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Kāma Sūtra

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Illustrazione ispirata al Kāmasūtra

Kāma Sūtra (Aforismi sull'amore; sanscrito: कामसूत्र), testo indiano composto da Vātsyāyana Mallanāga intorno al III secolo.

I traduzione

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All'inizio Prajapati (signore degli esseri viventi) creò uomini e donne e fissò, in centomila capitoli, come comandamenti, i precetti seguendo i quali conseguire i tre scopi della vita (Dharma, Artha e Kama).
Swayambhu Manu redasse i comandamenti del Dharma; Brihaspati redasse i comandamenti dell'Artha; Nandi, seguace di Mahadeva, redasse quelli del Kama in mille capitoli.
Questi Kama Sutra (gli aforismi dell'amore), scritti da Nandi in mille capitoli, vennero ridotti a cinquecento capitoli da Shvetaketu, figlio di Uddvalaka; Babharavya di Punchala li ridusse ancora a centocinquanta.
[Kamasutra da comodino, Meravigli Editrice, 2006. ISBN 8879541072]

II traduzione

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Noi ci inchiniamo alla religione, al potere e al piacere, perché sono l'argomento di questo testo, e agli studiosi che hanno fatto conoscere la concordanza che esiste fra i tre, poiché fanno parte integrante del testo. Quando il Creatore emise le creature, infatti, per prima cosa enunciò in centomila capitoli il mezzo per conseguire i tre fini della vita umana, il quale è il nesso vitale con ciò che sostenta le creature stesse. Manu, figlio dell'Autogenerato, fece di una parte di questo un'opera indipendente sulla religione, Bṛhaspati ne fece una sul potere, e Nandin, il servitore del Grande Dio Śiva, compose un'opera a sé stante in mille capitoli, il Kāmasūtra, che Śvetaketu Auddālaki ridusse a cinquecento capitoli. E poi Bābhravya del Pāñcāla lo ridusse ulteriormente a centocinquanta capitoli sui seguenti sette argomenti: osservazioni generali, il sesso, le vergini, le mogli, le mogli altrui, le cortigiane e l'erotismo esoterico. (I, I, 1-10)
[Kāmasūtra, Adelphi edizioni, 2010]

