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Ulrico Zwingli

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Zwingli ritratto da Hans Asper (1531 circa)

Huldrych Zwingli (1484 – 1531), teologo svizzero.

Citazioni di Huldrych Zwingli

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  • Esplorare la natura umana è altrettanto arduo che afferrare una seppia. Come questa infatti, per salvarsi da cattura, si nasconde nel proprio inchiostro, così l'uomo, non appena si senta preso sotto i raggi di una penetrante esplorazione, emette così dense e così pronte le nebbie della sua astutissima ipocrisia, che non vi è Linceo o Argo che sia capace di scoprirlo. Sono infinite le testimonianze e le argomentazioni che possono invocarsi a sostegno della tesi che l'uomo è inconoscibile dall'uomo. Tanta è la sua audacia nell'inganno, tanta l'improntitudine nella dissimulazione e nella menzogna, che quando tu credi di averlo in mano in uno dei suoi aspetti, ti è sfuggito per mille altri.[1]
  • [Preghiera a Dio]
    Fa' come vuoi
    perché io non ho bisogno di nulla.
    Io sono il tuo vascello
    da riparare o da distruggere.[2]

Citazioni su Huldrych Zwingli

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  • Accompagnato da qualche magistrato, da una turba di muratori e legnajuoli, [Zwingli] entrò nella Chiesa, atterrò le immagini, gli altari, l'organo, proibì il canto; e sostituì alla pompa del rito romano la gretta semplicità di un culto inespressivo e ridicolo. Una tavola tenne le veci d'altare, una corba ripiena di pane e di bicchieri venne sostituita al calice ed alla patena. (Johann Baptist Alzog)
  • Robusto ingegno, sillogizzando a suo modo, era venuto in opinioni non consone alla fede cattolica. Non credeva divinamente ispirati tutti i quaranta libri biblici registrati nel canone cattolico, sebbene tutti degni d'autorità ragionevole; la parte umana prevalervi forse alla divina, quindi incerto il domma fondato su un passo tolto indistintamente da quelle pagine; errore poi creder vera una sentenza solo perché vi è scritta. Agitando poi la face della filosofia nelle tenebre impenetrabili de' misteri cristiani (la ragione dee ben vedere il perché dee credere, ma innanzi al mistero umiliarsi), pensava che le nostre inclinazioni al male derivano dal corto intendimento del nostro spirito, non dal nascer peccatori. Dio, aggiungeva, è il primo principio del peccato; una necessità divina ci fa perversi, traditori, parricidi, volendo Iddio per questo modo palesare i predestinati alla dannazione. (Luigi Anelli)
  • Se può concedersi a Zuinglio di avere, prima ancor di Lutero, apertamente lottato contro i pretesi abusi della Chiesa, convien però negargli ogni carattere di originalità di dottrina; imperciocché egli attinse i suoi principi dagli scritti di Lutero, rapidamente diffusi nella Svizzera, modificandoli secondo la forza e il genio della sua mente superficiale, e protestando specialmente contro tutto ciò che vi ha di misterioso nel Cristianesimo. Tutto il suo sistema si appoggia al principio, che la santa Scrittura è l'unica fonte di fede, e che la ragione umana ha l'assoluto diritto d'interpretarla, ricusando tutto ciò che le è superiore. (Johann Baptist Alzog)
  • Anche per Zwingli il problema centrale nella religiosità cristiana è quello della salvezza. Ma in lui nulla di mistico e di psicologicamente contorto. Il suo atteggiamento rappresenta il riflesso pratico e logico del suo pensiero, la tradizione reale di una filosofia.
  • Zwingli insegnava che la cena del Signore non è una iterazione all'indefinito del sacrificio in cui si è immolato il Cristo sulla croce, bensì una commemorazione di questo sacrificio, offerto una volta per sempre. Gli elementi eucaristici pertanto non celano un Cristo, nuovamente offerto, bensì vogliono essere i segni simbolici del corpo e del sangue del Cristo, immolato sul Calvario.
  • Zwingli riuscì a guadagnarsi con la sua predicazione una efficienza morale e pedagogica imponente. Sapiente ed accorto, egli riesce, senza rumorose opposizioni e senza scalpore, a introdurre nel suo cantone le medesime innovazioni per le quali Lutero aveva scatenato così violento uragano in Germania. La costituzione democratica del paese lo aiuta e lo seconda potentemente nella bisogna.

Note

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  1. Citato in Ernesto Buonaiuti, Lutero e la riforma in Germania, Editrice «Faro», Roma, 19452, cap. III, p. 197.
  2. Citato in Karen Armstrong, Storia di Dio: 4000 anni di religioni monoteiste, traduzione di Aldo Mosca, CDE, Milano, 1997, p. 300.

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