Valentina Diouf
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Valentina Diouf (1993 – vivente), pallavolista italiana.
Citazioni di Valentina Diouf
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [Nel 2016, «[...] si sente di essere il volto di una nuova Italia?»] Diciamo che mi sento uno dei volti di un processo di integrazione che spero, un giorno, porti all'eliminazione delle discriminazioni razziali. Io sono italiana, ma allo stesso tempo sono fiera delle mie origini senegalesi. Onestamente, mi sento pessimista, perché di razzismo in Italia ce n'è ancora tanto; credo che dovremmo tutti cambiare il nostro punto di vista per capire chi è diverso.[1]
- [«Ti pesa la popolarità?»] Tutt'altro, mi fa molto piacere perché credo possa aiutare il mio sport ad uscire dal ghetto mediatico in cui hanno costretto negli anni tutti le discipline che non siano il calcio.[2]
- Sono molto contenta delle esperienze che ho hatto all'estero, che mi hanno arricchito moltissimo dal punto di vista professionale e personale. Tre tipi di pallavolo diverse, mettiamoci dentro anche l'Italia. In Brasile le atlete sono molto performanti fisicamente. Potenti e molto brave tecnicamente. Anche gli allenamenti sono strutturati di conseguenza. Inizialmente non è stato facile abituarsi, poi dopo mi sono trovata molto bene, quel lavoro era veramente molto adatto al mio fisico. In Corea non ho incontrato grosse difficoltà. Venivo dal Brasile per cui mi ero abituata a sedute intense a ritmi molto alti e mi sono adattata più velocemente. A livello personale sono migliorata senza dubbio in difesa. Quello coreano è un campionato stimolante perchè loro sono forti in difesa. Quindi devi trovare il modo di fare punto, devi tentarle tutte per riuscirci.[3]
- [Sull'esperienza in Corea del Sud] Il try-out è un'esperienza davvero singolare. La lista di ragazze viene stipulata secondo un ranking da loro scelto in ordine decrescente dalla più forte a quella meno. Ti viene data una maglia con un numero che corrisponde alla tua posizione nel ranking del draft. Dopodiché iniziano gli allenamenti e per tre giorni ti viene chiesto di mostrare il tuo livello in attacco, a muro e in battuta. Gli allenamenti si alternano con degli incontri con le società che ti spiegano come funzionerà la vita in Korea. Al termine di questi tre giorni avviene la scelta ovvero, in un ordine stabilito da un sorteggio, le squadre scelgono, a turno, la nuova straniera. La straniera che viene scelta per prima, solitamente, riceve molte attenzioni mediatiche.[4]
- [...] una volta, quando avevo 10-11 anni, dopo un infortunio alla caviglia ho smesso di giocare per quasi un anno. Avevo interpretato quell'infortunio come un segno che qualcosa non stava funzionando, mi venivano fatte molte pressioni perché non miglioravo molto dal momento che il mio corpo cambiava velocemente: crescevo anche sette centimetri in un mese! Non riuscivo a stabilizzare la muscolatura e, come dicevo poco fa, la coordinazione motoria. Dopodiché ho deciso di iniziare di nuovo nella società vicino a casa con meno pressioni e più voglia di divertirsi. In fondo avevo solo 10 anni![5]
- [Nel 2020, «sport maschili e sport femminili: che passi abbiamo fatto negli ultimi 20 anni e cosa ci riserva il futuro secondo te?»] Negli sport femminili senza ombra di dubbio la fisicità, che era un prerogativa degli sport maschili, è diventata un punto di forza in tutti i settori. Inoltre dal punto di vista del marketing è stato investito molto negli ultimi 20 anni rendendo più appetibile alle nuove generazioni la pratica dello sport, a parer mio fondamentale durante la crescita psico-fisica.[5]
- In Corea esiste un sistema secondo il quale devi mostrare un incredibile rispetto nei confronti di chi è più grande di te. Questa è una cosa che apprezzo molto, tutte le mie compagne più grandi dovevo chiamarle con un nome che corrisponde a una sorta di "sorella maggiore" in italiano. [...] non puoi dire che sei amica di una persona più grande di te ma solo se sei nato nello stesso anno di quella persona puoi ritenerti suo amico. Sfatiamo comunque un mito: non è vero che le coreane sono basse. Mi sono sentita dire che vincere lì sarebbe stato semplice, ma non è vero. Ci sono poche squadre, tutte formate da giocatrici di almeno 1.85 metri.[6]
Intervista di Alice Politi, vanityfair.it, 16 novembre 2020.
- [«Com'è nato il tuo amore per la pallavolo?»] È nato molto presto, quando avevo solo sei anni! È stato guardando il cartone animato di Mila e Shiro che è nata in me la passione per il volley.
- [«Quanto è stato importante lo sport durante la tua adolescenza?»] È stato fondamentale. Perché quando ancora non capivo che essere diversi è una grande ricchezza lo sport mi ha insegnato che con delle caratteristiche "diverse" puoi essere avvantaggiato rispetto ad altri.
- Quando sei adolescente tendi a voler nascondere la tua peculiarità attraverso l'omologazione e non c'è niente di più sbagliato, ma è un processo che attraversano tutti. Per ovvi motivi non è stato possibile essere uguale alle mie coetanee quindi ho maturato piano piano l'idea che forse avrei potuto esaltare anziché nascondere la mia particolare fisicità.
- Sono stata fortunata perché mia mamma e i miei nonni sono stati miei grandi fan da subito. Una cosa che ricordo molto bene è che mia madre mi ha sempre detto che non ero obbligata ad andare in palestra se non mi rendeva più felice. Io con quella consapevolezza, del poter tornare indietro, non ho mai smesso.
Note
[modifica]- ↑ Dall'intervista Valentina Diouf, il volto nuovo dell'Italia!, leadingmyself.it, 29 gennaio 2016.
- ↑ Dall'intervista di Franco Vittadini e Michela Colombo, Valentina Diouf/ L'opposto si racconta: voglio tornare in azzurro!, ilsussidiario.net, 25 marzo 2017.
- ↑ Da un'intervista al Corriere dello Sport - Stadio; citato in Stefano Tardi, Valentina Diouf e le sue esperienze: "sono felicissima delle scelte che ho fatto, della persona e della giocatrice che sono", volley-world.com, 3 maggio 2020.
- ↑ Dall'intervista di Chiara Belcastro, Korea: Via al campionato. Diouf si racconta. Tutti pronti a tifare "Diupù", volleyball.it, 18 ottobre 2020.
- ↑ a b Dall'intervista di Vanessa Perilli, "Bambine, siate fautrici del cambiamento anche attraverso lo sport", marieclaire.it, 22 ottobre 2020.
- ↑ Da un'intervista a VolleyTime; citato in Beatrice Frangione, Volley, Valentina Diouf: "In Corea ho studiato nuovi modi per fare punto. Torno in Italia cambiata", oasport.it, 12 maggio 2021.
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