subito interrotti per essere ripresi poi dopo, talvolta a distanza assai grande, senza che a noi sia dato indovinare la ragione di questi sbalzi capricciosi ed assurdi. Di fronte a queste lacerazioni o «strappi di pensiero», come li chiama il Bertoni, quasi vien fatto di sospettare che il copista abbia trascritto nel suo codice Saibante un fascio di carte sconnesse e fuori di posto, senza curarsi di rimetterle nel loro ordine originario e legittimo avanti di leggere e avanti di scrivere.
  • La più vistosa singolarità dell'opera di Uguccione da Lodi è la sistematica ripetizione di ciascuno dei suoi temi (l'indifferenza dei superstiti per i defunti, la corruzione dei costumi, il giudizio divino ecc.) nella prima e nella seconda parte, cioè nelle lasse dei versi maggiori e nei distici di novenari. Ed è appunto su queste ripetizioni che riposa il severo giudizio che i critici hanno concordemente compiuto e ribadito intorno all'arte dell'antico rimatore.

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