Citazioni

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  • Un uomo può considerare proprio amico uno con cui ha giocato nella sabbia, che gli è legato da un favore, che ha lo stesso carattere e gli stessi vizi, un compagno di studi, uno che conosca di lui segreti e debolezze o di cui conosca segreti e debolezze, un fratello di latte o uno insieme al quale sia cresciuto. (I, V, 32; p. 36, 2010)
  • L'uomo è chiamato «coniglio», «toro» o «stallone» a seconda delle dimensioni del suo organo sessuale, mentre la donna è detta «cerva», «giumenta» o «elefantessa». Quindi vi sono tre accoppiamenti uguali fra partner sessuali simili per dimensioni, e sei disuguali, fra partner dissimili. (II, I, 1-2; pp. 41-42, 2010)
  • Non vi è un ordine fisso per baci, graffi e morsi, poiché sono legati alla passione. Generalmente vi si ricorre prima dell'amplesso, mentre le percosse e i gemiti sono usati durante l'amplesso. Dice Vātsyāyana: qualunque cosa in qualunque momento, perché la passione non bada a questo. (II, III, 1-2; p. 59, 2010)
  • Generalmente, sono tre le posizioni a cui una «cerva» può ricorrere: «schiusa», «dello sbadiglio» o «giunonica». Quando spinge in basso la testa e solleva il bacino, è «schiusa». (II, VI, 7-8; p. 72, 2010)
  • E così, chi conosce i testi | li mette in pratica solo dopo aver conosciuto | la delicatezza, l'impetuosità e la forza | della ragazza, e la sua stessa forza. | Le tecniche sessuali non sono adatte | a ogni situazione e a qualunque donna. | Il metodo va scelto in base alla parte del corpo, | al luogo e al momento. (II, VII, 34-35; p. 82, 2010)
  • […] Ma neanche qui c'è alcuna differenza sostanziale fra i due soggetti, l'uomo e la donna. La diversità dei metodi è dovuta infatti semplicemente alle loro nature fisiche, come si è già affermato sopra. E dunque entrambi provano un piacere sensuale simile. (II, I, 29; p. 50, 2010)
  • Coloro che conoscono questa scienza | dicono che l'amore ha quattro forme, | che nascono dall'abitudine, dall'eccitazione erotica, | dalla trasposizione e dagli oggetti dei sensi. (II, 1, 39; p. 53, 2010)
  • I segnali che una donna sta per raggiungere l'orgasmo sono questi: l'abbandono delle membra, gli occhi chiusi, la perdita di ogni pudore e il fatto che lo accoglie sempre più in profondità dentro di sé. Agita le mani, suda, morde, non consente all'uomo di alzarsi, gli tira calci e continua a muoversi su di lui anche dopo che egli ha smesso di fare l'amore. (II, VIII, 17-18; p. 85-86, 2010)
  • Implorandola di continuare, l'uomo lo spinge un po' più in profondità nella sua bocca; allora, dopo aver stretto il glande con le labbra, lo sputa fuori: quella è la «tenaglia interna». Poi, tenendolo in mano, lo ghermisce come fosse il labbro di lui: questo si chiama «baciare». Dopo aver fatto ciò, vi passa sopra dappertutto la punta della lingua e poi la infila nel glande: questo si chiama «lisciare». (II, IX, 19-21; p. 91, 2010)
  • Quando le chiede: «Mi vuoi o non mi vuoi? Ti piaccio o non ti piaccio?», ella rimane a lungo immobile e, sollecitata, annuisce o scuote il capo per manifestare la propria inclinazione; ma se egli insiste ancora, risponde contrariata. Se hanno già familiarizzato, l'uomo può condurre la conversazione con lei tramite un'amica di cui ambedue si fidano, ma che sia dalla sua parte. […] (III, II, 19-20; p. 111, 2010)
  • Tra corteggiatori di pari qualità | uno è il pretendente da preferire: | questo corteggiatore è il migliore | perché la sua stessa natura è amore. (III, V, 55; p. 125, 2010)
  • Se la moglie è frigida, o scostumata, o sfortunata in amore, oppure non riesce ad avere figli o genera solo figlie femmine, o qualora l'uomo sia volubile, le affianca una concubina. Perciò, sin dal principio una donna cerca di evitare che ciò accada manifestando devozione, buon carattere e intelligenza. E se non ha figli, sarà lei stessa a spingerlo a prendere un'altra moglie. E quando sta per essere affiancata dall'altra, fa in modo di affermare la propria posizione di superiorità ricorrendo a tutti i suoi poteri. (IV, II, 1-3; p. 138, 2010)
  • Gli uomini elencati qui di seguito hanno in genere successo con le donne: quello che conosce il Kāmasūtra, quello bravo a raccontare storie, uno che è stato vicino alla donna sin dall'infanzia, un uomo nel fiore degli anni, uno che sa conquistarsi la fiducia di una donna coinvolgendola in giochi e analoghe attività, uno che esegue i suoi ordini, un buon conversatore, uno che fa ciò che piace alla donna, […] (V, I, 50; p. 154, 2010)
  • Quando un uomo corteggia una donna, ne osserva il comportamento, e questo serve a sondarne i sentimenti. E sulla base di ciò regola le sue avances. Se lei non rivela le proprie intenzioni, la conquista servendosi di una messaggera. Se non accetta le sue avances, ma continua a tornare da lui, egli capirà che la sua mente è combattuta e la conquisterà a poco a poco. Se non accetta le sue avances, ma si fa ripetutamente vedere tutta agghindata e gli fa visita acconciata in quel modo, egli capirà che dovrà prenderla con la forza in un luogo solitario. Una donna che tollera molte avances, ma dopo parecchio tempo ancora non gli si concede, è una smorfiosa, e la si conquista troncando ogni intimità, poiché il cuore umano è volubile. (V, III, 1-5; p. 161, 2010)
  • Re e ministri non si insinuano | in casa di altri uomini, | perché il popolo osserva ciò che fanno | e imita il loro comportamento. (V, V, 1-2; p. 173, 2010)
  • [La cortigiana] Detesta chiunque egli detesti e ama le persone da lui amate. Trova piacere nelle cose che gli fanno piacere, e si rallegra o si rattrista a seconda dei suoi umori. Vuole sapere delle sue donne. E la sua collera non dura a lungo. Sospetta che un'altra abbia lasciato su di lui i segni di graffi e morsi, anche se è stata lei stessa a farli. Non parla della passione che prova per lui, ma la manifesta attraverso le sue espressioni. (VI, II, 22-25; p. 197, 2010)
  • Per certe donne conta solo la passione, | e certe altre sono interessate al denaro; | della passione si è parlato in precedenza, | delle pratiche delle cortigiane in questo libro. (VI, VI, 53; p. 226, 2010)
  • Un uomo incapace di soddisfare una donna la cui energia sessuale sia impetuosa ricorrerà a degli stratagemmi. All'inizio dell'amplesso, la accarezzerà tra le gambe con la mano e la penetrerà solo quando si è bagnata. Questo è un modo per attizzare la passione. Il sesso orale attizza la passione di un uomo dall'energia sessuale fiacca, avanti con gli anni, troppo grasso o esausto dopo aver già fatto l'amore. Oppure si possono utilizzare degli attrezzi erotici, fatti d'oro, argento, rame, ferro, avorio o corno di bufalo, o anche di stagno o piombo, che sono flessibili, raffreddano il seme e provocano sensazioni violente durante l'amplesso. Questi sono i metodi insegnati dai seguaci di Bābhravya. Dice Vātsyāyana: quelli fatti di legno sono più simili all'originale. (VII, II, 1-2; pp. 236-237, 2010)

Chi conosce questo testo e ne è esperto
tiene conto della religione e del potere:
non indulge troppo nella passione
e ha successo quando recita il ruolo dell'amante.

[Kāmasūtra, Adelphi edizioni, 2010]

Citazioni sul Kāma Sūtra

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  • – Ah! Un crampo! M'è venuto un crampo!
    – Lo vedi. Non potresti buttar via quel libro indiano, il Kamasutra? Non hai il fisico adatto! (Prendi i soldi e scappa)

Bibliografia

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  • Kamasutra da comodino, Meravigli Editrice, 2006. ISBN 8879541072
  • Kāmasūtra, a cura di Wendy Doniger e Sudhir Kakar, traduzione dall'inglese di Vincenzo Vergiani, Adelphi edizioni, 2010.

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